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PARROCI

28 gennaio 2007, 12:16

Per Spartacus. Riproduco, adattandolo, quanto ho scritto in un’altra rubrica. Di fronte ad una minaccia grave, come il terrorismo, non si deve essere deboli, come furono le democrazie europee negli anni trenta di fronte alla minaccia nazista. Le prime quaranta pagine delle memorie di Churchill sono molto istruttive a proposito dell’incoscienza della Francia e dell’Inghilterra di fronte al riarmo della Germania. Col risultato che tutti conosciamo. Allora, i pacifisti, come Leon Blum, si morsero le dita, ma erano già nei campi di concentramento. Lo stesso si puo’ dire per quanto concerne gli anni ottanta, quando i pacifisti gridavano "meglio rosso che morto" contro gli americani che volevano contrapporre i Pershing agli SS20 già di stanza all’Est. Ed é stato un Presidente americano di destra, militarista, come Reagan a dare la spallata definitiva all’impero sovietico dando inizio ai preparativi per la Star War. La minaccia si deve combattere con la minaccia di una ritorsione devastante, e questa deve essere credibile. E cosi’ che abbiamo ottenuto sessanta anni di pace in Europa All’Iran si deve far capire che deve cambiare rotta e che se pensa di aggredire con la sua prossima arma nucleare qualsiasi stato occidentale, la risposta sarà mortale per lui e il suo paese. Solo cosi’ e non disarmando, si potrà convincerlo a diventare ragionevole, come ragionevole é diventato Gheddafi, dopo le sue numerose azioni terroristiche contro l’occidente e il successivo bombardamento da parte degli americani. Cosi’ gli USA hanno messo termine alle aggressioni serbe contro la Bosnia e il Kosovo. E quando nessuno interviene, come nel Rwanda, allora si accusano gli occidentali di aver assistito vigliaccamente allo sterminio di un milione di uomini, donne e bambini. Viviamo in un mondo violento, in cui c’é chi é pronto a esercitare tale violenza se sa di farla franca. Prima di ricostruire il suo potentissimo esercito, in violazione del trattato di Versailles, Hitler seppe che né la Francia né l’Inghilterra sarebbero intervenute per impedirglielo. Non lo fecero per amor di pace, si disse allora...... La base americana fa parte del dispositivo di ritorsione, di prevenzione e di intervento contro eventuali teste calde. La si puo’ benissimo abbinare ad una politica estera aperta e persuasiva nei confronti di tutti, compresi gli stati e i movimenti potenzialmente aggressivi nei nostri confronti. Una mano di ferro in un guanto di velluto, dunque, fedeli al motto secolare e carico di saggezza secondo il quale "si vis pacem, para bellum".