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Subcomandanti

30 aprile 2007, 22:53

Giusto per chiudere la discussione.

Malabarba è uno dei dirigenti storici della sezione italiana della Quarta Internazionale, come Turigliatto e anche Cannavò (che appartiene ad una generazione più giovane). Cremaschi non è trotskista, ma non mi risulta nemmeno che faccia parte della loro corrente, anche se dall’esterno ha appoggiato la polemica contro Rifondazione, per fare cosa non mi è del tutto chiaro, visto che parla a nome della rete 28 aprile, che è (o era) una tendenza CGIL politicamente eterogenea.

Io non ritengo che ricevano ordini dalla Quarta Internazionale, ritengo che siano coerenti con la linea maggioritaria di questa organizzazione, come dimostra il sostegno che hanno ricevuto nella ultima riunione del Comitato Internazionale della Quarta. Dove sta scritto che Turigliatto ha fatto cadere il governo Prodi e per questo va ringraziato. Lo scrivono loro sul sito "International Viewpoint" che è il loro organo ufficiale in inglese. Così come Cannavò aveva scritto sullo stesso sito mesi fa che la sua corrente aveva approvato uno "exit strategy" da Rifondazione Comunista. Ripeto, basta leggere quello che loro hanno scritto, dopo di ché si può pure essere d’accordo, ma non si può raccontare che Turigliatto è stato sconvolto da problemi di coscienza, questa - scusa- è una favola per gonzi. Allora bisogna dire se si condivide o meno la sua strategia politica

Sull’Afghanistan sarebbe bene evitare di fare della demagogia e discutere di ciò su cui non si è d’accordo. La mia posizione che ho espresso su questo sito si basa su due principi: 1) bisogna essere contro la guerra; 2) bisogna collaborare con il popolo afghano per evitare che la fine della guerra significhi il ritorno dei talebani o una nuova guerra civile.
Mi pare che questa sia più o meno anche la posizione di Rifondazione, non molto diversa da quella sostenuta prima di andare il governo.

Su questi due punti ci possono essere valutazioni diverse: Sul primo punto si può sostenere che Rifondazione non debba accettare il compromesso su cui si è cercato di tenere ferma la maggioranza, ovvero restare in Afghanistan, ma stare fuori dalle province dove si combatte. Chi non condivide questo compromesso dovrebbe spiegare quale strategia propone per raggiungere l’obbiettivo del ritiro.
Sul secondo punto una parte dell’estrema sinistra sostiene che si debbano sostenere i talebani in nome dell’antimperialismo (non è una esagerazione polemica, quando si manifesta in sostegno della resistenza afghana si fa esattamente ciò).

Quindi sul primo punto la differenza è tattica: quali strumenti abbiamo per raggiungere il risultato. Sul secondo è una divergenza di principio. Chi pensa che la sinistra debba sostenere i tagliagole talebani almeno eviti di dare lezioni di pacifismo.

Franco