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Sicariato informativo: Piero Sansonetti sul Secolo d’Italia preferisce Gianfranc

28 febbraio 2008, 11:22

Sansonetti è indifendibile, "comunista" non lo è stato mai, ma l’inciucio Veltruskoni è un dato innegabile.

K.

Quell’inconfessabile voglia di larga intesa

Matteo Bartocci
da "Il Manifesto" 27.2.08

Non c’è niente da fare. Ogni tanto gli scappa la mano. «Italiani, se non volete votare Veltroni almeno votate per Berlusconi». E’ più o meno questo, testuale, l’appello lanciato da Anna Finocchiaro sugli schermi di Sky. Un appello al voto «a favore dei grandi partiti per il bene dell’Italia» che fa infuriare, ovviamente, Rifondazione e compagni. «Mi pare un’uscita molto sgradevole. Ma davvero Anna ha detto che è meglio votare Berlusconi che la sinistra?», si chiede Franco Giordano. «Mi pare un po’ disorientata. Ha sostituito destra e sinistra con grossa e piccola», commenta Bertinotti.
Incidentalmente, la capogruppo uscente del Pd in senato è anche la candidata in Sicilia di tutto il centrosinistra (compresa la «cosa rossa»). Ma il suo non pare uno scivolone. Perché anche se Berlusconi e Veltroni sono più attenti a recitare la parte degli avversari, la senatrice democratica non si è limitata al dialogo sulle riforme per il bene dell’Italia: «Io sono convinta - ha detto su Sky - che sulle grandi questioni, dalla sanità, alle infrastrutture, alla sfida ambientale, sia utile una collaborazione» tra maggioranza e opposizione. Sia chiaro: «Io - ha aggiunto Finocchiaro - al modello delle grandi intese non credo, credo però che quando un paese ha da recuperare come il nostro, le grandi questioni strategiche si studiano insieme perché non si esauriscono in cinque anni. E sarebbe bene che ci mettessimo d’accordo se non vogliamo cambiare ogni due anni visto che a mio avviso anche la prossima legislatura sarà fragile».
Il dado è tratto. La proposta di «grande coalizione» è a un passo. Franco Marini, presidente del senato uscente, pare esserne consapevole: «Gli impegni durante la campagna elettorale sono propaganda. L’impegno vero è per le riforme istituzionali a partire dalla legge elettorale che comunque faremo assieme».
Dal «bipolarismo coatto» al «bipartitismo per legge» il passo è breve. Tanto più se Walter Veltroni ci mette il carico da undici rompendo l’ennesimo tabù di giornata parlando della «par condicio».
Alla legge elettorale, la riforma dei regolamenti delle camere, il senato federale e il taglio dei parlamentari (che aumenterà il bipartitismo, visto che serviranno più voti per eleggere un deputato), il candidato del Pd aggiunge all’agenda «bipartisan» post-elettorale anche la «par condicio», cioè la legge che garantisce pari visibilità a tutte le forze politiche. «Questa è una materia su cui dovremo riflettere dopo le elezioni - dice Veltroni al Tg4 di Fede - ma è un tema che va affrontato con una discussione tra le forze politiche per scrivere insieme le regole del gioco».
Coincidenza di vedute totale anche in politica estera. Ieri sera sì definitivo del senato alle missioni militari: 194 sì, 46 no. Ha votato contro solo la Sinistra arcobaleno e Sinistra critica. Compatto il Pd insieme a tutto il centrodestra.
Riassumiamo. La campagna elettorale è appena iniziata ma dopo le elezioni Veltroni e Berlusconi decideranno insieme su: politica estera, riforme istituzionali, legge elettorale, sistema tv, sanità, infrastrutture, tutele ambientali e scelte energetiche. Più che un dialogo è un governo di legislatura.

Vedi on line : http://www.ilmanifesto.it/Quotidian...