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29 aprile 2005, 11:38

Giustizia: Andreotti lancia un appello in Senato per i carcerati

Vita, 28 aprile 2004

Nel suo intervento in Senato per la discussione sulla fiducia al nuovo governo, Andreotti chiede un provvedimento di clemenza per i detenuti, e avverte non cambiate la Costituzione. "Stiamo rischiando la tubercolosi delle istituzioni". Giulio Andreotti prende la parola nel dibattito sulla fiducia al governo Berlusconi e attacca la maggioranza sul tema della riforma della Costituzione. "Non è questo - dice il senatore a vita - il modello votato quasi all’unanimità dall’assemblea costituente nel dicembre 1947. Vorrei pregarla, signor presidente del Consiglio - aggiunge rivolgendosi a Berlusconi - di riflettere attentamente: varare a maggioranza semplice una ristrutturazione della Costituzione rischia di spaccare il Paese".

Andreotti evoca i "giorni caotici del 52", quelli della cosiddetta "legge truffa". Poi passa a parlare delle sue preoccupazioni di fronte alle parole del premier sul partito unico. "Può darsi che noi vecchi - dice - indugiamo troppo nei ricordi, ma spesso non si tratta di meditazioni inutili. Quando vedo la proposta di un soggetto unico destinato a segnare la storia d’Italia per molti anni avverto una fortissima preoccupazione, che vale tanto se sarà lei a guidare questa Italia diversa o se la erediterà Romano Prodi o qualsiasi altro. Dobbiamo invece difendere questa nostra repubblica parlamentare".

Infine Andreotti chiede di approvare presto un provvedimento di clemenza per i carcerati. "Quando ce ne parlò Giovanni Paolo II alla Camera l’applauso fu lungo e unanime. Non possiamo continuare a disattendere quell’appello". Andreotti si rivolge al ministro Castelli affinchè sblocchi la Costituzione: "Tra l’altro - osserva - il ministero della Giustizia da anni definisce intollerabile l’affollamento delle prigioni".

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