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19 maggio 2005, 17:57

GIUSTIZIA
Salviamoli dai processi

«Amnistia e riforme per difendere i movimenti». 8mila attivisti inquisiti in Italia

Lotte e diritti Avvocati e parlamentari a convegno con Imposimato. E D’Erme e Lutrario che rischiano l’arresto per le case occupate

A. MAN. ( da "il manifesto" 18/5/2005 )

ROMA

Per una volta l’aula magna della corte d’appello di Roma si è aperta a sindacalisti di base e attivisti che di solito, nelle aule di piazzale Clodio, ci vanno da imputati.

Tema del dibattito i loro processi, quelli cioè che coinvolgono oltre ottomila tra lavoratori, disoccupati, studenti, occupanti di case,pacifisti e ambientalisti in tutta Italia (secondo i dati diffusi dalla Rete per il reddito sul manifesto di ieri) inquisiti per i più diversi reati, dai blocchi stradali alla resistenza a pubblico ufficiale fino alle più cervellotiche ipotesi associative o di estorsione o di rapina.

Un convegno per tornare a parlare di amnistia, Costituzione e lotte sociali, a pochi giorni dall’udienza sulla richiesta d’arresto per il consigliere comunale disobbediente Nunzio D’Erme e di altri di Action, l’Agenzia comunitaria diritti che ha occupato le case in cui vivono centinaia di famiglie a Roma ma viene considerata un’associazione per delinquere.

Leader vecchi e nuovi dell’antagonismo romano, come Vincenzo Miliucci e Guido Lutrario che rischia l’arresto con D’Erme, si sono ritrovati allo stesso tavolo con Ferdinando Imposimato, che fu giudice istruttore nei processi alle Br e poi parlamentare Ds e oggi si lancia anima e corpo nella battaglia per l’amnistia «per i reati di modesto allarme sociale» e per la difesa dei movimenti, «coscienza critica dell’opposizione» e strumento di «tutela della legalità che significa anche - rileva Imposimato - legalità costituzionale e dunque rispetto dei diritti fondamentali». Casa, lavoro e reddito. Al convegno organizzato da Giuristi democratici, Rete per il reddito e Forum Libertà di movimento hanno partecipato avvocati (Crisci, Lucentini, Salerni, Petrucci) e i parlamentari che hanno raccolto le sollecitazioni dei disobbedienti, delle Rappresentanze sindacali di base e dei Cobas (Cento, Pettinari, Siniscalchi, Russo Spena). Valerio Guizzardi dell’associazione Papillon ha ricordato la battaglia per l’amnistia e l’indulto che è ripresa nelle carceri.

Pochini i magistrati, cinque o sei in tutto. Domenico Gallo ha preso la parola, tra l’altro, per riconoscere che «la critica è essenziale alla giurisdizione», oltre che per indicare i pericoli della ipercriminalizzazione modello Usa che si ritrova in leggi come la Cirielli sulla recidiva. E dopo Imposimato una delle relazioni è stata affidata Gennaro Francione, giudice drammaturgo e autore tra l’altro di celebri assoluzioni in tema di pirateria digitale e occupazioni di immobili, il quale ha entusiasmato i disobbedienti in platea parlando dell’utilizzabilità di scriminanti come lo «stato di necessità» o la «legittima difesa sociale» per escludere il reato in certe condizioni.

L’amnistia e l’indulto, vista la maggioranza dei due terzi richiesta, sembrano piuttosto lontani. E il cammino verso riforme del codice penale, come l’introduzione di nuove scriminanti che riconoscano il «valore sociale» di atti astrattamente illegali, non è più agevole. C’è invece da agire in fretta se si vuole evitare che le mobilitazioni come quelle di Scansano e Acerra contro le scorie radioattive e l’inceneritore, le lotte dei disoccupati napoletani o fenomeni come il «trainstopping» contro i treni della guerra nel 2003, per non dire le occupazioni delle case o la «spesa sociale» contro il carovita, finiscano con condanne più o meno pesanti a carico di centinaia se non migliaia di persone.