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> L’occasione Pannella

27 novembre 2005, 16:45

Marco Pannella su Adriano Sofri e l’amnistia

Roma, 26 novembre 2005

• Dichiarazione di Marco Pannella

Ieri sul foglio Adriano Sofri ha scritto:

"HO SENTITO MARCO PANNELLA E FRANCESCO COSSIGA ANNUNCIARE CHE SARANNO ALLA TESTA DI UN CORTEO CHE RIVENDICHERA’ UN’AMNISTIA PER I CARCERATI POVERI, CIOE’ PER I CARCERATI, A NATALE. UN PASSO DIETRO DI LORO CAMMINERA’ IL MIO SPIRITO"

La Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà, che avrebbe dovuto abbracciare a Roma le sedi del Parlamento, del Governo, per concludersi in Piazza San Pietro e Piazza del Quirinale, è ancora… ipotetica. A mio avviso, comunque, non potrebbe tenersi senza la partecipazione di Adriano Sofri. Se lo stato della sua convalescenza lo richiederà, si sposterà a Pisa.

La nonviolenza ci detta di rivolgerci al Potere. Anche il peggiore e infame. Con fiducia e amore civico, perché rispetti la sua stessa legalità, la moralità che gli è propria e necessaria.

Obbediremo. Ma non senza Adriano Sofri. Proprio quando e se questo Potere, nel suo insieme impotente e feroce, avesse compiuto l’opera ultradecennale volta ad assassinarlo in spirito, in corpo.

NON MOLLARE PROPRIO ORA, ADRIANO!

Qualche settimana fa, sempre su "Il Foglio", Adriano mi invitò a non rimandare più oltre di adempiere a miei compiti e doveri da lui e pochi altri conosciuti, che rischierebbero di restare altrimenti "privati".

E’ il suo (oso dire: nostro) modo di vegliare sulle ragioni e sulla destinazione del nostro essere compagni e amici; è il "memento mori", dolce e intransigente, di onorare con compassione, se non il mondo, l’un l’altro, il noi, vissuto e vivente.

Ora comprendo, collego quel che sta facendo, e che stava mostrando alla nostra debole vita, il briccone.

No, Adriano! Anche tu hai qualcosa di non compiuto, da compiere, che stiamo per compire e non lo sarà, "per ora", (cioè: non sarà) senza di te; accettando di essere "spirito" "rassegnandoti" a lasciar loro il corpo che finora hanno recluso, ma mai avuto, posseduto.

Adriano, la nostra nonviolenza, il nostro amore, la nostra storia (come oso interpretarli, leggerli) non ci consentono di negare loro "per sempre" l’amnistia. Ai potenti, resi dementi, folli dall’impotenza del "potere", che questa "amnistia" hanno negata, beffata, derisa. Costringiamoli finalmente a concederla. Anche a loro, che ne hanno avuto, hanno e avranno bisogno, necessità.