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Pace da tutti i Balconi

Publie le dimanche 13 avril 2003 par Open-Publishing

Sette mesi fa nasceva "Pace da tutti i
Balconi !", una campagna che è riuscita in un’impresa che solo un
gruppo di sognatori poteva credere realizzabile :
cambiare il volto delle nostre città e dei nostri paesi, cambiare il
corso
della
storia.
In questo momento, stimiamo ci siano tre milioni di bandiere della
pace
sventolanti sulle case, ma anche sulle chiese, sulle scuole, sui
municipi, che è come dire che almeno dieci milioni di persone si
sono riconosciute in questo simbolo.

Questa fortissima adesione ha certamente contribuito a rafforzare la
campagna tesa a fermare la guerra in Iraq che ha avuto il suo apice
nella manifestazione di Roma del 15 febbraio scorso, quando sotto una
marea di vessilli arcobaleno hanno sfilato circa tre milioni di
cittadini, nella più imponente manifestazione pacifista di tutto il
mondo, ed ha contribuito a far sì che la mobilitazione per la pace
continuasse anche a guerra in
corso, con centinaia di migliaia di persone che partecipano
quotidianamente a manifestazioni, veglie, fiaccolate, sit-in per la
pace, nei circa cinquanta - sessanta eventi (considerando solo quelli
più rilevanti) che ogni giorno continuano a costellare l’Italia.

Quello che questi numeri dicono è il risultato di una campagna che il
mondo intero guarda stupefatto. Le lettere che ci giungono da chi ha
avuto occasione di visitare il nostro paese ultimamente ne sono
testimonianza. Quello che le cifre non possono descrivere è il
popolo dell’arcobaleno, nato e cresciuto in questi mesi. Un popolo che
non è una massa indistinta, ma una folla di volti, ciascuno unico ed
irripetibile. Volti,
persone che hanno preso posizione sul tema della guerra, con un gesto
semplice ma non per questo meno impegnativo o importante.

Questa mobilitazione non è riuscita ad impedire la guerra, ma siamo
coscienti che mai come in questo caso l’opinione pubblica abbia
influito in maniera determinante sugli eventi : il nostro governo,
nonostante abbia sostenuto politicamente la guerra e fornito basi e
supporto logistico è stato impossibilitato a intervenire nel conflitto
con una
partecipazione diretta di soldati e mezzi militari italiani.

Anche a livello europeo si è innescata una reazione a catena che ha
isolato e messo in minoranza gli Stati che hanno appoggiato la guerra.
La guerra stessa, nelle riflessioni degli interventisti è stata vista
come guerra ingiusta ma dolorosamente necessaria ! Ciò ha portato ad
includere nei piani di chi ha preparato l’attacco il dovere di
limitare al massimo le perdite fre i civili, per non perdere del tutto
la faccia. Può
sembrare poco, ma tutto questo non era affatto scontato, ed è stato
possibile grazie ad ogni singola famiglia, scuola, parrocchia,
associazione, movimento, istituzione, che
ha esposto e mantenuto esposto il vessillo della pace per tutti
questi
mesi.

Grazie a questo impegno, è cresciuta la consapevolezza rispetto alla
guerra ed al problema della giustizia nei Paesi del Terzo mondo. Sono
state smascherate le ipocrisie di chi voleva giustificare la guerra
con la lotta al terrorismo o con l’impegno
per la libertà e la democrazia. Molta gente ha capito che questa
guerra, come tutte le guerre, nasce per soddisfare gli interessi di
pochi, mentre crea morte e sofferenze indicibili per i popoli che la
subiscono. Il no a questa guerra è diventato il no a tutte le
guerre, anche quelle più lontane e dimenticate. Il sì alla pace ha
aperto le porte all’impegno quotidiano per nuovi stili di vita più
attenti alla giustizia e all’impatto dei nostri comportamenti
sull’ambiente e sulle condizioni di vita in tutto il pianeta.

Il frutto più bello della campagna "Pace da tutti i balconi !" è però
aver fatto capire una cosa fondamentale : che la pace si costruisce
con il contributo di tutti e di ciascuno, per
quanto piccolo possa sembrare. Insieme si può arrivare a risultati
grandi, a piccoli passi e con sacrificio si possono modificare
situazioni che sembravano fuori portata.
Ora è importante che questa inestimabile ricchezza umana non si
disperda.
Il valore politico di questo movimento non può e non deve essere
ingabbiato all’interno di partiti e schieramenti elettorali. Il popolo
dell’arcobaleno è e deve restare trasversale, capace di spronare
tutti i partiti a compiere gesti di pace, incoraggiando
tutti e ciascuno a testimoniare i valori della pace all’interno dei
programmi elettorali che vorranno proporre al vaglio degli elettori.
Ci auguriamo infatti che i partiti politici facciano tutti la loro
parte, dando sempre maggiore spazio alla fame e sete
di giustizia e pace che i cittadini in maniera così eterogenea, hanno
voluto
testimoniare.

Sappiamo che forte potrebbe essere la tentazione da parte delle forze
politiche di appropriarsi della bandiera della pace per scopi
elettorali. Non è così che potranno rispondere ai cittadini ! In Italia
tutti hanno percepito che la Pace,lungi
dall’essere una parola d’ordine di alcuni partiti politici, era ed è
un
valore che può essere condiviso da tutti, credenti e non, di destra,
centro o sinistra, di qualsiasi razza e ceto sociale.

Le risposte che ci attendiamo dai partiti politici sono altre :
vogliamo sapere cosa ne pensano della liberalizzazione del commercio
internazionale
delle armi, approvata proprio durante la guerra e passata sotto
silenzio ; vogliamo sapere qual è la loro posizione sui progetti di
difesa comune europea, che prevedono la creazione di altri eserciti
ed un ulteriore aumento delle spese militari ; vogliamo sapere se si
impegneranno affinché, nella futura Convenzione Europea, sia sancito
il diritto alla pace, il ripudio della guerra, la neutralità attiva
dell’Unione ; vogliamo sapere
come intendano implementare concretamente il dettato costituzionale
che
all’art. 11 "ripudia la guerra come strumento per la risoluzione dei
conflitti internazionali".

Ma non solo. Vogliamo anche capire perché ci siamo fermati (dopo le
promesse) nel programma di riduzione del debito dei Paesi del Terzo
mondo ; vogliamo capire quali sono (se ci sono) le proposte per
garantire a tutti i popoli l’accesso al cibo, all’acqua, alle cure
mediche e sanitarie ; vogliamo sapere come i partiti intendono
accogliere chi arriva in Italia fuggendo dalle guerre e dalla fame ;
vogliamo sapere cosa intendono fare di fronte ad un modello economico
socialmente ed ecologicamente insostenibile ;
vogliamo capire che ruolo hanno in mente per il nostro Paese rispetto
alle guerre più o meno dimenticate che continuano ad insanguinare il
pianeta.

Tutto questo lo vogliamo vedere scritto nero su bianco nei programmi
dei partiti politici e soprattutto, fin da adesso, lo vogliamo vedere
nel loro agire quotidiano in Parlamento e in tutte le sedi
Istituzionali. Crediamo che gli Italiani abbiano diritto a queste
risposte, per poter decidere di conseguenza. Siamo certi che questa
volta non si accontenteranno di barattare queste risposte con qualche
bandiera arcobaleno su manifesti e volantini elettorali.