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sbattezzo

Publie le samedi 19 avril 2003 par Open-Publishing

Dal sito www.uaar.it

Lo sbattezzo
come cancellare gli effetti civili del battesimo

CHE COS’È IL BATTESIMO ?

Stando al catechismo della Chiesa cattolica, il battesimo è il mezzo « mediante il quale ci si libera dal peccato e, rigenerati come figli di dio, si diventa membra di Cristo, ci si incorpora alla Chiesa e resi partecipi della sua missione ». Come un bambino di pochi giorni possa essere reso partecipe della missione della Chiesa resta, ovviamente, un mistero della fede.
Va ricordato che il battesimo è un rito estraneo alla narrazione evangelica : l’unico passo esplicito (Mt. 28,19) è spesso considerato dagli studiosi come una manipolazione posteriore, mentre Gesù, pur battezzato da Giovanni, personalmente non battezzò mai nessuno, né tanto meno risulta siano mai stati battezzati gli apostoli.

PERCHÉ LA CHIESA BATTEZZA I NEONATI ?
Gesù decise di farsi battezzare solo quando ebbe compiuto trent’anni. Né la Madonna, né san Giuseppe gli imposero nulla quando era in fasce.
Agli albori della cristianità il battesimo veniva impartito agli adulti.

Successivamente, con l’affermarsi della nuova religione, il rito venne gradatamente anticipato a causa dell’elaborazione teologica del peccato originale, tuttora in vigore. Ancora oggi, infatti, la Chiesa ritiene che i bambini « nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale » e hanno bisogno del battesimo « per essere liberati dal regno delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di dio ».

Se un neonato non ha la potestà legale di stipulare alcun atto, non si capisce a maggior ragione perché debba compiere, dopo pochi giorni di vita, una scelta che potrebbe pregiudicarne - da un punto di vista religioso - l’accesso al paradiso. La palese assurdità della cosa ha spinto la maggior parte delle Chiese ad istituire la cresima, o confermazione in età adulta della "presunta" volontà del neonato di farne parte. La Chiesa cattolica ha tuttavia, anche in questo caso, giocato molto sporco, anticipando progressivamente l’età della Cresima, che oggi viene ammannita anche a dieci anni.

IL BATTESIMO COME ADESIONE ALLA CHIESA CATTOLICA : È LEGALE ?
Il codice di diritto canonico, al canone 868, stabilisce questa assurda norma : « il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori » !
Qualora si verificasse, i genitori dello sfortunato bambino potrebbero denunciare il battezzante per violazione dell’art. 30 della Costituzione.

Ricordiamo che tale articolo stabilisce che « è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i propri figli ». Attenzione, però : « istruire » non significa affatto « imporre ». Insegnare ai propri figli la verità della religione cattolica non deve quindi avere come automatica conseguenza l’adesione vita natural durante alla Chiesa cattolica, così come insegnare ai propri figli il gioco degli scacchi non deve comportare l’iscrizione vita natural durante al club degli scacchi.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 239/84 ha inoltre stabilito che l’adesione ad una qualsiasi comunità religiosa debba essere basata sulla volontà della persona : difficile, a nostro avviso, rintracciare tale volontà in un bambino di pochi giorni. Infine, secondo la legge 675/96, l’appartenenza religiosa è considerata un dato sensibile, esattamente come l’appartenenza sindacale e politica, la vita sessuale e alla salute dell’individuo. Non si capisce pertanto perché, se la legge impedisce ai genitori di iscrivere i propri figli ad un sindacato, ad un partito, ad un’associazione gay, non debba conseguentemente impedire l’adesione ad una organizzazione religiosa.

L’USO STATISTICO DEL BATTESIMO DA PARTE DELLA CHIESA CATTOLICA
Ogni elaborazione statistica delle convinzioni religiose (e non) di una comunità di essere umani si scontra, oltre con l’incertezza di molte persone, anche e soprattutto con la tendenza degli enti cultuali a sovrastimare i propri aderenti.
La Chiesa cattolica non si astiene da ciò : anzi, con la politica dei numeri riesce spesso a piegare la politica dei politici.

Essa, infatti, ogni dodici mesi pubblica un Annuario Pontificio col quale sottolinea la propria condizione di religione "number one" quanto a fedeli : oltre un miliardo. Di questi, circa 56 milioni sarebbero italiani, ovvero il 98% della popolazione.

Sono cifre chiaramente fantasiose, ma frutto di una loro logica : sono infatti basate sul registro dei battezzati. Tale registro è il frutto di un semplice aggiornamento del dato in possesso al parroco alla data di rilevazione precedente, aumentato dei battesimi e diminuito dei funerali.

Il fatto che una persona, battezzata, finisca per maturare convinzioni diverse non viene quindi automaticamente registrato dalla Chiesa, che teoricamente perpetua l’errore per l’eternità.

Con queste cifre gonfiate il Vaticano presenta poi il conto ai governi, sostenendo di rappresentare ad esempio pressoché l’intera popolazione italiana, ed ottenendo un ascolto e dei privilegi assolutamente ingiustificati. Tutti i sondaggi d’opinione concordano nel dimostrare l’assurdità di certe cifre.

Cercare di far collimare i numeri è possibile solo attraverso un massiccio invio di comunicazioni di fuoriuscita.

PERCHÉ CANCELLARE GLI EFFETTI DEL BATTESIMO ?
Non certo per fare un contro-rito vendicativo : nessuna associazione laica lo riterrebbe una cosa seria.
Ci sono invece motivazioni ben più importanti :

per coerenza : se non si è più cattolici non vi è alcuna ragione per essere considerati ancora tali da chi non si ritiene più degni della propria stima ;

per impedire alla Chiesa cattolica di conteggiare tra i propri sostenitori anche chi non lo è : andando poi a trattare con i governi sbandierando cifre improbabili, ed ottenendo privilegi ingiustificati a danno dell’intera comunità ;

per una questione di democrazia : troppo spesso il clero cattolico, convinto di rivolgersi a tutta la popolazione della propria parrocchia, "invade" la vita altrui (pensiamo alle benedizioni natalizie, o più banalmente al rumore prodotto dalle campane). Si crea così una sorta di "imposizione teocratica" e si diffonde la convinzione che bisogna battezzare, cresimare, confessarsi e sposarsi in chiesa per non essere discriminati all’interno della propria comunità. Abbattere questo muro è una battaglia essenziale per vivere in una società veramente libera e laica.

Per rivendicare la propria identità nei passaggi importanti della propria vita. Non essere più cattolici comporta l’esclusione dai sacramenti, l’esclusione dall’incarico di padrino per battesimo e cresima, la necessità di una licenza per l’ammissione al matrimonio (misto), la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di ripensamento da parte dell’interessato. Significa quindi non dover sottostare alle richieste del proprio futuro coniuge di voler soddisfare la parentela con un rito in chiesa, non vedersi rifilare una estrema unzione (magari mentre si è immobilizzati), e avere la sicurezza che i propri eredi non effetturanno una cerimonia funebre in contrasto con i proprî orientamenti.
L’ASSOCIAZIONE PER LO SBATTEZZO
L’Associazione per lo Sbattezzo nasce negli anni ’80 proprio su queste tematiche, che porta avanti attraverso l’organizzazione di meeting anticlericali, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Suo il merito di aver sollevato il problema in Italia : attraverso questa associazione sono partite le prime lettere verso le parrocchie italiane. Oggi la parola "sbattezzo" è entrata a far parte dei dizionari.
L’INIZIATIVA GIURIDICA DELL’UAAR
Nel 1995 l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha avviato una campagna per la "bonifica statistica" dei battezzati. Dopo aver verificato le risposte fumose ed evasive alle richieste di cancellazione ricevute dai parroci (le poche volte che costoro si degnavano di rispondere), ha preferito spostare il confronto in sede giudiziaria.
Attraverso un socio individuato ad hoc, ha così intrapreso un ricorso al Garante per la protezione dei dati personali (Stefano Rodotà), chiedendo di intervenire nei confronti delle parrocchie refrattarie alla cancellazione del battesimo.

IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA GIURIDICA UAAR
Nel settembre 1999 il Garante per la protezione dei dati personali si è pronunciato sul ricorso del socio UAAR.
Secondo il Garante non si può cancellare il battesimo, in quanto documenta un episodio effettivamente avvenuto : inoltre, anche in questo caso, la doppia ragione sociale di stato estero e di ente religioso permette alla Chiesa di usufruire di privilegi che altre confessioni non hanno.

È però possibile, per chiunque lo desideri, far annotare la propria volontà di non appartenere più alla Chiesa cattolica. Si tratta di un riconoscimento importante, con il quale per la prima volta la giurisprudenza italiana stabilisce un metodo per l’ottenimento di un elementare diritto civile, quello di non essere più considerati "figli della chiesa".

Clicca qui per il comunicato del Garante.

Lo sconcerto cattolico deve essere stato notevole, se persino un esponente considerato "illuminato" come don Zega, dalla prima pagina della "Stampa" del 29 settembre 1999, riusciva a confondere UAAR e Associazione per lo Sbattezzo, cercando poi di buttare tutta la vicenda sul goliardico.

Come conseguenza pratica, però, l’iniziativa dell’UAAR ha costretto la Conferenza Episcopale Italiana ad emanare già il 20 ottobre 1999 un Decreto Generale sull’argomento.

L’UAAR, incassato il parziale successo, ha comunque deciso di ricorrere al tribunale di Padova, che ha in sostanza confermato quanto statuito da Rodotà, sancendo però che « è lo Stato che si riserva il potere di verificare se sussistano i presupposti per escludere il proprio intervento con riguardo agli atti dell’autorità ecclesiastica ».

Nel novembre 2002 la Conferenza dei vescovi italiani, riunita in assemblea plenaria, ha dovuto confermare la legittimità delle richieste formulate col modulo UAAR.

COSA BISOGNA FARE PER NON ESSERE CONSIDERATI PIÙ CATTOLICI ?
se si conosce la chiesa presso la quale si è stati battezzati, bisogna semplicemente scrivere una lettera al parroco con la quale si chiede che sia annotata la propria volontà di non far più parte della Chiesa cattolica. Non è necessario fornire alcuna motivazione. Clicca qui per una lettera modello, oppure qui per scaricarla in formato *.RTF ; è altresì disponibile in formato *.PDF.

se non la si conosce (oltre a fare un tentativo collegandosi a www.parrocchie.it), è possibile spedire una lettera dello stesso tenore al vescovo della diocesi di origine (elenco disponibile su www.chiesacattolica.it/cci_new/diocesi). Clicca qui per una lettera modello, qui per scaricarla in formato *.RTF ; anche di questa lettera è disponibile la versione in formato *.PDF.

Consigliabile, visti gli interlocutori, una raccomandata con accusa di ricezione : indispensabile richiedere la conferma dell’avvenuta annotazione.
Nel caso vengano frapposti degli ostacoli, chiediamo a tutti di segnalarcelo a soslaicita@uaar.it per ottenere una consulenza sull’argomento. La campagna avviata dall’UAAR ha infatti provocato un discreto sgomento all’interno delle gerarchie cattoliche. Sul magazine dei sacerdoti Vita Pastorale del luglio 2002 mons. Battaglino, pur riconoscendo come « del tutto legittima la richiesta presentata per iscritto dall’avente diritto di far annotare a margine dell’atto di battesimo come parte integrante di esso il sopravvenuto rifiuto dell’appartenenza alla Chiesa cattolica e di pretendere dal responsabile dei registri la comunicazione scritta dell’avvenuta annotazione », è arrivato a sostenere che « mancando tutt’ora il regolamento attuativo, promesso ma non ancora stilato, di queste disposizioni, si suggerisce di accusare ricevuta della richiesta notificando la riserva di renderla operativa appena possibile ». Una posizione arbitraria e giuridicamente non sostenibile.

Ricordiamo che - in mancanza di risposta da parte della parrocchia - è possibile presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali : alcuni soci UAAR hanno già avuto soddisfazione proprio in virtù di un intervento del Garante stesso.

LA BATTAGLIA ALL’ESTERO
Il problema dello sbattezzo non è solo italiano : lanciato in Belgio alcuni decenni fa da Alternative Libertaire, ha calamitato l’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto in Francia.
Qui la legge ha sancito sia il diritto alla cancellazione, sia il dovere dell’ente ecclesiastico di fornire prove della stessa : i vescovi di Carcassone e Mende hanno rischiato pesanti condanne per non aver provveduto nei termini stabiliti. Clicca qui per aggiornamenti sulla campagna di sbattezzo in Francia, a cura di Europe et Laïcité oppure qui, a cura di Vivre au Présent.

In Germania le cose sono ancora più semplici : una legge del 1919 impone alle religioni di "contare" i propri membri in base alla volontà dei propri fedeli di versare una somma variabile tra l’8 ed il 10 per cento delle proprie imposte. Se non si vuole pagare questa tassa si è automaticamente fuori dalla Chiesa e cessano gli effetti del battesimo, mentre se si é battezzati si é invece obbligati a pagare le tasse alla propria Chiesa. La dichiarazione ufficiale di uscita dalla chiesa è effettuabile a partire dal raggiungimento della maggiore età.

Clicca qui Per quanto riguarda il problema in Svizzera.