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vivere in italia

Publie le mercredi 19 février 2003 par Open-Publishing

INCUBO

Questa notte ho sognato che mi sposavo in una grande chiesa, in una cattedrale gotica. Contornato da ceri e orpelli il prete officiante si fotteva la mia futura moglie sull’altare rammentando agli astanti l’obbligo alla fedeltà che imponeva la nostra sacra unione. Osservavando l’andirivieni sempre più concitato del prete e il suo volto arrossarsi mentre rabbiosamente chiavava esclamando "finche morte non vi separi !" sentii mormorii di contentezza e approvazione dalla navata. Forse da li’ non si vedevano bene i traffici dell’uomo di chiesa, forse piacevano, o forse ero io che mi facevo indegnamente strane idee… Fatto sta che poco dopo mi ritrovai su un aereo, vestito da sposo, con sulle spalle lo zainetto nel quale tengo il computer. Un tenente dell’esercito degli stati uniti mi incitava a gettarmi dal portellone aperto ma io ovviamente resistevo spiegando che sulle spalle portavo un computer, non un paracadute. Ma dietro una lunga fila di novelli sposi, tutti con computer sulle spalle premeva, spingeva : volevano buttarsi subito. "Neanche voi avete il paracadute" insistevo, ma loro sfottevano "fifone, paraculo" e a furia di ruzzate caddi nel vuoto. Nel vuoto del mio computer che non funzionava perché rotto, come spiegavo al commesso del negozio dove l’avevo comprato. "E’ perché lei non é capace d’installare i driver" mi disse dopo averli installati sprezzante lui stesso ma con il computer che continuava a non funzionare. Ringraziai per sottrarmi al linciaggio dei clienti che avevo fatto aspettare a causa della mia incompetenza e col computer rotto andai a fare la spesa dal mio gioielliere di fiducia, quello coi brillanti incastonati nei quattro canini, che mi vendette una minuscola bistecca da un quarto di stipendio al chilo. "Me ne dia la metà" dissi osservando che sul buono d’aumento di stipendio il mio stipendio era diminuito di un terzo. "Ma come, con gli aumenti generalizzati di stipendio che abbiamo avuto tutti non é neanche capace di comprare un bistecca intera ?" disapprovo’ la grassissima signora che avevo affianco masticando fegato crudo. Persino la carne dietro al bancone per disapprovazione prese a puzzare ed io pagai ma dimenticai deliberatamente il pacchetto. Uscendo dalla macelleria entrai nel circolo del partito ma era diventato un televisore. Proprio un televisore.
Perché questa notte ho sognato di dovere difendere l’ovvio, cosa che odio ; di
Ringraziare per il tabacco diventato cattivo, di
vivere in Italia.