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10 luglio 2016: Bari, Predator e soldati cinesi all’assalto...

Publie le mercoledì 8 luglio 2009 par Open-Publishing

Bari 10 luglio 2016
Predator e soldati cinesi all’assalto…
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_11.htm

Il generatore incominciò a tossire e dopo qualche secondo, che sembrò avesse ripreso a funzionare , si fermò definitivamente.
Gazzella_dai _capelli_elettrici( così si faceva chiamare Ilaria secondo l’ultima moda dei neo-punk che voleva l’uso di pseudonimi richiamanti quelli dei pellerossa che nell’800 avevano combattuto contro i bianchi)) diede un pugno di stizza sulla consolle di controllo del trasmettitore di jamming, ormai divenuto un ammasso elettronico inutile. Le ultime gocce di gasolio recuperate dai serbatoi di automezzi distrutti ed abbandonati per le strade della città si erano volatilizzate nell’alimentare il generatore che forniva la corrente al trasmettitore di disturbi elettronici. Istintivamente gli occhi si rivolsero al cielo, anche se questo era qualche metro di sassi e cemento sopra di loro. D’ora in poi gli uomini (se così potevano definirsi i ragazzini della brigata Bellomo) avrebbero dovuto nascondersi nelle fogne e nei cunicoli di Bari vecchia, poiché i Predator inviati dalla base di Amendola, vicino Foggia, sarebbero stati padroni assoluti della vita di superficie, pronti a lanciare micidiali missili capaci di uccidere nel raggio di qualche decina di metri dal punto di impatto.

La cattura del disturbatore , un apparato capace di lanciare impulsi di circa un megawatt su un’infinità di frequenze era stata un gran colpo di fortuna che aveva permesso alla resistenza barese “bellomista” di mettere in seria difficoltà non solo le comunicazioni tra i reparti dei bersaglieri cinesi della Brigata Garibaldi e il Quartier Generale, ma innanzitutto impedito l’attività di ricognizione e di killeraggio, da parte degli UAV, gli aerei-robot sull’area di Bari.
Gazzella-dai-capelli-elettrici prima di abbandonare l’apparato ormai inerte , calmata la sua rabbia, lo ringraziò mentalmente per la gioia che aveva donato loro quando un Predator impazzito, sotto la tempesta elettronica che lo aveva colpito, si era schiantato al suolo sotto il naso dei bersaglieri. Era stato nel marzo del 2016, quando una nuova rivolta generalizzata su tutto il territorio barese aveva costretto le truppe confederate a rinchiudersi nelle posizioni precedenti al blitz di dicembre, dopo che i reparti Israeliani, albanesi e contingenti ONU erano stati richiamati in altre aree infuocate del pianeta.

Il trasmettitore era originariamente montato su un blindato Lince, un Lince –PT, dotato di un antenna di circa due metri e gruppo elettrogeno trainato. Si trattava di una variazione dei VM-90 PT utilizzati come creatori di disturbi per neutralizzazione di IED , gli Ordigni improvvisati e/o telecomandati.
Durante la battaglia di dicembre esso era caduto nelle mani dei ribelli , precipitando in una voragine che si era aperta sotto le sue ruote nei pressi della basilica di San Nicola e fortunatamente tra i “bellomisti” c’era un vecchio sergente che anni prima aveva lavorato con un apparato simile in Afghanistan. Un ex-soldato , di origine barese che con grande ingegno era stato capace di sintonizzare le emissioni del lanciatore di impulsi sulle frequenze codificate degli UAV Predator dopo che un misterioso confidente tra le truppe confederate, che si faceva chiamare “Ultimo”, aveva comunicato loro le chiavi di accesso alla banca dati del 28° gruppo di Foggia Da allora , e fino a quando il generatore elettrico che alimentava il trasmettitore aveva potuto funzionare, le azioni di guerriglia all’aperto si erano svolte senza la minaccia delle telecamere installate su quel maledetto aggeggio volante a centinaia di metri sulla loro testa , con il rischio di esser colpiti dai suoi micidiali missili. Con la sua messa fuori uso, a causa della fine delle scorte di gasolio, ora le cose si sarebbero fatte più difficili.
“-Pazienza! Speriamo che Ultimo ci dia una mano!…”-

….Il maresciallo di prima classe Gavino Sassu da pochi minuti era stato informato dal sergente Yang che le attività di disturbo elettronico da parte dei ribelli , iniziate al tramonto e protratte sino all’alba erano cessate. Da una fonte infiltrata tra i ribelli avevano saputo che essi erano ormai a corto di carburante per alimentare il grosso trasmettitore e quindi si sarebbe potuto richiedere l’invio dei Predator da Foggia ed iniziare l’opera di controllo, ricerca e distruzione dei covi dei rivoltosi.
Il maresciallo diede un’occhiata all’orologio e la data che esso riportava gli fece tornare alla mente un altro 10 luglio, quello del 2009.
Un 10 luglio particolare, quello: l’allora caporale Gavino Sassu era stato inviato in servizio antiterrorismo e in ordine pubblico a l’Aquila in occasione del G8 . Ricordava come in quell’occasione i Predator, per la prima volta in Italia, non ancora dotati di missili antisovversivo, furono impiegati come ricognitori per garantire la sicurezza dei Grandi della Terra.Si dovevano prendere grandi decisioni che avrebbero rimediato alla crisi globale che in quel periodo aveva colpito l’economia mondiale, ma il mondo correva ormai di terremoto in terremoto...

Il sergente Yang , istintivamente, mentre il suo superiore consultava l’orologio, fece la stessa cosa e per un caso di telepatia ritornò anche lui indietro nel tempo.alla stessa data, di quel luglio 2009.
In quei giorni lui era una giovanissima recluta dell’esercito rosso Cinese, inviata come altri commilitoni del suo attuale reparto di bersaglieri della Garibaldi , a reprimere i disordini in una remota provincia della grande Cina, dove una minoranza di religione musulmana aveva scatenato una rivolta contro le politiche economiche e sociali decise dal Partito. Una rivolta che aveva costretto il presidente cinese a rinunciare alla presenza nel G8 , facendolo ritornare di corsa in patria dall’Italia e costringendolo ad emanare decisioni draconiane.
Il sergente Yang ricordava i massacri per le strade, i rastrellamenti e le deportazioni di massa di cui lui e i suoi uomini furono direttamente responsabili. Ricordava anche come, lui e gli uomini della sua compagnia , grazie a ciò, furono insigniti di un’alta onorificenza del partito comunista Cinese e come in seguito, grazie a questa esperienza, entrarono a far parte negli speciali reparti di ordine pubblico internazionali posti dall’ONU sotto la guida dei Carabinieri italiani. Reparti speciali messi su in tutta fretta dopo la Grande Rivolta del 2012. La sua vita divenne così un rincorrere rivolte e sommosse, spegnendo gli incendi con il sangue di un’Umanità ormai senza più speranze per un futuro migliore e più umano…

Tratto dal racconto " L’ultimo disertore"’ in corso di stesura dello stesso autore
Antonio Camuso osservatoriobrindisi r5V libero.it
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Pubblicato alla pagina
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Gli altri episodi pubblicati
4 agosto 2015 :Bari, la battaglia dei forni
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/Bari_battaglia_f.htm
30 dicembre 2015: bari, piombo fuso su Barivecchia
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_6.htm