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100mila ai funerali del giornalista armeno Dink, assassinato da estremisti
Publie le mercoledì 24 gennaio 2007 par Open-Publishing
Mercoledì, 24 gennaio 2007
«Siamo tutti Hrant Dink», «siamo tutti armeni», «viva la fraternità dei popoli». Una folla immensa, almeno 100mila persone, ha partecipato ai funerali del giornalista turco-armeno Hrant Dink, ucciso venerdì scorso da un giovane ultra nazionalista. Così come era accaduto nelle manifestazioni che si erano svolte a Istanbul subito dopo l’attentato, moltissimi i cartelli e slogan in ricordo del pensiero di Dink che si definiva «un cittadino turco di cultura ed origini armene» e chiedeva alla Turchia un riconoscimento dei «genocidio degli armeni» degli anni 1915 e 1916 (nel corso del quale secondo molti storici furono uccise almeno un milione e mezzo di persone) ragione per cui era stato processato più volte.

La chiesa era gremita da circa mille persone, mentre altre decine di migliaia stazionavano fuori del sagrato dove erano giunte dopo un corteo di otto chilometri, sorvegliato da circa 6.000 poliziotti, partito dalla sede del giornale Agos di cui Dink era direttore.
Il Patriarca armeno Mesrob II ha tenuto un discorso in turco davanti ai leader religiosi armeni in Turchia ed a dignitari della diaspora armena, tra cui i leader della comunità armena negli Usa e in Germania. Erano presenti anche un consigliere del premier armeno Saloman Ezarat, l’ambasciatore Usa in Turchia, Ross Willson, ed il rappresentante del vaticano ad Istanbul, monsignor Georges Marovitch, oltre a rappresentanti dei governi italiano, francese e svedese.
Anche il governo turco era presente, rappresentato dal vicepremier Mehmet Ali Sahin e dal ministro dell’interno Abdulkadir Aksu. Mentre il presidente turco Ahmet N. Sezer ha inviato una corona ai funerali accolta con applausi dei membri della comunità armena.
da www.unita.it

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