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11 ottobre: senza sinistra non c’è opposizione

Publie le giovedì 25 settembre 2008 par Open-Publishing

Parlano i promotori dell’appello. L’adesione dei quattro partiti

11 ottobre: senza sinistra non c’è opposizione

di Checchino Antonini

Duemilacinquecento firme in appena 24 ore di funzionamento del sito, www.11ottobreinpiazza.org . Dall’appello alla piazza, per raccogliere i segnali di mobilitazione e rilanciarli nei territori. «L’opposizione è nelle nostre mani» è lo slogan scelto per l’11 ottobre dai promotori dell’appello - decine di personalità della sinistra politica, sociale e culturale - a cui hanno aderito tutti i partiti della sinistra radicale (Prc, verdi, Pdci e Sd). La manifestazione, presentata ieri all’hotel Nazionale, partirà alle 14 da Piazza della Repubblica per raggiungere la Bocca della Verità.

Sul palco otto testimonianze, una per ogni punto dell’appello scaturito da un seminario, promosso dall’associazione Sinistra unita e plurale, sulle forme della politica che s’è tenuto a Firenze il 5 luglio. Poi l’appello ha iniziato a viaggiare sui consueti veicoli, i quotidiani della sinistra. La domenica prima ci saranno gazebi in tutta Italia per lanciare la partecipazione e sensibilizzare sui temi: la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra; la difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita; l’attacco alla scuola pubblica, all’Università alla ricerca e alla cultura, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva; la lotta alle forme di dominio patriarcale, l’autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio
pubblico e nelle scelte personali; il valore della laicità dello stato e della piena cittadinanza alle richieste dei movimenti Glbtq; il sostegno alle vertenze territoriali.

«Ci aspettiamo una giornata ricca di partecipazione perché la situazione italiana è la più preoccupante d’Europa - dice uno degli organizzatori, Ciro Pesacane, del Forum ambientalista appena rientrato dal forum sociale europeo Malmoe - da ambientalista, tra l’altro, sono preoccupato dalle risposte autoritarie di Berlusconi e dal rilancio del nucleare».
«Il dato politico rilevante è che le forze politiche della sinistra abbiano risposto positivo all’appello che li invitava a un’iniziativa unitaria, a contribuire alla costruzione dell’opposizione - aggiunge Piero Di Siena, presidente dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra, l’Ars, e portavoce del movimento politico "Per la sinistra" (sigle nae prima della sconfitta, che provengono dalla Sinistra europea, come Socialismo XXI, Uniti a sinistra, Forum ambientalista, Rete femminista ecc...) - i fatti di questi mesi dimostrano che, senza la sinistra, l’opposizione non c’è: il Pd non riesce, la sua opposizione è questione che non è chiara, basti vedere le incertezze e le oscillazioni di Veltroni sull’Alitalia.

C’è una differenza di giudizio sui caratteri di quest’azione di governo della destra e la sottovalutazione ideologica che gli atti di governo - sulla scuola, sullo spirito del ’68, ai provvedimenti che limitano la libertà di stampa - hanno l’ambizione di stravolgere alcuni capisaldi che hanno caratterizzato la storia dell’Italia repubblicana. E le iniziative di Di Pietro sono incapaci di costruire uno spettro complessivo. Che la sinistra, autonomamente, riesca a fare questo sforzo è una delle condizioni che possa consentire lo sviluppo di un fronte largo di opposizione a Berlusconi».

«E’ tutt’altro che un disegno scombinato, quello del governo, è un progetto di società, penso alla costruzione della paura con le politiche sulla sicurezza e alla manovra finanziaria - spiega Anna Picciolini, fiorentina di "Per la sinistra unita e plurale" - il nostro obiettivo è fare l’opposizione insieme ai pezzi di opposizione sociale che stanno venendo fuori, come i No Dal Molin o i No Tav, lotte che non sono parziali, particolari, ma problemi generali che si presentano localmente. Come farla l’opposizione? Adesso in piazza poi in tutti gli altri modi possibili».
Rifondazione, fin dall’inizio, ha lavorato perché l’11 ottobre si concretizzasse.

Lo spiega a Liberazione Roberta Fantozzi, responsabile Lavoro e Welfare per la segreteria nazionale del Prc. «Le politiche aggressive delle destre rivelano un disegno di società classista, razzista, sessista, perché vogliono rompere i residui elementi solidaristici, egualitari, di universalismo dei diritti». L’attacco è alla possibilità stessa di articolare un conflitto, insiste Fantozzi che, ha preso parte alla conferenza stampa con esponenti dei 4 partiti (Francesco Piobbichi e Alfonso Gianni del Prc, i verdi Cento e De Petris, Bandoli e Pisa di Sd e, per il Pdci, Palermi e Venier): «Il governo punta a fomentare la guerra dei penultimi contro gli ultimi, a mutare la natura del sindacato smantellando il contratto collettivo nazionale, attaccando la scuola pubblica.

Segnali positivi ci sono - conclude Fantozzi elencando le scadenze in calendario (dalla giornata d’azione della Cgil il 27 settembre fino alla sciopero generale del sindacalismo di base del 17 ottobre passando per la manifestazione dei migranti del 4 ottobre) ma fino ad oggi le destre hanno potuto marciare rapidissime perché non c’è stata un’opposizione vera. L’11 ottobre servirà a ridare il senso che si può fare un’opposizione efficace con un piattaforma alternativa al disegno delle destre».