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11 settembre 2001. Il giorno che cambiò la vita di tutti
Publie le giovedì 11 settembre 2008 par Open-Publishingdi Alessandro Ambrosin
Oggi gli Stati Uniti ricordano una delle pagine più drammatiche e oscure della loro storia. La ricorrenza dell’11 settembre si consumerà tra cerimonie e cortei silenziosi per rinnovare la memoria di quella tragica mattina di martedì nella quale persero la vita tremila persone. Ma quel terribile giorno fu anche lo spartiacque che cambiò la vita non solo ai cittadini americani. L’undici settembre diciannove militanti appartenenti al gruppo terroristico di Al Qaeda dirottarono quattro voli commerciali, due dei quali colpirono le torri gemelle di New York, che successivamente crollarono per il forte impatto.
Il terzo velivolo colpì il Pentagono, mentre il quarto che presumibilmente era diretto verso la Casa Bianca si schiantò nella contea di Somerset, in Pennsylvania, durante il tentativo dei passeggeri e dell’equipaggio di contrastare l’azione dei dirottatori. La risposta arrivò perentoria da parte del Governo statunitense, che dichiarò guerra al terrorismo. Una guerra a 360 gradi senza esclusione di colpi. L’ attacco all’Afghanistan e al suo governo talebano arrivò senza preavviso, alla ricerca del capo di Al Qaeda Osama Bin Laden. In quei giorni anche i cittadini americani furono presi da una psicosi di vendetta contro le persone di origini medio orientali, tanto che si registrarono vere e proprie spedizioni punitive nei confronti di persone, colpevoli solo di avere origini, abitudini e religioni diverse da quelle locali. Si intensificarono i controlli alle frontiere, negli aeroporti e in tutti quegli edifici ritenuti sensibili a eventuali attacchi. Tuttavia in questo scenario convulso iniziarono ad emergere forti contraddizioni, tanto da gettare seri dubbi sull’origine degli attentati e sulle conseguenze che ne sfociarono.
Si aprirono inchieste e dibattiti, spesso dai toni aspri, dove l’opinione pubblica iniziò a dividersi nell’apprendere notizie che non collimavano più nel puzzle della vicenda. Dall’inaspettato e imprevedibile crollo delle torri gemelle, ai danni determinati dall’impatto al pentagono, inferiori rispetto a quello che avrebbero dovuto provocare. E poi i resti dell’aeroplano che non furono mai ritrovati. Nonostante le prime risposte presentassero forti divergenze sull’accaduto, gli Stati Uniti continuavano a cercare tra le montagne afghane il presunto numero uno di Al Qaeda, il quale, si venne poi a sapere, era in grandi affari con la famiglia Bush. Insomma il quadro della vicenda iniziava a traballare sotto la spinta di vere inchieste e prendeva sempre più forma l’idea che dietro agli attentati ci fosse un piano architettato a tavolino, dai risvolti politici e soprattutto economici dove il petrolio era l’ambito premio.
Ancora oggi le tante sfaccettature di quel giorno restano incomprensibili, e nonostante vani tentativi di fare chiarezza, la realtà delle cose non ha preso il sopravvento. Oggi gli equilibri geopolitici e diplomatici sono stati travolti da quel fatidico 11 settembre del 2001. La conseguenza dell’espansione di una guerra rimane sempre un pericolo all’orizzonte. Quel che resta sono le vittime, cadute in entrambe le fazioni. La maggior parte delle quali erano spettatori innocenti di un disegno sofisticato che ha cambiato le vite della popolazione mondiale. Nessuno escluso.