Home > 1500 docenti affiancano il manifesto dei 67
Il manifesto dei 67 professori de La Sapienza che ritenevano "incongruo" invitare il papa come unico invitato d’onore all’apertura dell’anno accademico ha avuto l’adesione di ben 1500 docenti universitari italiani.
L’esibizionismo protervo del papa che ha preteso anche un’adunata dei cattolici per ricevere sostegno alla sua imposizione è stato ritenuto di cattivo gusto, visto anche che “nessuno aveva mai detto di voler impedire al papa di parlare: semplicemente non si voleva concedere al papa, in quella sede, una veste mai concessa nella storia universitaria, non solo italiana”.
E di pessimo gusto e anticristiano è stato “il circo mediatico che ne è conseguito. La verità è stata rovesciata con ogni mezzo, si è scomodato, citandolo, persino Voltaire”.
Se ci aggiungiamo che per compiacere la vanità del pontefice si è bloccata la nomina al CNR di chi ne aveva diritto, in quanto firmatario, lo scandalo è anche maggiore e mostra che ci si sta avviando a un regime di stampo reazionario-confessionale in cui l’adesione politica o bigotta surrogherà il merito.
I 4 primari di ospedali romani che si sono affrettati a dichiararsi a favore della rianimazione del feto ne fa prova, prova di merito inutile in quanto la stessa è già contenuta nella legge 194, ma prova necessaria che ormai per far carriera sul lavoro non contano merito o capacità ma asservimento politico e prova di ubbidienza religiosa.
Se altri docenti universitari vogliono affiancarsi a questo attentato alle istituzioni laiche dello Stato, l’indirizzo dell’appello è g.galilei2008 h4i gmail.com, a cui è stato affiancato anche il sito historiamagistra.com
Il prof D’Orsi dice: “Viste le "interferenze" vaticane alle quali assistiamo ormai quasi quotidianamente, … sarebbe meglio che la C.E.I. si presentasse direttamente alle elezioni, con Ratzinger candidato, così facciamo prima. Il guaio peggiore, però, e che si sono notevolmente affievolite le forze contrastanti questo andazzo, politiche e culturali. Dovremmo ricordarci tutti, a partire dal governo di centrosinistra uscente, che un accordo con i cattolici non equivale a una sottomissione allo Stato Vaticano. E dovremmo essere contro tutti i fondamentalismi, affinché nessuna religione interfersica contro i diritti laici di uno Stato liberale. Invece grazie alle ingerenze di natura clericale siamo sempre più circondati da atei devoti. Giovanni Paolo II, ad esempio, rispetto a questo papa si occupava molto di più di "politica estera", non solo e quotidianamente di quella italiana.”