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18:44 Migliore su Vicenza: "Per noi parte la controffensiva"

Publie le sabato 17 febbraio 2007 par Open-Publishing
2 commenti

"E’ chiaro che per noi, dopo un successo del genere, parte la controffensiva". Così Gennaro Migliore, capogruppo del Prc alla Camera, sintetizza la strategia del partito alla luce del successo della manifestazione di Vicenza. "Qui è in gioco una confronto politico molto serio tra chi ha un modo di fare politica vecchio e chi invece ascolta e fa parte di un modo nuovo di fare la politica, questo che abbiamo visto anche oggi. Sono venute qua, nonostante gli allarmismi, 200 mila persone per dire la loro, partecipare, chiedere al governo di aggiustare la linea".

www.repubblica.it

Messaggi

  • I leader della protesta: occuperemo l’area destinata alla base americana

    Vicenza, dopo il corteo stop di Rifondazione Ferrero: «Le condizioni sono cambiate, serve il referendum».

    Proposto boicotaggio Coop rosse che partecipano all’appalto

    VICENZA — Nella sala del Comune in Contrà Santa Corona si parla di disarmo nucleare. La capopopolo dei comitati no-base Cinzia Bottene ringrazia gli amici venuti da fuori, poi guarda avanti: «Quando arriveranno le ruspe entreremo con gli avvocati nel Dal Molin e le bloccheremo. Io mi sono già comprata il caschetto, non si sa mai». Sul piazzale di Campo Marzio si smonta il palco del trionfo. Il leader dei Disobbedienti vicentini Francesco «Cesco» Pavin tira pacche sulle spalle, quindi sibila: «Adesso non ci resta che passare alla fase tre: occupare l’aeroporto». Il giorno dopo la «marcia dei duecentomila» la gioia per i numeri e i disordini che non ci sono stati è già stata annacquata da un pezzo. Il tempo di chiudere il corteo, e poi sono arrivate le parole di Prodi a spazzare via ogni speranza: «La piazza non cambia le nostre scelte». Uno schiaffo. Che in un amen ha trasformato l’ipotesi dell’occupazione dei cantieri in «una strategia inevitabile». Un’arma estrema che trova sponda anche nei vertici nazionali di Rifondazione, perché la convinzione è che della manifestazione si debba tenere conto e che a questo punto il territorio vada consultato attraverso un referendum. «Val di Susa-Vicenza una sola resistenza», hanno urlato i no-base in corteo (oltre 20 mila euro di spese). E come per la Val di Susa il momento più critico potrebbe arrivare proprio con l’avvio dei lavori. Quando? «Probabilmente a settembre», dice Cinzia Bottene. «Le imprese che vogliono partecipare all’appalto hanno tempo fino al 6 marzo per segnalarsi. Finora sono una settantina».

    BOICOTTAGGIO - Per loro, aggiunge, Francesco Pavin «partirà subito un’azione di boicottaggio. A cominciare dalle cooperative rosse: Cmc di Ravenna e Cmr di Ferrara. Poi, ad avvio lavori, bloccheremo». In quel momento al loro fianco ci sarà anche l’ex sindaco e vicepresidente ulivista del consiglio regionale Achille Variati: «Senza risposte, in cui ancora spero, è evidente che si arriverà all’occupazione dei cantieri. Ma cosa vuole il governo, passare dal silenzio ai manganelli? Qui è peggio della Val di Susa, non ci sono sindaci al fianco dei cittadini», afferma Variati. Ci sarà anche Don Albino Bizzotto, presidente dei Beati i costruttori di pace: «A Comiso ho preso le botte, ora sono pronto a rifarlo se il governo non lascerà alla gente che questa possibilità. Ma questa è democrazia?». E forse ci saranno anche gli autonomisti veneti (in corteo con i vessilli di San Marco) ai quali il disobbediente Luca Casarini dice: «Credo che con la base autonomista sganciata dalla base romana e lombarda della Lega, potremo fare grandi cose». Il sindaco azzurro Hullweck, che ieri ha polemizzato su slogan e scritte del Gramigna, tuona: «Se bloccheranno i lavori, il governo dovrà risponderne». E il dibattito tra comitati e movimenti si accende. C’è chi pensa a sit-in sui prati del Dal Molin, chi a barricate e scudi. E chi segue padre Alex Zanotelli nell’indicare come esempio il pacifista scalzo Salvatore «Turi» Vaccaro (in Olanda ha sabotato due F16). Ma sia chiaro: «Se non è successo nulla sabato non è merito di Amato ma nostro. Così continueremo», sottolinea la capopopolo Bottene. Che, con i Disobbedienti, però sottolinea: «Qui non è più questione di violenza o non violenza, ma di legalità o non legalità: illegalmente impongono la base, illegalmente la occupo. Anche se, come propone Prodi, la spostiamo di cento metri verso la campagna».

    Alessandra Mangiarotti

    19 febbraio 2007 www.corriere.it

  • Le dichiarazioni di Gennaro Migliore sono precedute da una foto, spero che questo non annunzi la "colonna centrale" magari fra alcuni giorni...Andiamo avanti o meglio fermiamoci sull’esposizione della politica di rifondazione.
    Il Migliore parla di Ascolto della base. E si continua a parlare di successo di partecipazione per la Sinistra radicale.
    Il successo della manifestazione è fondato sull’impegno consapevole dei cittadini di Vicenza che rifiutano Totalmente l’esproprio del territorio per mano americana per fare la guerra. Stop e non è poco, è moltissimo.
    La forza delle loro idee ed azioni, perchè sono mesi che si alternano a questa sventura loro capitata, è stata così profonda e chiara che non ha dato spazio a nessuno per inquinare con "altro" le loro richieste.
    Basta guardare i video www.altravicenza.it, le foto anche su questo sito, per capire qual’era il cuore di Vicenza e come pulsa forte.
    I giochini della mano sinistra che si mette all’orecchio per sentire meglio la base ma deve inevitabilmente appoggiare la politica estera di lor Signori, ha dato e darà ampie dimostrazioni che la mano destra deve agire con coscienza e serietà quando si prendono decisioni commerciali con il resto del mondo.
    Sappiamo bene che ci attendono salite irte e difficili, e vorremmo davvero che la pace diventi un’incubo per chi usa il potere e non viceversa. Altro che parole...

    Doriana