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18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!
Publie le giovedì 16 marzo 2006 par Open-Publishing5 commenti
Diffondo questa lettera appena arrivata di Nella Ginatempo,
infaticabile compagna di Bastaguerra e Vialebasi, per chiedervi quanto
lei stessa prega di fare ai destinatari della mail: diffusione personale, siamo a questo punto. L’Informazione e i comunicati statunitensi per la minaccia Iran fanno il resto...
Di seguito il comunicato e le iniziative del Comitato promotore.
A tutti grazie e al 18 marzo!
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Carissime/i, siamo alla stretta finale per la manifestazione.
Vi segnalo anzitutto il Manifesto di oggi, per chi non l’avesse ancora
letto, ci sono quattro pagine dedicate al 18 marzo e al nostro
movimento.
LA MANIFESTAZIONE HA BISOGNO DI SOSTEGNO !!!
Diamoci appuntamento alle 14 puntuali davanti a S. Maria degli Angeli.
Vorrei avere conferma che ci sono almeno dieci persone disposte a
portare il grande striscione nero con scritta rossa LIBERIAMOCI DALLA
GUERRA. In caso contrario portiamo striscioni più piccoli e bandiere
arcobaleno. Perciò fatemi sapere a stretto giro.
Scrivete mail e sms per sollecitare persone a venire in piazza.
Telefonate alle radio e ai giornali locali. C’è ancora tanta gente che
non ha ricevuto neanche l’informazione che sabato si manifesta contro
la guerra a Roma.
A presto Nella Ginatempo
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A tre anni dalla guerra contro l’Iraq
18 marzo 2006: manifestazione per la pace a Roma
Alle ore 14,30 CORTEO DA PIAZZA ESEDRA A PIAZZA NAVONA
Il Comitato Organizzatore del 18 marzo
Fonte: http://www.18marzo.unmondodiverso.it/
15 marzo 2006
L’Italia che ripudia la guerra
L’Italia che ripudia lo scontro di civiltà
Il 18 marzo sarà il terzo anniversario dell’inizio della guerra all’Iraq. Sarà una giornata internazionale di mobilitazione, con manifestazioni e iniziative in tutto il mondo.
Nel nostro paese, questa giornata assume una importanza particolare.
Saremo in piena campagna elettorale: crediamo che mettere la pace al primo posto sia cruciale. Siamo convinti sia importante in questo periodo ribadire a chiunque governerà il nostro paese nei prossimi anni che una politica estera alternativa è una priorità e una necessità, convinti come siamo che la pace sia l’unica sicurezza possibile.
Nelle ultime settimane il governo, dopo aver trascinato il paese in una guerra di occupazione, ha anche gettato l’Italia da protagonista nella costruzione dello scontro di civiltà. Se c’è un compito a cui oggi il nostro paese deve assolvere, nella difficile situazione internazionale, è invece opporsi a ogni tentativo di costruire una artificiosa frontiera armata fra "mondo islamico" e "mondo occidentale". Ripudiare l’intolleranza, qualsiasi forma di razzismo, ogni tentativo di affermare la superiorità della civiltà occidentale, rimettere al centro i diritti di donne e uomini, indipendentemente da appartenenze religiose, è indispensabile per evitare ulteriori disastri.
Per questo, saremo a Roma il 18 marzo, dopo una settimana di iniziative diffuse in tutta Italia, rispondendo all’appello europeo:
LA PACE AL PRIMO POSTO
giornata internazionale contro la guerra e le occupazioni
Tre anni fa, una coalizione guidata dal Governo USA diede avvio alla guerra contro l’Iraq.
Oggi, le ragioni per mobilitarsi contro la guerra sono sempre più evidenti.
Il 18 marzo 2006 manifesteremo in tutta Europa, insieme ai movimenti statunitensi e globali per l’immediato e incondizionato ritiro di tutte le truppe straniere dall’Iraq contro la guerra preventiva, la sua estensione alla Siria, all’Iran e al Medio Oriente;per una soluzione pacifica della questione kurda per la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi e di Gerusalemme Est,per l’attuazione di tutte le risoluzioni internazionali, per una pace giusta fra Israele e Palestina,per la creazione di uno stato palestinese indipendente per il disarmo, la riduzione delle spese militari, l’eliminazione delle basi militari straniere e delle armi di distruzione di massa per politiche estere alternative, che rifiutino le logiche neoliberiste e costruiscano relazioni eque fra i popoli per il rispetto dei diritti umani, la difesa delle libertà democratiche e civili contro la repressione, la fine delle torture, delle detenzioni illegali, delle prigioni segrete per la libera circolazione dei migranti.
Facciamo appello ai cittadini e alle cittadine, ai gruppi alle organizzazioni e ai movimenti a dare il proprio contributo alla giornata del 18 marzo, che si svolgerà con le seguenti caratteristiche:
ore 10.30, Palazzo Valentini, Sala Di Liegro
via IV Novembre 119/A
Incontro pubblico
con familiari di soldati inviati sui fronti di guerra e soldati che si oppongono alle guerre in corso Saranno presenti: Lou Plammer (statunitense, rappresentante di
Military Family Speak Out),
Jeremy Nickel (statunitense, rappresentante di Iraqi Veterans Against the War),
George Solomou (inglese, rappresentante di Military Family against the War),
Yonathan Shapira (israeliano, refusnik ),
una madre rappresentante dell’associazione russa dei famigliari contro la guerra in Cecenia, Salvatore Pilloni (padre di un soldato italiano ammalato di leucemia),un militare italiano di ritorno da Nassirya,Ory Yossur e Raed Al-Haddar (israeliano e palestinese associazione Combattenti per la Pace), Philp Rushton (autore del libro ’Riportiamoli a Casa’),Don Luigi Ciotti (presidente di Libera),Falco Accame (presidente dell’Associazione nazionale dei familiari delle vittime delle Forze armate)
Saluto del Presidente della Provincia di Roma
Enrico Gasbarra
ore 14,30
CORTEO
DA PIAZZA ESEDRA A PIAZZA NAVONA
In Piazza Navona interverranno tra gli altri Giuliana Sgrena, giornalista de il manifesto, Sigfrido Ranucci, giornalista di Rai News 24, i familiari di soldati inviati sui fronti di guerra e soldati che si oppongono alle guerre in corso.
ore 18,30, Teatro Eliseo
Via Nazionale 183
Video e concerto dal vivo
Proiezione del documentario sulla scuola di musica Al Kamandjati per bambini palestinesi
Concerto di Dal’Ouna, orchestra di solidarietà internazionale
diretta da Ramzi Abureduan, originario di un campo profughi di Ramallah
Chiediamo a tutti e tutte di portare con sé una bandiera della pace. Daremo vita come sempre a una manifestazione plurale, dove saranno rappresentate le diverse articolazioni del movimenti contro la guerra e per la pace, che però convergono sui contenuti espressi nell’appello promosso dal
Forum Sociale Europeo.
A coloro che in questo paese credono giusto esaltare le stragi o l’intolleranza diciamo che consideriamo questa esaltazione incompatibile con le nostre iniziative, che al contrario vogliono mettere al centro il valore della pace, dei diritti, della giustizia e della convivenza.
Messaggi
1. > 18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!, 16 marzo 2006, 17:49
IRAQ* IMPONENTE ATTACCO USA SU SAMARRA:COINVOLTI 50 AEREI, 1500 UOMINI, 200 VEICOLI DI TERRA
1. > 18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!, 17 marzo 2006, 00:23
Ai segretari dei partiti de "l’Unione"
Romano Prodi (Presidente)
Piero Fassino
Francesco Rutelli
Fausto Bertinotti
Alfonso Pecoraro Scanio
Oliviero Diliberto
Clemente Mastella
Enrico Boselli
Antonio Di Pietro
Tra il 18 e il 19 marzo, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti ed in molti altri paesi, migliaia di persone scenderanno di nuovo in piazza contro la guerra in occasione del terzo anniversario dell’invasione dell’Iraq.
Il movimento contro la guerra ha mobilitato in questi anni milioni di persone nel mondo ma anche nel nostro paese. Tutti i sondaggi - effettuati in tempi e con modalità diverse - hanno sempre confermato l’orientamento maggioritario dell’opinione pubblica verso un ritiro immediato del contingente militare italiano dall’Iraq.
Le nostre associazioni, che saranno in piazza a Roma sabato 18 marzo nella manifestazione organizzata nel quadro della giornata internazionale contro la guerra, segnalano alla leadership dell’Unione, una perdurante divaricazione tra le aspettative e gli obiettivi del movimento contro la guerra e il programma messo in campo dall’Unione sulla politica estera per il governo che uscirà dalle elezioni del 9 aprile.
Il movimento contro la guerra che ha riempito le piazze in questi tre anni e scenderà in piazza nuovamente il 18 marzo, chiede una chiara discontinuità con la politica estera seguita dal governo Berlusconi:
1) La prima discontinuità che chiediamo, e sulla quale siamo disposti alla mobilitazione ad oltranza, è la chiara garanzia che il nuovo governo non trascini l’Italia nell’escalation militare contro l’Iran o la Siria o altri paesi. Il rischio che questa sia una delle prime drammatiche verifiche della politica estera del governo che uscirà dalle elezioni del 9 aprile, si sta palesando giorno dopo giorno sotto gli occhi di tutti. E’ urgente che su questo scenario vengano dette parole chiare da subito. Una eventuale Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro l’Iran, non può e non potrà avallare in alcun modo il consenso ad un attacco militare (e forse nucleare) contro l’Iran.
2) Sul ritiro delle truppe italiane dall’Iraq si afferma che questa sarà la prima decisione che prenderà il nuovo Parlamento. Ma sui tempi - e soprattutto sulle modalità - perdura una ambiguità niente affatto convincente né rassicurante. Cosa significa "internazionalizzazione della gestione della crisi irachena"? Perché - nel prevedere il ritiro delle truppe italiane - si continua a dare legittimità ad un governo iracheno emerso dalle urne di elezioni assai discutibili, svoltesi sotto l’occupazione militare straniera e che hanno innescato/avallato la balcanizzazione del paese e il dilagare di squadroni della morte legati al governo? La discontinuità con il ruolo avuto dall’Italia nell’occupazione dell’Iraq diventa decisiva e preliminare a qualsiasi progetto di relazioni con tutte le forze politiche e sociali rappresentative dell’Iraq, incluse e soprattutto con quelle che stanno opponendo resistenza all’occupazione straniera del loro paese.
3) Il governo Berlusconi ha varato un accordo di cooperazione militare bilaterale tra Italia e Israele. E’ un accordo molto grave che affianca il nostro paese ad uno Stato che ha siglato accordi di pace solo con due dei paesi confinanti, mentre mantiene uno stato di tensione con altri paesi dell’area e soprattutto mantiene un regime di occupazione militare e coloniale nei confronti della popolazione palestinese. Non solo, è ormai evidente all’opinione pubblica e alla comunità internazionale il rischio di una escalation militare israeliana contro l’Iran. L’Italia si viene così a trovare nella posizione di un paese alleato militarmente con Israele in un contesto bellico latente che può palesarsi da una settimana all’altra. Nel programma dell’Unione non c’è traccia della revoca di questo accordo militare bilaterale con Israele che riteniamo invece una questione decisiva.
4) Il governo Berlusconi ha seguito una politica totalmente asimmetrica sulla questione palestinese. Ha sostenuto le posizioni oltranziste delle autorità israeliane, ha tollerato oltre ogni misura le ingerenze dell’ambasciatore israeliano sulla vita politica italiana, ha avallato tutte le misure tese a legittimare le ulteriori annessioni dei territori palestinesi occupati, l’assedio delle città, dell’economia e delle forze politiche palestinesi. In sostanza ha accettato la politica dei "fatti compiuti" perseguita sistematicamente dai governi israeliani. Questa scelta di campo richiede una fortissima discontinuità e la ripresa di una iniziativa politica e diplomatica del nostro paese che punti quantomeno alla reciprocità delle garanzie tra palestinesi e israeliani. In tal senso diventa prioritario ogni sforzo per la nascita di uno Stato palestinese indipendente su confini certi, sicuri e riconosciuti e il rispetto della dialettica interna allo scenario politico palestinese.
5) Nel nostro paese permangono da decenni numerose basi militari straniere poste sotto il controllo delle Forze Armate USA o della NATO. In alcune di queste basi (Aviano, Ghedi) sono stoccate decine di testate nucleari. In altri siti come la Maddalena, Taranto ed altri, ci sono i porti di attracco di sommergibili a propulsione nucleare con a bordo testate nucleari. Questi sommergibili hanno partecipato attivamente ai bombardamenti sull’Iraq cos’ come dalle basi militari USA in Italia come Camp Darby (Livorno) e Camp Ederle (Vicenza) sono partiti, transitati, allocate truppe e armamenti che hanno preso parte all’occupazione e ai combattimenti in Iraq. Negli orientamenti sulle politiche estere di della Difesa dell’Unione, non vi è traccia di una rimessa in discussione di questa pesantissima rete di servitù e basi militari straniere che spesso trasformano ed espongono il nostro paese allo status e ai rischi di un paese belligerante.
Come vedete si tratta di cinque punti e di obiettivi sui quali esiste una contraddizione evidente tra il programma di politica estera de l’Unione con le nostre aspettative e quelle del popolo no war che scenderà nuovamente in piazza sabato 18 marzo. Nelle scelte del nuovo governo come pensate di poter ignorare tale contraddizione e le aspettative maturate in questi anni di dura opposizione da parte dei movimenti contro un governo Berlusconi che ha trascinato il paese nel gorgo della guerra, lo ha reso di fatto uno stato belligerante e lo ha esposto ai rischi delle drammatiche e inevitabili ritorsioni che il coinvolgimento in una guerra trascina con sé. La discontinuità con le scelte del governo Berlusconi nella politica estera e sulle politiche di Difesa va dichiarata e attuata con estrema chiarezza e determinazione nei tempi più brevi possibili.
Comitato nazionale per il ritiro dei militari dall’Iraq
Action
Forum Palestina
Red Link
Comitato No War (Napoli)
Circolo Arci "Agorà" (Pisa)
Centro Popolare Autogestito (Firenze)
Comitato "Con la Palestina nel cuore" (Roma)
Laboratorio Occupato Insurgencia (Na)
Orientale Agitata (Na)
Rete Studenti in Movimento
info e contati: viadalliraqora@libero.it
2. > 18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!, 17 marzo 2006, 00:56
COMUNICATO DEL COMITATO ORGANIZZATORE DEL 18 MARZO
Il disastro della situazione in Medio Oriente aggravato dopo i fatti di Gerico, il terribile attacco contro la città di Samarra in Iraq, le quotidiane stragi di civili, le minacce di un nuovo conflitto contro l’Iran confermano in queste ore purtroppo il bisogno enorme di cambiare rotta, per
la vita e la sicurezza di tutti i popoli del mondo.
Il 18 marzo sarà una giornata internazionale contro la guerra, a tre anni dall’inizio della guerra all’Iraq. A Roma sarà una giornata nazionale di iniziativa promossa unitariamente con lo slogan "La pace al primo posto.
L’Italia che ripudia la guerra, l’Italia che ripudia lo scontro di civiltà" e che si realizzerà con:
– l’incontro dei soldati contro la guerra, con la partecipazione di rappresentanti di movimenti statunitensi, britannici, russi, palestinesi, israeliani, turchi che si terrà a partire dalle 9,30 a Palazzo Valentini
– un corteo che partirà alle ore 14.30 da Piazza Esedra, alla conclusione del quale a Piazza Navona ci saranno interventi degli ospiti stranieri e di Giuliana Sgrena
– un concerto di ragazzi e ragazze palestinesi dei campi profughi,che si terrà al Teatro Eliseo alle ore 18.30
Il nostro paese è in piena campagna elettorale. Crediamo sia necessario porre al centro della discussione della politica e dei cittadini il ripudio della guerra e dell’imbarbarimento in cui la strategia della guerra preventiva ha fatto scivolare l’intero pianeta.
C’è bisogno di un impegno contro tutte le barbarie, da chiunque praticate.
Ricorderemo in questa giornata tutte le vittime, le popolazioni civili oppresse e martoriate, i migranti e le migranti che subiscono razzismo e incredibili violazioni dei propri diritti.
Saremo a fianco di chiunque nel mondo si batte per la libertà, la pace, la democrazia e la giustizia sociale.
In questa tesa campagna elettorale il governo Berlusconi, sempre più in difficoltà, risponde alla sua crisi con una serie di colpi bassi.
E’ un inaccettabile inquinamento di questo momento politico, dentro cui si colloca il tentativo di delegittimare ciò che di meglio la società civile e i movimenti sociali hanno prodotto in questi anni: la produzione di pensiero e pratiche alternative, il nuovo impegno per un mondo radicalmente diverso,una cultura che rifiuta la guerra, lo sfruttamento, il razzismo.
Contestiamo con forza la tentata messa fuori legge morale del movimento no-global e del movimento contro la guerra -confusi con azioni e prese di posizione di gruppi estranei alle dinamiche unitarie che in questi anni hanno organizzato la partecipazione responsabile di milioni di persone,contribuendo a diffondere una nuova coscienza civile nella maggioranza del
popolo italiano.
Chiediamo con altrettanta forza che tutte le forze democratiche e dell’opposizione si schierino a contrastare apertamente questa operazione,che tende a derubricare dall’agenda politica del nuovo governo temi essenziali, e ad allontanare l’intero quadro politico italiano dalle scelte
e dalla cultura necessarie per imprimere una reale svolta di civiltà nel nostro paese.
Le iniziative promosse dal Comitato Organizzatore della giornata internazionale contro la guerra del 18 marzo chiedono, al contrario, impegni chiari e netti: per il ritiro immediato dall’Iraq, per una pace giusta in Israele e Palestina, contro ogni guerra, contro l’imbarbarimento dei
conflitti e delle relazioni internazionali, contro le stragi di civili, contro la costruzione dello scontro di civiltà, per una nuova politica estera di pace, di giustizia sociale, di dialogo, di disarmo.
Sono costruite con l’obiettivo di favorire, durante tutta la giornata, la partecipazione pacifica e popolare della cittadinanza nelle diverse forme in cui essa può esprimersi -iniziativa di dibattito, corteo, evento culturale.
Saranno con noi, per tutta la giornata di sabato, esponenti dei movimenti statunitensi, britannici, russi, palestinesi e israeliani, kurdi -che ogni giorno in situazioni difficili fanno la loro parte per la pace e la giustizia, i diritti.
La giornata del 18 ha l’obiettivo di spingere la politica italiana a parlare di politica -e cioè di contenuti, di impegni e di responsabilità.
In campo ci saranno la forza delle nostre idee e la chiarezza delle nostre posizioni, dette e ribadite in tante sedi, nonché la limpidezza del nostro atteggiamento pacifico. Il corteo sarà un corteo di persone a mani nude e a volto scoperto, pieno di bandiere delle pace. Invitiamo tutti e tutte a essere con noi.
A coloro che in questo paese credono giusto esaltare le stragi o l’intolleranza diciamo che consideriamo questa esaltazione incompatibile con le nostre iniziative, che al contrario vogliono mettere al centro il valore della vita contro la cultura della morte.
La maturità costruita in questi anni dai movimenti sociali sa esercitarsi nei momenti di grande entusiasmo e anche nei momenti difficili, quando è importante tenere viva la continuità dell’impegno e della mobilitazione.
Il diritto dei movimenti sociali a essere soggetti autonomi nella scena politica non può essere sacrificata all’altare di nessun gioco partitico e di schieramento, e non può essere strumentalizzato da alcuno. E’ questo un motivo in più per essere a Roma il 18 marzo.
Comitato Organizzatore della giornata nazionale contro la guerra a Roma del
18 marzo
2. > 18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!, 16 marzo 2006, 22:14
Ho capito che sabato sarà meglio rimanere in casa e mettere la macchina al sicuro in garage!
1. > 18 marzo a Roma: LIBERIAMOCI DALLA GUERRA!, 16 marzo 2006, 22:24
D’accordo con Leo stiamo facendo girare questo scambio di pensieri in lista, anche per ricordare tutte e due le manifestazioni di sabato,scusate l’ulteriore aggravio sulla
vostra posta, ma i fatti nostrani di ieri di oggi e domani hanno stimolato molt* ad uscire dal silenzio, non solo in rete. Bipartisan a modo nostro...
Doriana
Sabato - 18/3/6 - ci saranno due eventi nazionali.
Uno a Roma, la manifestazione che sfila lungo le vie del centro storico e l’altro a Milano, di presidio davanti San Vittore.
Non sono a mio avviso in contrapposizione, anzi con pregi e difetti si completano.
Io preferisco ricordare i pregi, tanto dei difetti se ne parla a iosa, sia fra noi che sui media.
A Roma si manifesta a favore della pace.
A Milano si lotta a favore dell’antifascismo.
La casta dei politici nazionali - invece - sfila in queste ore tutta insieme lungo corso Buenos Aires.
Ma mi chiedo: come si comportano in ognuna delle nostre nostre città quelle persone vicine al Movimento che sono state elette sul territorio? Ad esempio: sono capaci oppure no di presentare e far votare ai Consigli istituzionali degli ordini del giorno per la pace e per l’antifascismo?
16/3/6 - Leopoldo BRUNO
Data: Thu, 16 Mar 2006 21:28:08 +0100
Da: doriana@
Oggetto: Roma-Milano: sabato 18/3/6
A: pace@, "bruno.leopoldo@ <Bruno.Leopoldo@
Sono ancora scossa Leo. Io ho visto il telegiornale, non lo faccio quasi più e sono rimasta come una scema quando ho saputo della manifestazione di stasera a Milano dei commercianti, quelli che avevano Billè per intenderci come capoccia fino a poco tempo fa...quelli che sono stati danneggiati sabato pomeriggio...e certamente alcuni lo sono stati davvero come certi privati cittadini coinvolti nei falò. Ma questa volta c’erano tutti, e quelli che non hanno invitato iscritti e simpatizzanti come Bertinotti, hanno di fatto incaricato figure istituzionali a presenziare, e via con le alterne smentite del ci sarò-non ci sarò di Fassino e Prodi, per carità guai a non esserci...oggi. E sabato scorso e il prossimo sabato?Quali si quali no, quali lotte, quali cortei sono giusti e quali no?Io non ho nessuna fiducia Leo di questa sinistra-sinistra, ne ripongo tanta ancora ed invece nel movimento che non è fatto solo dai portavoce, dalle iniziative che costano tanta fatica al punto da perdere di vista ciò che ci è così vicino e
contraddittorio e difficile... e al tempo stesso Parigi che può sembrare così lontana, per me poi che vissi in pieno con i miei 18 anni gli anni del maggio e poi quelli a seguire, è poi così lontana? Cosa è vicino, cosa è lontano? Oggi sembra essere vicino solo il 9 aprile e sperare nella liberazione(?!)...Intanto continueremo ad esserci a Milano a Roma al sud al nord al centro in quelle piccole oscure province dove
"giustamente" il sabato lo si passa a passeggiare, a fare la spesa per la settimana prima che finiscano i soldi, a sbronzarsi a ballare a vedersi un film con chi ci pare, a
credere lo stesso che domani è un altro giorno, senza deleghe.
Doriana