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19 Novembre e 3 dicembre: tra sogno fiaba realtà e lotta

Publie le giovedì 3 novembre 2005 par Open-Publishing

Per un Italia nuova: tra sogno fiaba realtà e lotta

Quello di stamattina è un gran bel risveglio, ricevo dalla lista di Ecumenici
un invito a Milano e di seguito la manifestazione nazionale per il 3 dicembre a
Roma.Vi prego di far circolare entrambi le notizie .
Buona lettura e buona giornata !
Doriana Goracci

MIRACOLO ALLA SCALA
L’integrazione è possibile: dai campi nomadi alla Scala, la storia di una piccola zingarella rom,

della favela di via Barzaghi, che sogna di ballare ne "Il lago dei Cigni"

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Venerdì 18 novembre 2005 ore 19
al circolo Arci "LATO B" nel casello di Piazza XXIV Maggio ( porta
Ticinese)

Attori non professionisti suonatori sulla Linea Rossa del Metrò di Milano

Scritto, diretto e girato da Claudio Bernieri

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Nella scuola dell’obbligo "Walter Tobagi " alla periferia di Milano la
insegnante di lettere si accorge che Loredana, una piccola rom di 12 anni, invece di fare i compiti suona e balla sulla linea rossa della metropolitana, e chiede l’elemosina. Sogna però di diventare una balle=
rina di flamenco.
Il consiglio di classe svolge così una inchiesta sul "campo" ( si reca per
strada intervistare i passanti) e poi assegna a Loredana il tema: "raccontaci la tua famiglia rom".
Così Loredana va a "casa" ( una roulotte nella baraccopoli di via Barzaghi) e racconta ai suoi compagni di classe la sua vita.
Il director, il padre di Loredana, ogni giorno l’accompagna sotto il metro e lì, mentre suo padre e suo fratello suonano il violino, Loredana chiede la
carità.
Ma la sua famiglia è composta da musicisti. E Loredana così si rivolge
alla "Bella Madunina" ( "O mia bela madunina" è il pezzo di Giovanni D’Anzi
che suonano tutti gli zingari) e chiede un po’ di successo per suo padre.
E per lei, la possibilità di diventare una ballerina di flamenco,La "Madunina d’oro " invocata sui tram dagli zingari e da Loredana così scende dal Duomo e guarda sui campi nomadi. E avviene il miracolo,Una tv locale lancia una grottesca ma poetica "Rom Parade" e i vari
musicisti di strada che suonano sotto il metrò e sui tram vengono trasformati in improbabili star da hit parade: un produttore discografico nota il padre di Loredana e lo lancia verso il successo. Nasce un complesso
musicale interamente rom, gli Unza,
Il gruppo musicale dei rom, composto dal padre di Loredana, dai tanti suonatori e da sua zia, Maria, ha un certo successo ma al ritorno da un concerto gli Unza trovano parte della loro baraccopoli sgomberata dalla
polizia.
In quella notte disperata è pure nato un bambino a Maria, la cantante rom del gruppo. Lei è ora senza casa e la madre è costretta a cantare sui tram
allattando il suo bambino.
Loredana e tutti gli zingari invocano ancora la "Bella Madunina" affinchè trovi una casa vera a Maria e al neonato: e così la Bella Madunina visita di
persona, questa volta, l’accampamento dei rom e parla a Loredana.
Ovviamente si tratta di una madonnina mora e mediterranea, e non bionda ..
che promette però un miracolo. Così almeno scrive Loredana nel suo diario.

Sì, c’è posto anche per i musicisti rom nella città della Scala, le dice la
Madonnina.
Sono le tv locali ad annunciare il"miracolo": è tanto il gradimento dei pendolari sui metro e sui tram , allietati dalla musica dei rom, che le frequenze dei passeggeri sui mezzi sono aumentate clamorosamente, i milanesi lasciano a casa l’auto, usano i mezzi, e così la vendita dei biglietti è salita : il bilancio della Azienda dei trasporti, prima in crisi, è ora in salvo.

Il merito è dei musicisti rom che attirano i viaggiatori milanesi. La
musica rom sui mezzi è trendy. Sono così alti gli incassi che il sindaco promette di stornare parte di questi nuovi introiti per la costruzione di case popolari.
Anzi, il sindaco, grato per il risanamento dei deficit, assegna un primo alloggio proprio a Maria a suo marito , il fisarmonicista Lucan e al loro figlioletto.
Naturalmente questo è stato un sogno, quello di una bambina di 12 anni,raccontato in un compito in classe.
Ma la maestra si accorge che Loredana ha un temperamento d’artista, e consegna il diario al preside della scuola che lo legge pieno di interesse.
Apprende così che nell’ultimo anno i membri fondatori del gruppo Unza
intanto si è disperso.Qualcuno è tornato in Romania, altri sono andati al sud a raccogliere pomodori.
A George , uno dei protagonisti del gruppo, hanno rubato perfino la tromba e ora fa il muratore. Il preside chiude il diario di Loredana: ha un’idea:
telefona a una sua ex allieva, che è diventata ballerina alla Scala: una certa Rossella che offre gratis un corso di flamenco a Loredana, nella
sua nuova scuola di danze mediterranee.
TV e giornali si precipitano sulla notizia, e Loredana viene seguita da tv e fotoreporter passo passo: la vediamo davanti alla Scala e poi a scuola di danza, dove balla con le altre allieve.
Loredana è ora una piccola star mediatica. Anche molti musicisti si accorgono del campo nomadi dove vive Loredana, e promettono una scrittura a Otello (lo zio di Loredana) per una Aida in provincia: ma alla
vigilia del debutto, l’impresario scappa con la cassa.
Il Preside visita il campo, e lo trova pieno di topi.
Ma una tv locale improvvisa una diretta nel campo, per intervistare Loredana: e diversi uomini politici si accorgono delle condizioni igieniche disagiate e si recano al campo nomadi, sotto i riflettori
della diretta Tv: gli zingari promettono di pulire il campo dai rifiuti, e di mandare a scuola i bambini, e in cambio le istituzioni ristruttureranno il campo con servizi igienici .
E’ il primo passo per un vero dialogo tra città e campi nomadi. Otello così si sposa ( ha trovato un posto da muratore) e invita tutti
alla sua festa.

Ecumenici
Leonhard Ragaz

<http://ecumenici.altervista.org/html/>
http://ecumenici.altervista.org/html/
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Per la libertà e i diritti dei migranti

Una manifestazione nazionale per una nuova Italia
3 Dicembre 2005, ore 14
Piazza della Repubblica Roma
per adesioni reti.migranti@libero.it

<http://www.retimigranti.org> http://www.retimigranti.org

La vita di molte migliaia di persone è quotidianamente negata da una
legislazione razzista, dalle politiche proibizioniste e repressive, dalle
logiche emergenziali.

Donne e uomini migranti continuano a morire in un’Europa sempre più
disseminata di carceri: nel rogo di Amsterdam, sulle frontiere di Ceuta e
Melilla, nelle tragedie del mare.

Donne e uomini migranti vengono quotidianamente privati della propria
libertà e di ogni diritto nei centri di permanenza temporanea: il diritto speciale dei migranti, la detenzione amministrativa, sono l’espressione
massima di quello "stato di eccezione" che sta minando la democrazia.

Sui migranti si sperimenta oggi la costruzione di una società
dell"esclusione in cui si intrecciano precarietà del lavoro e della vita, autoritarismo e repressione.

La legge Bossi-Fini, che subordina il rinnovo dei permessi di soggiorno a un contratto di lavoro ha reso ancora più evidente quello che era chiaro già da tempo: i migranti non sono considerati persone, soggetti che vogliono
affermare i propri diritti sociali e politici, ma mera forza lavoro, da usare, costringere nei centri di detenzione o espellere a seconda delle
esigenze del mercato e di un modello economico e sociale sempre più iniquo.

L’intreccio con la legge 30 sul mercato del lavoro non ha fatto altro che aumentare drammaticamente la precarietà, imponendo di ripetere le pratiche
per il rinnovo del permesso di soggiorno sempre più spesso, aggravando i tempi di attesa, mentre il vincolo della certificazione delle condizioni abitative dà ai datori di lavoro un ulteriore strumento di ricatto sulla
vita di donne e uomini migranti.

Le vicende degli ultimi mesi con l’acuirsi delle logiche emergenziali,l’approvazione del pacchetto Pisanu e la proposizione dell’equazione fra immigrazione clandestina e terrorismo, non hanno fatto che aggravare questa
condizione. Le logiche di guerra hanno sempre bisogno di capri espiatori.
Allo stesso tempo centinaia di persone subiscono con sempre maggiore accanimento le conseguenze penali delle legittime azioni, portate avanti in
questi anni per cancellare dai nostri territori i CPT e i Centri di Identificazione e per chiederne la chiusura dentro e fuori l’Europa. E’ parte del nostro percorso la rivendicazione dell’amnistia per i reati legati
alla clandestinità e alle lotte sociali.

Ma è cresciuta anche la consapevolezza ell’inaccettabilità di tutto questo,
della necessità di aprire una stagione nuova che conquisti diritti e libertà per i migranti, che ponga fine all’imbarbarimento della società.

Le mobilitazioni dei migranti contro la legge Bossi Fini, per i propri diritti, le iniziative delle realtà sociali e sindacali che hanno costruito
vertenze contro la precarietà, le esperienze istituzionali partecipative
hanno contribuito in maniera decisiva ad affermare la necessità di un cambiamento radicale delle scelte politiche e legislative.

La netta opposizione alla legge Bossi-Fini, a qualsiasi ipotesi di ritorno della Turco Napolitano, al legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, ai CPT e alle espulsioni e deportazioni di massa, la rivendicazione
della libertà di muoversi e di restare per i migranti potranno trovare forza solo se uomini e donne migranti saranno ancora una volta, in massa,protagonisti delle loro lotte.

Per questo chiamiamo il movimento dei migranti, il movimento antirazzista,antiliberista e pacifista, a una nuova mobilitazione generale, a una settimana di iniziative territoriali a novembre contro il decreto di
attuazione della Bossi-Fini, alla manifestazione nazionale il 3 dicembre a Roma:

 per la chiusura definitiva dei Centri di Permanenza Temporanea e dei
Centri di Identificazione

 per l’abrogazione della legge Bossi-Fini, senza che si torni alla precedente Turco-Napolitano e alla cultura che l’ha ispirata

 per la rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro

 per una legge in materia di asilo politico che tuteli realmente i richiedenti asilo e i rifugiati

 per la cittadinanza di residenza e il diritto di voto per tutti i migranti

 per il rilascio e il rinnovo immediati di tutti i permessi di soggiorno,
per la regolarizzazione permanente di tutti i migranti in Italia, per la libertà di circolazione

 per fermare tutte le espulsioni e gli accordi di riammissione

 per l’abrogazione di tutti i reati connessi alla clandestinità, perla non punibilità ovvero l’amnistia-indulto per i reati legati alle lotte sociali

 per l’abrogazione della legge Pisanu.

PRESENTATO A ROMA IL DOSSIER SULL’IMMIGRAZIONE DELLA CARITAS

Roma (NEV), 2 novembre 2005 - "Ciò che manca è una politica migratoria che prenda atto di questa realtà e che favorisca il processo di integrazione e
di riconoscimento dei diritti dei migranti", così ha commentato Patrizia Toss, del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI), il dossier statistico sull’immigrazione di Caritas/Migrantes presentato a Roma il 27 ottobre scorso. Secondo le stime del Dossier attualmente gli immigrati in Italia sono 2 milioni e 800 mila (il doppio rispetto al 2000), un dato destinato, entro il 2015, a raddoppiare. La fotografia che questo rapporto traccia della realtà italiana è di un "grande paese di immigrazione", dove il ritmo di crescita è in
continuo aumento e che ha visto negli anni aumentare il grado di stabilità e di integrazione degli stranieri presenti, come dimostrato anche dal fatto che 9 stranieri su 10 sono in Italia per lavoro o per ricongiungimento
famigliare. Il dossier statistico della Caritas, arrivato ormai alla sua XV edizione, è diventato negli anni uno strumento prezioso ed indispensabile
per chiunque voglia conoscere a fondo il fenomeno migratorio.