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2 giugno: anacronistica la parata militare per festeggiare la Repubblica
Publie le sabato 28 maggio 2005 par Open-PublishingComunicati stampa Rete Lilliput
Per una società fondata sulla pace e sulla giustizia Rete Lilliput aderisce e sostiene la Campagna di Obiezione alle Spese Militari
“E’ dal 1948 che la Repubblica Italiana celebra se stessa con la Parata Militare in via dei Fori Imperiali a Roma. Crediamo che ormai questa forma di festeggiamento sia anacronistica, fuori dal tempo. Soprattutto in un’epoca storica nella quale la guerra preventiva rischia di prendere il sopravvento sul diritto internazionale -come è avvenuto con l’Iraq - e in cui il Parlamento italiano tradisce lo spirito dell’articolo 11 della Costituzione votando “missioni di pace” che tali non sono, come quella in Iraq, un paese palesemente in guerra. Per questo la Rete Lilliput aderisce convinta alla Campagna di Obiezione alle Spese Militari praticandola, diffondendone i contenuti e sollecitandone il sostegno in tutte le sedi.” Così si è espresso Gualtiero Via a nome del gruppo nonviolenza e conflitti della Rete Lilliput ad una settimana dalla Festa della Repubblica del 2 giugno.
“Per decenni, l’azione nonviolenta, consapevole, in opposizione al militarismo nel nostro paese si è espressa fondamentalmente con l’obiezione di coscienza e con l’obiezione alle spese militari: è un impegno che va sostenuto, diffuso, ripreso. Rete Lilliput ha sempre avuto chiaro che la lotta per un mondo di pace e giustizia è una lotta di media-lunga durata contro un intero sistema - economico, politico e culturale - e non solo contro la singola decisione, o strategia, di una singola potenza. La guerra è infatti il frutto di modelli di consumo e modelli di relazioni fra stati ed aree economiche, che ci vedono in misura minore o maggiore coinvolti, se non complici”, ha continuato Gualtiero Via.
“Oggi la consapevolezza della natura “sistemica” del problema della guerra e della pace sta diventando patrimonio comune di un numero sempre più largo di persone, gruppi, associazioni, settori di società civile. Per questo facciamo nostra la Campagna di Obiezione alle Spese Militari che chiede di ridurre le spese militari nella Legge Finanziaria, e un impegno dello Stato nella costruzione di alternative alla difesa armata, per il disarmo, la Pace, la difesa alternativa e la nonviolenza. Soprattutto chiediamo il riconoscimento del diritto all’obiezione alle spese militari per la costruzione di una Difesa Popolare Nonviolenta, che si inserisce (con una sua specificità) nel percorso delle tante organizzazioni che oggi partecipano al Movimento contro la guerra. Per restare sugli aspetti pratici - ha concluso Via - un lavoratore dipendente senza altri redditi può obiettare facendo due cose molto semplici: compilare la dichiarazione di obiezione e allegare un versamento “di pace” (o esporne uno già fatto nel corso dell’anno) destinato a chi - a parere dell’obiettore - riflette meglio i motivi della sua obiezione alla guerra sia essa una Organizzazione Non Governativa o un’associazione umanitaria”. Chiediamo a chiunque abbia esposto la sua bandiera di pace, a chiunque abbia manifestato contro la guerra in Iraq, di compiere questo piccolo-grande gesto individuale, concreto, a favore della pace, della nonviolenza, e per un mondo di giustizia, diverso da quello in cui viviamo oggi.”




