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25 APRILE/ A MILANO 50MILA IN CORTEO,SCRITTE CONTRO CONFINDUSTRIA

Publie le sabato 26 aprile 2008 par Open-Publishing

25 APRILE/ A MILANO 50MILA IN CORTEO,SCRITTE CONTRO CONFINDUSTRIA

In piazza Ferrero, Vendola, Pollastrini e Penati, assente Moratti

Milano, 25 apr. (Apcom) - Erano in cinquantamila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo del 25 aprile di Milano, che si è svolto a partire dalle 15 senza tensioni, sotto un caldo inatteso. Unico neo della manifestazione le scritte sui muri vicino al Duomo contro Confindustria, riconducibili ad alcuni centri sociali. Al di là di questo episodio la manifestazione si è svolta regolarmente con partigiani ed ex deportati che come ogni anno hanno sfilato da piazza Oberdan fino in piazza Duomo dietro i gonfaloni di Comune, provincia e regione, per ricordare il 25 aprile di 63 anni.

Come accade in questi casi, le assenze hanno pesato più delle presenze. Così la mancata partecipazione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, e del governatore lombardo, Roberto Formigoni, è diventato l’argomento ricorrente di questo 25 aprile milanese che ha visto in piazza il ministro uscente Paolo Ferrero, il presidente della Puglia Nichi Vendola, il presidente delle provincia di Milano Filippo Penati, il ministro uscente Barbara Pollastrini, Armando Cossutta, Moni Ovadia, Dario Fo e Franca Rame. Per Ferrero l’assenza della Moratti e di Formigoni è un "fatto gravissimo" . "Ognuno fa quello che crede - gli ha fatto eco Vendola - certo è che chi evade da questa importante data rischia un formidabile tentativo di riscrittura della storia". Ha tentato di ovviare alla polemica, invece, la Pollastrini per la quale l’assenza del sindaco "è una piccola cosa di fronte al 25 aprile, un vestito che non si può mettere e dismettere a seconda delle occasioni".

Il corteo, partito intorno alle 15 da piazza Oberdan, ha raggiunto piazza Duomo circa un’ora dopo. Lì dal palco hanno preso la parola i rappresentanti delle istituzioni locali. Per il comune c’era l’assessore Giovanni Terzi, per la regione il sottosegretario Angelo Giammario, cui la folla ha rivolto qualche fischio, eil presidente della provincia di Milano, Filippo Penati. "Oggi è il 25 aprile - ha detto quest’ultimo - ma non è una data nè una ricorrenza è uno stato dell’anima. Ogni giorno della nostra storia è stato e sarà 25 aprile".

In piazza tra le tante bandiere che sventolavano, da quelle dei sindacati a quelle di Verdi e Rifondazione Comunista, fino all’Italia dei Valori e al Pd, anche quella di Israele, portata dai membri dell’associazione "Amici di Israele". E sulla loro partecipazione il presidente del Consiglo comunale, Manfredi Palmeri, ha detto: "L’assenza delle contestazioni alla Brigata Ebraica, che si sono invece viste negli scorsi anni, è un atto di civiltà che a Milano non ci stiamo godendo abbastanza pensando a ciò che viceversa è accaduto a Roma, con i fischi ai fratelli Piero e Alberto Terracina, ex deportati. Non è un problema per gli ebrei, è un problema per tutti". Tra i cittadini presenti con le bandiere di Israele, c’erano Dounia Ettaib, presidente dell’associazione arabe d’Italia e al Rabbino Giuseppe Laras della comunità ebraica.

L’unico episodio che ha venato negativamente la manifestazione è stato dato dalle scritte contro l’associazione degli industriali leggibili sui muri dell’Arcivescovado. "Libertà per i compagni, morte alla Confindustria", "Il capitalismo non si riforma, si abbatte", "Operai morti Porci padroni con voi regoleremo presto i conti" sono solo alcune delle frasi scritte, secondo le forze dell’ordine, da alcuni giovani dei centri sociali.