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Questi sono i 41 preti che hanno firmato un documento in cui si chiede rispetto per libertà di scelta sulla fine della vita contro le forzature che si vogliono fare al testamento biologico, e che per questo sono stati censurati dalla Chiesa imperante:
don Paolo Farinella, don Vitaliano della Sala, don Enzo Mazzi, don Raffaele Garofalo, p. Fausto Marinetti, don Andrea Tanda, don Ferdinando Sudati, don Adolfo Percelsi, don Giovanni Marco Gerbaldo, don Pierantonio Monteccucco, don Chino Piraccini, don Marcello Marbetta, p. Tiziano Donini, don Aldo Antonelli, don Roberto Fiorini, don Luigi Consonni, don Angelo Cassano, don Renzo Fanfani, don Nicola De Blasio, don Guglielmo Sanucci, p. Benito Maria Fusco, p. Pierangelo Marchi, don Paolo Tornambè, don Carlo Sansonetti, don Franco Brescia, don Carlo Carlevaris, p. Nino Fasullo, don Andrea Gallo, don Angelo Bertucci, don Alessandro Santoro, don Giorgio De Capitani, don Francesco Capponi, don Alessandro Raccagni, don Salvatore Corso, don Riccardo Betto, don Albino Bizzotto, don Sandro Artioli; inoltre dom Giovanni Franzoni, don Franco Barbero e p. Gino Barsella, già dimessi dallo stato clericale.
Io guardo a costoro non come a membri di una Chiesa ottusa e reazionaria, ma come uomini sani e integri e li apprezzo.
Ma c’è chi non ha ancora imparato a distinguere il bene dal male e scaglia il suo fuoco su ogni campo, senza separare il grano dall’oglio. Allo stesso modo giudica e condanna in base a pregiudizi senza nemmeno capire chi è e cosa pensa quello che gli sta davanti.
E’ a causa di persone così dai pregiudizi assoluti e dalla mente che pensa a blocchi che l’estrema sx ha sempre fallito. Perché la sx non è compatta accanto a questi preti? Perché più spesso è stata accanto a Berlusconi?
masadaweb.org
Messaggi
1. 41 preti di vaglia, 6 settembre 2009, 09:28
Io studiai dai preti sia alle elementari che alle medie e loro mi insegnarano che il dono più grande che Dio ci ha dato è il libero arbitrio. Senza di esso il concetto di bene e male non esistono, l’uomo in quanto libera creaura di Dio può scegliere se fare il bene od il male.Ma se ci impediscono di fare il male per legge, per es. proibendo l’aborto allora come facciamo a scegliere tra bene e male? Ma il problema teologico è ancora più grande in quanto come posso io cattolico pensare di poter impedire ad un altro di compiere un peccato e poi, eventualmente, pentirsi?Sarebbe questo un impedimento allo svolgersi del Disegno Divino?Mi piacerebbe che un teologo rispondesse ma dubito che frequentino questi postacci di senzacristo!michele
2. 41 preti di vaglia, 6 settembre 2009, 21:56, di Nando
Cara Viviana hai ragione questi 41 preti integri e sani moralmente e soprattutto coraggiosi nel lottare per i più poveri per diritti civili e sociali e nel criticare le gerarchie ecclesiali. Hanno bisogno anche del sostegno di tutta la sinistra!!!!!!!!
3. 41 preti di vaglia, 6 settembre 2009, 23:02
Per quello che ha studiato dai preti : con il peccato originale dove lo mettiamo il libero arbitrio ?ma che ipocrisia
Quale libero arbitrio se si ingioiano dogmi assurdi, se si viene cacciati dal paradiso perchè si ricerca la conoscenza,domandatelo a tuti quelli che la chiesa ha bruciato, torturato se c’era libero arbitrio
Le religioni sono l’annichilimento della liberta di pensiero il sonno della ragione altro che libero arbitrio
Alex
1. 41 preti di vaglia, 7 settembre 2009, 08:00, di viviana
Il primo post è sconclusionato e dubito che esca da una scuola cattolica. La possibilità data da Dio di scegliere tra bene e male non ha niente a che fare con la legge imposta da uno stato o da una chiesa sui reati e le punizioni? Sono due ambiti diversi. Il primo riguarda la coscienza, il secondo riguarda l’ordine pubblico e il potere.
Nella Bibbia Dio dice a Caino: "Timshel", "Tu puoi", il peccato cerca di afferrarti, tu puoi vincerlo: tu puoi, ma non è detto che ciò accada.
Per il cattolicesimo, l’uomo dunque non è un animale o un automa, che non sono responsabili di quello che fanno, ma è dotato di libero arbitrio, può scegliere ed è responsabile delle sue scelte, in ciò sta la sua libertà, nel poter scegliere. E’ un problema tra lui e la sua coscienza. Se sceglie il male e lo Stato non lo sa, può farla franca, può non essere scoperto e non essere punito, ma resta ugualmente un reo agli occhi di Dio, perché ha scelto la via sbagliata.
Sembra invece che il bloggher del primo post intenda il libero arbitrio come la possibilità assoluta di fare quello che ci pare. Non solo non presuppone alcuna coscienza, ma postula persino che stato e chiesa in nome del libero arbitrio non potrebbero imporre regole e punizioni. Il libero arbitrio non è la licenza di fare quello che ci pare, ma è la considerazione che siamo noi a scegliere le nostre azioni, e non siamo predeterminati da condizionamenti precedenti. Tuttavia anche su questo ci sarebbe molto da dire e infatti le stesse leggi di stato e chiesa tengono conto anche di situazioni di condizionamento e attenuanti.
Il libero arbitrio è un concetto base della religione cattolica. Invece nella religione protestante l’arbitrio umano (cioè il suo scegliere) è servo, perché predestinata prima della sua nascita da Dio. Anche nell’Islam bene e male sono fatalmente prescritti da Allah. Insomma il problema teologico è: chi è che decide che venga fatta una scelta buona o cattiva? Per certe religioni è Dio, per altre è l’uomo con la sua coscienza.
Ma tutto questo riguarda appunto la coscienza. Nella vita associata cosa sia bene e cosa sia male vengono stabiliti da chi esercita il potere e amministra la comunità: Chiesa e Stato, che pongono le loro leggi e stabiliscono le loro punizioni. Leggi e punizioni sorgono ogni volta che due o più uomini si mettono insieme. L’uomo assolutamante autarchico nella sua coscienza può esistere solo in un’isola deserta. L’uomo che vive in un contesto umano collettivo ricadrà sotto la regola che porta con sé la pena per chi trasgredisce la regola.
Poi possono esistere regole e pene che divergono tra stato e chiesa, come che divergono tra uno stato, una chiesa e la mia coscienza personale. Gli ambiti sono diversi. Si può vivere in uno stato fregandosene della chiesa, se questa non è integralista e non occupa il posto del legislatore, ma non si può vivere in nessuna comunità rifiutando le sue leggi e le sue pene.
viviana
viviana
2. 41 preti di vaglia, 8 settembre 2009, 05:49, di il sole che sorge
Carissima Viviana, non ho ben capito il tuo concetto, mi spiego meglio: descrivi un concetto come si vivesse un una società completamente religiosa, ma come ben sai siamo un una società laica, quindi una società molteplice, in cui ognuno di noi ha diritto di esprimere la sua concezione di religiosità in armonia e non in contrapposizione, come succede ora, in uno stato composto da individui che non la pensano tutti alllo stesso modo, quindi le leggi vanno fatte in questo senso e qui entra il libero arbitrio del cattolico: io posso scegliere tra quello che di il vaticano dice e lo stato mi permette e non viceversa di conseguenza IL PECCATO NON DEVE DIVENTARE REATO!!!!!!!
3. 41 preti di vaglia, 8 settembre 2009, 09:11, di viviana
Non avevo pretese di omologazioni integraliste o laiciste. Mi sono limitata solo a riferire che 41 preti si sono messi nei guai per essersi opposti ai diktat del papa e della CEI rivendicando per ogni malato una morte dignitosa senza accanimenti né sanitari né alimentari. Credo che i diritti della coscienza vadano molto oltre l’osservanza cieca e passiva di ciò che viene ordinato dai vertici. E ciò vale nel mondo laico come in quello confessionale
viviana