Home > 50 mila firme per De Magistris

50 mila firme per De Magistris

Publie le mercoledì 3 ottobre 2007 par Open-Publishing
3 commenti

Aldo Pecora *, 02 ottobre 2007

C’era una volta in Italia la Giustizia, c’era una volta in Calabria l’Italia. Appuntamento a Roma lunedì 8 ottobre davanti al CSM, in Piazza Indipendenza per gridare insieme: E adesso trasferiteci tutti

C’era una volta anzi, c’è ancora a Lamezia Terme (CZ) una società che si chiama "Why Not?" che da tempo, praticamente sin dalla sua nascita, presta i suoi lavoratori interinali alla Regione Calabria per servizi che vanno dalla sorveglianza idraulica, alla tutela del patrimonio, alla gestione del personale, di banche dati ed altri servizi informatici; questa società impiega oggi 635 dipendenti e vanta un fatturato di 12 milioni di euro. Certamente gran parte del merito di tale successo è dovuto al fatto che in pratica la Regione, seppur con decine di migliaia di dipendenti, non riesce - per così dire - a gestire neppure il proprio personale, e si affida perciò in outsourcing a "Why Not?".
E fin qui sembra l’inizio di una storia quasi "normale", magari una di quelle storie di piccola clientela come tante ce ne sono in Italia, ed invece c’è dell’altro, e "che" altro!

Da "Why Not?" mutua oggi il nome l’inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all’intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall’Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello.

Durante gli interrogatori dei testimoni (anche interni a Why Not) da parte di De Magistris sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell’imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei giorni scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l’inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.

E così le persone indagate sono 19 e provenienti da tutta Italia. Tra queste anche il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l’assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l’assessore regionale all’agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l’ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l’ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.
Un bel minestrone di inciuci, non c’è che dire. E se vi dicessi che tra gli indagati ci sono anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l’ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno? Ecco che il quadro della situazione si manifesta in tutta la sua preoccupante tristezza e drammaticità.

I reati contestati, a vario titolo, spaziano dalla corruzione, all’associazione a delinquere, alla violazione delle leggi sulle associazioni segrete (sic), alla truffa, al finanziamento illecito ai partiti.
Addirittura si ipotizza per alcuni l’appartenenza ad una massoneria coperta (la c.d. "Loggia San Marino"), che sarebbe servita da collante per portare a termine gli affari illeciti del gruppo di potere trasversale con le dovute coperture istituzionali. Cioè, praticamente, pare si tratti di una vera e propria lobby e che questa abbia influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l’utilizzo di finanziamenti e l’assegnazione di appalti.

Inutile dire che il Vicepresidente Adamo, ad esempio, in linea con la recente linea Ds sui magistrati milanesi, si è subito detto pubblicamente vittima di un complotto contro sé, il suo partito, la sua famiglia ed il suo lavoro, accusando, seppur indirettamente, il PM dell’inchiesta di agire per conto di non si sa chi (e meno male che lo stesso De Magistris era stato inserito anni fa nel famoso elenco delle "toghe rosse" di berlusconiana memoria!).
Eccola la regione del dopo-Fortugno! Eccola la regione dove un uomo delle Istituzioni, un politico, è stato ucciso meno di due anni fa in un seggio delle Primarie, a Locri, giusto sei mesi dopo quelle elezioni regionali dove il centrosinistra, imbarcando di tutto ha raggiunto il record storico di preferenze (oltre il 62% dei consensi).

E non finisce qui. Il 20 giugno scorso, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo e dei presidenti di Commissione in Consiglio regionale, è stato dato mandato al presidente del Consiglio, Giuseppe Bova (Ds), di (cito testualmente) "assumere, attraverso l’Avvocatura regionale, ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell’onorabilità dell’Assemblea".
In poche parole i politici coinvolti nelle inchieste attraverso il compagno Bova hanno querelato i testimoni di De Magistris con i soldi dei contribuenti, bene sottolinearlo, dopo aver già querelato per fantomatiche diffamazioni anche noi di "Ammazzateci tutti" a dicembre 2006, rei di aver chiesto di non essere più strumentalizzati politicamente e sollecitato chiarimenti circa la questione del 50% - di allora - di consiglieri regionali inquisiti (dato comunque confermato successivamente anche dalla Direzione Nazionale Antimafia e dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ed oggi salito al 65%, con 33 consiglieri inquisiti su 49 eletti).

Di queste cose, quanti giornali e televisioni ne hanno parlato e ne parleranno?
Io sono solo uno squattrinato 21enne studente fuori sede con già due querele sulle spalle, e più di questo ultimo disperato appello non so proprio cosa fare ed a chi rivolgermi. Al Presidente della Repubblica? Alla Corte Europea? Alle Nazioni Unite? A chi, a che cosa?

Già diverso tempo fa abbiamo aperto assieme ad altri movimenti ed associazioni calabresi e molto prima che il Ministro di disgrazia ed ingiustizia Mastella ne chiedesse il trasferimento, una petizione (http://www.petitiononline.com/040407rc/petition.html) a sostegno di De Magistris e di quei pochi magistrati coraggiosi che in Calabria, assieme ad eroici carabinieri e poliziotti sottopagati, si ritrovano non solo a combattere contro la ’ndrangheta, ma soprattutto contro la prepotenza e l’arroganza di una classe politica che, anziché mantenere un dignitoso silenzio istituzionale fino all’esito delle indagini, arriva ora al punto di minacciare querele nei confronti di quei cittadini che denunciano il malaffare.

Non ci arrendiamo. Abbiamo già raccolto più di 50.000 firme: uno straordinario popolo fatto di giovani, associazioni, professionisti, ed anche qualche forza politica. Incontrandoci non ci siamo mai chiesti da dove venivamo ma per dove insieme volevamo andare. Alla faccia di chi ci etichetta banalmente come "anti-politica", coloro i quali fanno prima (e gli conviene) a criticare gli effetti di un malcontento collettivo che pervade l’intera società italiana senza però soffermarsi e ricercarne le cause.

Abbiamo allestito e stiamo allestendo in questi giorni banchetti un po’ dappertutto, davanti ai supermercati, alle poste, all’ingresso di scuole ed università di tutta Italia: da Reggio Calabria, a Palermo, a Milano, a Roma, a Bari, a Potenza.Magari siamo solo piccole gocce in uno stagno, ma vogliamo ancora sperare che questo Ministro di disgrazia ed ingiustizia torni ad occuparsi di filosofia, lasciando i magistrati a fare il loro lavoro, per il bene dell’Italia. Non si tratta di stabilire se vogliamo essere garantisti o giustizialisti, ma solo essere consci che oggi nel nostro Paese i magistrati scomodi vengono fatti saltare non solo con il tritolo, e quindi chiediamoci solo da che parte stare: se dalla parte degli onesti o dall’altra.

C’era una volta in Italia la Giustizia, c’era una volta in Calabria l’Italia. Appuntamento a Roma lunedì 8 ottobre davanti al CSM, in Piazza Indipendenza per gridare insieme: E adesso trasferiteci tutti.

*portavoce Movimento "Ammazzateci tutti" e promotore comitato "Pro De Magistris"

Messaggi

  • La Calabria e’ la regione dove in pieno seggio elettorale Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale, fu ucciso davanti a tutti, la regione col PIl piu’ basso d’Italia ma coi gruppi criminali piu’ ricchi, dove in 12 mesi ci sono state 300 intimidazioni nei confronti di amministratori locali, semplici cittadini, imprenditori. Dove manca un livello di legalita’ minimo necessario alle imprese per lavorare e ai cittadini per sopravvivere. La regione dove le assicurazioni si rifiutano di stipulare contratti con le vittime del racket che costituiscono l’80% degli operatori economici. Dove non e’ stato scoperto l’autore di nessuno dei 23 omicidi della Locride nell’ultimo anno.
    Qui sono avvenuti l’assassinio di Ludovico Ligato, ex presidente delle Fs ucciso il 27 agosto 1989 e l’omicidio del giudice Antonio Scopelliti, assassinato il 9 agosto 1991 a Villa San Giovanni.
    In Piazza Maggiore, sul palco con Grillo c’era anche la figlia giovanissima di Scopelliti. Perche’ il caro Scalfari non ha detto una parola su di lei e sui ragazzi di Locri invece di blaterare di fascismo in piazza?
    Scopelliti rappresentava l’accusa in Cassazione contro gli imputati del maxiprocesso della mafia siciliana e la ‘ndrangheta le fece il favore di eliminarlo. Ma Mastella non apre una indagine sugli amministratori della Calabria. Trasferisce chi indaga su di loro. Tenta di insabbiare lo sporco. Perche’ non parlano di questo Scalfari, Pansa, Feltri e gli altri ‘giornalai’ di regime?

    La Calabria e’ la regione dove il centrosinistra, imbarcando di tutto, ha raggiunto il record storico di preferenze (oltre il 62% dei consensi).
    Merita che questo governo la tratti cosi’?
    Merita che al Ministero della Giustizia ci sia chi di fatto tenta di bloccare le indagini ed e’ in contatto con uno degli imputati?
    La situazione e’ cosi’ seria e le rivelazioni dei testimoni sono cosi’ scottanti che Prodi ha dato mandato all’on. Bova (DS) di “assumere, attraverso l’Avvocatura regionale, ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell’onorabilita’ dell’Assemblea”. Quale onorabilita’?
    Cioe’ i politici coinvolti nelle inchieste querelerebbero i testimoni di De Magistris, e lo fanno coi soldi nostri?!

    Nella Calabria eletta coi voti dei DS ci sono 33 consiglieri inquisiti su 49 eletti.
    Perche’ Scalfari non parla di questo? Perche’ non denuncia il fascismo bypartisan di fatto gia’ esistente in Italia, appoggiato da questo Governo e da questo Parlamento e colluso con la peggiore criminalita’ del paese?
    Perche’ Scalfari denuncia come fascista la protesta delle piazze che chiede piu’ pulizia e piu’ democrazia? E demonizza, in modo perverso, non chi ha sporcato le istituzioni ma chi chiede che siano ripulite Fa anche lui parte della loggia di San Marino?
    O di qualche altra loggia a piacere che trasforma le collusioni tra criminalita’ e politica in denaro sonante? Quel denaro con cui politici e generali della GdF ci si comprano immobili di stato, resi accessibili, in modo cosi’ bypartisan, da quelle cartolarizzazioni di Tremonti, cosi’ bene accette che Tremonti fanno a gara a contenderselo da Berlusconi a Veltroni!
    Ed e’ con questi soldi che uno come Mastella, uno che si e’ fatto tutto da se’, figura tra i maggiori contribuenti italiani?

    Dunque il PD parte con Veltroni, che imbarcherà Tremonti, Afef e Veronica Lario.
    Se è un incubo, svegliatemi!

    viviana