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7 LUGLIO TUTTI IN PIAZZA FARNESE PER LA PALESTINA E PER LA PACE

Publie le mercoledì 5 luglio 2006 par Open-Publishing
2 commenti

Programma della Manifestazione

PALESTINA: né muri né silenzi
ROMA, 7LUGLIO2006
PIAZZA FARNESE, DALLE 20.00 ALLE 24.00

Intervengono:

Suad Amiry, palestinese, autrice del libro «Sharon e mia suocera»
Sabri Mohammad Atyieh, Ambasciatore della Delegazione generale palestinese in Italia
Moni Ovadia, regista e attore teatrale
Giannarelli, Labate, Maselli e Monicelli, registi del film «Lettere dalla Palestina»
Luisa Morgantini, parlamentare europea
Paolo Nerozzi, segreteria nazionale Cgil
Patrizia Sentinelli, viceministra agli Affari esteri
Francesco Napoletano, parlamentare

Presentazione della Campagna promossa da: Liberazione, Carta, il Manifesto, Left
«LA PALESTINA HA BISOGNO DI NOI. NOI ABBIAMO BISOGNO DELLA PALESTINA»

VIDEO DI BRUNA ORLANDI, MICHELA SECHI, GIOVANNI LUCCI
«La vita oltre il muro»

VIDEO DI NANDINO CAPOVILLA
«ne’ muri ne’ silenzi»

DANZA DABKHE

CONCERTO DEL GRUPPO Maram Oriental Ensemble

Associazioni Promotrici:

Arci, Associazione per la pace, Associazione ONG italiane, Associazione Giuristi democratici, Beati i costruttori di pace, Casa della Pace, CGIL, Donne in nero, Ebrei contro l’occupazione, FIOM-Cgil, FGCI, Fotografi senza frontiere, Giovani comunisti, ICS, La Rinascita, Libera, Mezzaluna rossa palestinese, Pax Christi, Un Ponte per, Prc-Sinistra europea, PdCI, Punto critico, Verdi.

Messaggi

  • Care tutte e tutti,

    in occasione delle giornate europee di mobilitazione per la Palestina, 7 - 9 luglio 2006, a due anni dal parere della Corte Internazionale di
    Giustizia dell’Aja sull’illegalità del Muro e l’insostenibilità della situazione attuale nei territori palestinesi, vi invito a partecipare a un importantissima iniziativa "PALESTINA: NE’ MURI NE’ SILENZI", promossa da Action for Peace e dai quotidiani che hanno lanciato la campagna di solidarietà per la raccolta di fondi destinati alla emergenza sociale e sanitaria palestinese, Liberazione, Il Manifesto, Left e Carta, "La Palestina ha bisogno di noi. Noi abbiamo bisogno della Palestina" . L’iniziativa avrà luogo domani, 7 luglio 2006, a Piazza Farnese, Roma, dalle ore 20,00 alle 24,00. In allegato la locandina.

    Io ci sarò e spero di verdervi numerosi e numerose.

    Un abbraccio,

    Luisa Morgantini

  • documento di ism-italia

    Di fronte al comportamento complice e irresponsabile dei governi europei ISM-Italia invita tutte e tutti a levare la propria voce partecipando al presidio che si terrà:

    venerdì 7 luglio alle ore 17.30 in piazza Colonna a Roma davanti a Palazzo Chigi

    IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI

    ISM-Italia condanna fermamente la Dichiarazione della presidenza dell’UE, rilasciata il 3 luglio u.s., sulla crisi in Medio Oriente e sulla situazione di emergenza e di catastrofe umanitaria che investe la popolazione della striscia di Gaza, oltre un milione e mezzo di cittadini/e palestinesi.

    Tale dichiarazione contiene infatti affermazioni di “terribile e inusuale” gravità che offendono la cultura politica, etica e anche giuridica di tutti i popoli europei e la loro stessa storia.

    I fatti sono ormai dolorosamente noti: dopo mesi di gravissima pressione militare sulla popolazione della Striscia di Gaza che ha provocato decine di morti e centinaia di feriti (si legga a riguardo il Rapporto del 27 giugno u.s. dell’Ufficio delle NU per il coordinamento degli aiuti umanitari) un gruppo armato palestinese, il 25 giugno, in un conflitto a fuoco con l’esercito israeliano ha fatto prigioniero un soldato israeliano, il caporale Gilad Shalit.

    Per la liberazione del soldato Shalit i gruppi della resistenza palestinese chiedono il rilascio di una parte (le donne e i minori di 18 anni) dei quasi 10.000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, moltissimi in detenzione amministrativa, cioè senza che sia stata contestata loro nessuna accusa specifica e senza processo.

    Come reazione a questo attacco militare palestinese, con la giustificazione della liberazione del caporale Shalit, il Governo israeliano ha lanciato una grande operazione militare penetrando in forze nel territorio di Gaza. Con la stessa giustificazione della liberazione del soldato Shalit sono stati bloccati tutti i valichi in entrata e in uscita, sono state bombardate e distrutte importanti infrastrutture viarie e la centrale elettrica che fornisce energia a quasi la metà della popolazione della Striscia di Gaza. Sono stati bombardati l’Università islamica di Gaza e gli uffici del primo ministro palestinese.

    In sintesi la popolazione di Gaza è stata ed è sottoposta a pesantissime punizioni collettive che si configurano, sotto il profilo del diritto internazionale e delle convenzioni di Ginevra, come crimini di guerra.

    Non basta! Come rappresaglia alla cattura di un (1) soldato israeliano il Governo di Israele ha disposto l’arresto di 8 ministri del governo palestinese legittimamente eletto e di decine di parlamentari, uomini politici e funzionari.

    La presidenza dell’Unione Europea, nella sua dichiarazione del 3 luglio u.s. chiede come primo punto il rilascio immediato e senza condizione del soldato israeliano “rapito” (kidnapped); chiede poi alla dirigenza palestinese di metter fine a atti di violenza e di terrorismo; chiede invece, per i membri del parlamento e del governo palestinese catturati, non l’immediato rilascio, ma solo che siano loro accordati tutti i diritti legali.

    A Israele l’UE chiede di esercitare il massimo controllo e di evitare azioni sproporzionate!

    Questa dichiarazione dell’UE è una infamia.

    E’ una infamia anche definire “rapito” un soldato israeliano fatto prigioniero da un gruppo della resistenza palestinese.

    Ben diversamente si esprime il Ministero degli Esteri Svizzero che, sempre il 3 luglio, in una sua dichiarazione invita lo Stato di Israele, come potenza occupante, a rispettare le leggi umanitarie internazionali nei suoi tentativi militari di liberare il soldato catturato (captured).

    Non si tratta di una questione puramente semantica. Durante l’occupazione nazista dell’Italia dopo l’8 settembre del 1943 (ma analogo discorso vale per la resistenza in tanti altri paesi europei) i Comandi militari tedeschi non riconoscevano lo status di combattenti ai partigiani catturati: essi venivano classificati come “banditi” (oggi direbbero “terroristi”), non protetti dalle convenzioni di Ginevra; in considerazione di questo miserabile sofisma essi venivano passati per le armi, impiccati o trucidati sul luogo stesso della cattura.

    C’è per altro da aggiungere che quegli stessi comandi militari tedeschi, autori di feroci e inaudite rappresaglie nei confronti delle popolazioni civili, accettavano tuttavia lo scambio di prigionieri offerto dalle formazioni partigiane impegnate a salvare i loro compagni di lotta.

    La lettura del conflitto medio-orientale che emerge dalla dichiarazione della presidenza dell’UE è politicamente una infamia.

    E’ una lettura anche aberrante sulla base del diritto internazionale e alla luce di questi precedenti storici.

    Va decisamente e completamente respinta.

    Ism-Italia chiede quindi:

    1. che questa dichiarazione venga ritirata

    2. che il Governo Italiano e il Ministro degli Esteri prendano chiara e inequivoca posizione a riguardo

    3. che i parlamentari europei respingano come indegna tale dichiarazione

    4. che l’UE rimuova la formazione politica Hamas dall’elenco delle organizzazioni terroristiche di cui alla “posizione comune 2006/Pesc del Consiglio del 29 maggio 2006 relativa all’applicazione di misure specifiche per la lotta al terrorismo”

    5. che l’UE si impegni per il rilascio di tutti i prigionieri come primo atto di un vero e realistico processo di pace

    6. che l’UE adotti le più adeguate sanzioni nei confronti dello Stato di Israele per le “punizioni collettive”, cioè “per i crimini di guerra” compiuti nei confronti della popolazione palestinese inerme