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A Senart, banlieu di Parigi : la città dice no alle buste di plastica
Publie le martedì 4 ottobre 2005 par Open-PublishingA Senart, banlieu di Parigi, decisione del comune accolta con entusiasmo dagli abitanti e dai commercianti
PARIGI - Tutto un quartiere che dice "basta" alle buste di plastica, troppo inquinanti. Vicino a Parigi Senart, periferia verde a sud-est della capitale francese fra la Senna e la Marna ha messo al bando le buste di plastica e deciso che i 100.000 abitanti saranno gratuitamente forniti di sporta per la spesa riutilizzabile. La decisione e il denaro per realizzarla vengono dal Comune e dai commercianti.
I due grandi fiumi della regione, la sterminata foresta dove vivono migliaia di specie animali anche se si è a 50 chilometri da Parigi, i bambini, ringraziano, così come plaudono all’iniziativa quell’85% di francesi che - stando ai manifesti che compaiono in questi giorni nella capitale - vorrebbero dire basta ai rifiuti in plastica non riciclabili. I danni delle buste di plastica, la loro dispendiosità e il pericol! o che rappresentano per il futuro dell’ambiente sono una specie di litania che da anni viene ripetuta invano.
I commercianti di Senart, invece, si sono fatti due conti: "ogni anno si distribuiscono in Francia 15 miliardi di buste di plastica - spiega Christelle Dupont-Maitre, dell’associazione commercianti - qualcosa che rappresenta 85.000 tonnellate di rifiuti, che costano 100 milioni di euro alla collettività".
Senza contare che quando vengono lasciati in giro, o gettati in terra, ci mettono da uno a quattro secoli per biodegradarsi.
I primi a decidere di passare all’azione sono stati i due ipermercati di Senart. Dopo di loro, hanno sposato l’iniziativa "ecocittadina" tutti i 120 aderenti all’Associazione commercianti. Le prime 32.000 sporte per la spesa, gratuite e riutilizzabili, verranno inviate a casa dei cittadini degli otto comuni di Senart a fine settembre. Il piano d’azione prevede la scomparsa immediata delle "buste inquinanti" e l’eliminazione totale dei vituperati involucri dalla visuale degli abitanti entro due anni.
I consumatori sembrano entusiasti, tanto che i piccoli negozianti di frutta e verdura e alimentari parlano di massaie che da quest’estate già rifiutavano gli indistruttibili sacchetti. Ai commercianti, l’acquisto delle sporte è costato 24.000 euro, ai quali si deve aggiungere un quantitativo non indifferente di sacchetti biodegradabili, per chi proprio non può fare a meno della tradizionale busta. "Lo faremo - spiega uno dei rappresentanti dell’Associazione commercianti - anche se una busta bio costa quattro volte di più delle normali".
Durante le discussioni che hanno preceduto l’iniziativa, qualcuno si è lamentato perché da sempre utilizzava le buste di plastica per raccogliere poi l’immondizia in casa: "la nostra discarica con raccolta differenziata - ha pazientemente spiegato il vicesindaco e assessore al commercio - è ormai inservibile a causa delle buste di plastica che la gente usa come sacchi per i rifiuti".
Tratto da: www.repubblica.it