Home > A che punto è Obama?
9 mesi di presidenza, moltissime le buone intenzioni, e i risultati? Obama ha vinto per aver prospettato un radicale cambiamento. Dopo 9 mesi si puo’ fare un bilancio? Cosa ha realizzato? Che ostacoli ha trovato?
Che la situazione lasciata da Bush fosse disperata nessuno puo’ negarlo. Che i repubblicani e le grandi lobbie stiano contrastando Obama in modo pesantissimo rallentando la sua strategia di Governo e’ sotto gli occhi di tutti. Il cambiamento non poteva essere rapido come la speranza.
Ma intanto quella riforma sanitaria che avrebbe coperto in qualche modo quei 50 milioni di americani che ora sono fuori da ogni scudo assicurativo procede a rilento, ma procede. I repubblicani e i grandi gruppi assicurativi che dominano l’America hanno creato una sollevazione popolare per impedire la copertura sanitaria ai poveri ma non ce l’hanno fatta. Il consenso di Obama e’ sceso al minimo di fronte alla grettezza con cui gli americani hanno difeso il loro portafoglio, ma Obama l’ha spuntata.
In campo internazionale i problemi sono piu’ duri. Obama aveva promesso di risolvere il problema di tre nodi cruciali: Palestina, Iran e Afghanistan. Ahmadinejad purtroppo e’ tornato al potere con brogli vari e continua col suo riarmo atomico. La guerra afgana si trascina da otto anni inutilmente con 2000 giovani americani uccisi e uno sperpero immane di capitali ma al momento non si vede come uscirne.
Obama ha vinto il Nobel per la pace, ma e’ stato un Nobel preventivo per una pace che non si vede. Il milione e mezzo di voti falsi a Karzai e i suoi patti segreti coi talebani, mentre in 8 anni il paese e’ andato solo indietro, mostrano solo a che mani sono affidate le speranze di democrazia in Afghanistan. E in Irak gli attacchi terroristici non mai cessati.
In politica estera si va male. Ma all’interno degli States Obama ha impresso notevoli sterzate alla politica fallimentare di Bush.
Noi ci aspettiamo ovviamente una guida piu’ forte nel campo finanziario, ma la prima approvazione della riforma sanitaria apre speranze, e si avanzano operazioni di grande civilta’, come la ripresa con finanziamenti pubblici della ricerca sulle cellule staminali embrionali, la difesa del diritto all’aborto e la protezione del diritto di scelta della donna e della pianificazione famigliare, la dichiarazione che lo Stato non deve interferire sulle questioni private di donne e famiglie; l’ordine per la chiusura di Guantanamo e delle prigioni segrete della Cia; l’uso medico della marijuana; una ripresa su grande scala della lotta al narcotraffico, l’attacco del Ministro della Giustizia alla Familia michoacana, un feroce cartello della droga, con l’arresto di centinaia di spacciatori e la confisca di ingenti quantitativi di denaro e droga, il progetto di legge generale per la riduzione delle emissioni di gas serra (Bush boccio’ il trattato di Kioto) e per il risparmio energetico, la dichiarazione di riserva naturale per un’area di 500.000 kmq, una volta e mezza l’Italia, dove la caccia e’ vietata e ogni attivita’ economica dovra’ essere specificamente autorizzata; programmi per ridurre i rifiuti (gli americani sono i campioni del mondo con 2 kg a persona al giorno) e operazioni per favorire il riciclaggio; la regolarizzazione dei 12 milioni di immigrati clandestini; un limite agli efferati interventi della polizia e agli arresti ristretti solo ai reati gravi; il taglio del 50% ai manager delle aziende che hanno ricevuto aiuti di stato e un limite a tutti i benefit; una forte spinta alla protezione ambientale contro le pretese della Confindustria americana; una agenzia per la tutela finanziaria dei consumatori; una serie di azioni legali per violazione della concorrenza…
Per le scuole niente che somigli ai tagli impressi alle scuole in Italia, anzi un aumento di 4,3 miliardi di dollari solo per finanziare il miglioramento qualitativo delle scuole e degli insegnanti, e gia’ progetti pilota mostrano un netto miglioramento nei livelli di istruzione, particolarmente nei quartieri poveri delle grandi citta’.
Beh, a me tutto questo non sembra affatto poco.
masadaweb.org
Messaggi
1. A che punto è Obama?, 25 ottobre 2009, 10:33, di UN RADICALE
"I repubblicani e i grandi gruppi assicurativi che dominano l’America hanno creato una sollevazione popolare ....."
E quindi , secondo Lei, i " Boston Tea Parties" sarebbero stati creati e / o controllati e manipolati dai repubblicani e dai gruppi assicurativi ?
Mah.....io ne avevo un’idea del tutto differente, anche leggendo quotidianamente le news che provengono dagli States. Leggendo la stampa americana, soprattutto quella locale ed indipendente (fanzines, blogs, newletters e giornali locali) si percepisce qualcosa di diverso. Pero’ ....puo’ anche darsi che le mie capacita’ di interpretare lo slang giornaistico / bloggesco siano un poco arrugginite.
"...In campo internazionale i problemi sono piu’ duri. Obama aveva promesso di risolvere il problema di tre nodi cruciali: Palestina, Iran e Afghanistan..."
Mi sorge un dubbio, ovvero, l’aumento esponenziale del contingente in Afghanistan avvenuto in questi ultimi mesi (post Obama ne hanno inviati piu’ di 20000 e ora sono piu’ di 70000 uomini) e’ dovuto a cosa?
a) Al decisionismo di Obama che continua la politica imperiaista di Bush.
b) Obama vole imprimere un’accellerazione e chiudere in fretta la partita per portare tutti a casa al piu’ presto. Della serie prima finisco e meglio e’
c) il potere di Obama in politica estera e’ limitato e sono altri che decidono (Pentagono, Cia o repubblicani o lobbies Jewish trasversali).
d) Gli accordi (stipulati da Bush) con i nuovi partners internazionali in Afghanistan e Iraq non permettono ad Obama di disimpegnarsi anzi lo "costringono" ad inviare piu’ truppe.
"Noi ci aspettiamo ovviamente una guida piu’ forte nel campo finanziario..."
Lei si riferisce al fatto che il debito pubblico negli states sia drammaticamente aumentato? Pero’ poi cita positivamente la ripresa dei finanziamenti pubblici.
La spesa pubblica pompata a mille (alla Cirino Pomicino per intenderci) e la conseguente svalutazione della divisa sono positive o meno? Chiedo questo perche’ , paradossalmente, appaiono come una delle differenze piu’ marcate rispetto alla politica economica improntata dalla leadership repubblicana.
Ed ancora, la stretta relazione (possiamo chiamarla anche alleanza ?) instauratasi con i leaders delle big banks ( Goldman sachs per citare solo la piu’ evidente) , e’ dovuta esclusivamente alla drammatica situazione ereditata da Obama che necessitave di instaurare un , seppur provvisorio, "patto operativo" , oppure sara’ una situazione destinata a perdurare nel tempo ?
E cio’ e’ positivo o negativo ?
Per quel che mi riguarda, esprimo una forte forma dubitativa nei confronti di questa leadership che , su diversi temi non cambia anzi corrobora le politiche di quella precedente (vedi politiche internazionali e relazioni con i potentati finanziari). Volendo trovare qualcosa di veramente positivo e’ il proseguiento (anzi potrei anche qui definirla accelerazione) delle politiche pro "minorities"(minoranze etniche presenti negli States), a onor del vero massicciamente presenti anche nell’era Cinton e nell’era Bush.
Ora Obama accellera e (si spera) sembra voglia far piu’ e meglio di loro adottando e potenziando le loro politiche di integrazione e salvaguardia di tutte queste minoranze ( finanziamenti senza garanzie o con garanzia delo stato, posti di lavoro publici assegnati d diritto alle minoranze, ecc....).
Chissa se grazie ad Obama si riuscira a cancellare quell’odiosa caricatura dell’Homer Simpson americano medio cosi menefreghista ed irritante, e si potenziera’ la vera grande ricchezza di questo paese ovvero un crogiolo di razze ed etnie tanto diverse e tutte armoniosamente assieme.
UN RADICALE
2. A che punto è Obama?, 25 ottobre 2009, 15:51, di autores
ti stai a sbagliare con l’Africa.Non e’sempre l’istruzione che manca,di spesso manca per la propria volonta’.Sono solo i Stati poveri o d’Africa che mancano al istruzione.Per esempio,l’Iraq,la Palestina tu vedi solo la faccia fatta alla guerra ma quelli sono dei Stati belli e veri anche fondati allo studio,c’e’ la libera scelta la borghesia,la nobilta’,la poverta’,la ricchezza,come tutti i Stati,come si dice,delle nostre parti,a differenza del Africa.L’Africa e’ povera.E’ un modo di vita molto diverso e spesso chi va al di sotto della soglia se ne deve andare a vivere in un altra citta’ o altro Stato per evitare la morte,la tortura,altro.Quei Stati sono fondamentalmente ricchi,tu vedi solo la faccia della morte della lotta e la guerra ma...c’e’ anche il ma.E c’e’ anche il militarismo mirato.L’educazione e fondata da sempre in famiglia mirato al militarismo.Poverta’ voluta.con l’Africa si scherza non c’e’ paragone ma troppa invidia da parte loro.Quanto vorrebbe la Libia essere corraggiosa e forte,basata come la Palestina!Obama ha bisogno di me per diventare come Jhon Travolta.