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A proposito di... (nuove) elezioni europee
Publie le martedì 2 giugno 2009 par Open-Publishing3 commenti
A PROPOSITO DI… (NUOVE) ELEZIONI EUROPEE
Nel nostro paese, come in tutti gli Stati europei ed occidentali, le consultazioni elettorali sono da tempo divenute un vero e proprio rituale della vita e della società borghese, una liturgia politica ormai stanca e morta, ipocrita e persino ingannevole, che si ripete con scadenza quasi annuale, una sorta di ricorrenza totalmente inutile e vuota, priva di senso e di valore effettivo, specie se tale prassi è scissa e distante dalla realtà dei problemi concreti dei lavoratori, estraniata rispetto al corpo e al movimento reale della società e della Politica (con la P maiuscola) delle masse popolari, divenendo una sorta di appendice esterna, eppure perfettamente intrinseca al sistema di dominio vigente, un meccanismo assolutamente asservito e funzionale agli interessi di parte delle forze capitalistiche egemoni.
L’elettoralismo è, dunque, una malattia estremamente contagiosa, che infatti si presenta attraverso i sintomi tipici di un forte stato febbrile. L’elettoralismo è un potente sedativo intellettuale nelle mani dei gruppi politici dirigenti che rappresentano e tutelano le posizioni e le franchigie della borghesia capitalistica e dei poteri economici dominanti, illegali o legali che siano, una vera e propria "droga", o “un’acquavite spirituale”, utilizzata per assopire ed offuscare la coscienza degli sfruttati. Le elezioni servono soprattutto a raggirare e istupidire le classi subalterne e a distrarle dal loro bisogno e dal loro compito di lotta e di emancipazione universale, ossia dal loro ruolo rivoluzionario nella storia dell’intero genere umano.
Distogliere le masse lavoratrici dal terreno della lotta di classe, per affossarle nella palude sudicia e melmosa dell’elettoralismo, del cretinismo e del parlamentarismo borghese, è sempre stato un obiettivo utile e necessario per il mantenimento e il consolidamento del sistema di potere detenuto dalla borghesia capitalista. Ma la democrazia borghese non è solo una menzogna o un raggiro, un infingimento o un’illusione: essa è emanata direttamente dal modo di produzione capitalistico che di fronte al Dio-mercato rende tutti omologati, tutti simultaneamente venditori e consumatori. Un ingranaggio osceno e disumano, che stritola e condanna le persone a produrre e consumare per tutta la vita ed infine a crepare, condannandole a un destino degradante. Un sistema oppressivo ed alienante, retto sull’economia di un mercato idealizzato e unidimensionale e sul finto liberismo di comodo e di pura facciata, sull’aziendalismo estremo e deviante, sull’appropriazione privata e violenta dei mezzi di produzione, sul principio (abominevole e mistificante) dell’individualismo selvaggio e della competizione sfrenata tra gli individui, messi l’uno contro l’altro (si rammenti il celebre assioma hobbesiano della guerra di tutti contro tutti: "Homo homini lupus").
La democrazia liberal-borghese immagina e rappresenta idealmente la società come una somma di individui atomizzati, ognuno con i suoi criteri personali (e virtuali) di scelta e di giudizio, con una propria coscienza e personalità, almeno teoricamente con un proprio destino, ma senza alcun legame concreto di solidarietà, di interdipendenza e di condivisione con la coscienza e il destino degli altri, anzi in perenne conflitto tra loro. Il cretinismo parlamentare, uno degli elementi di maggiore degenerazione e corruzione della politica borghese, consiste proprio nel concepire in maniera mistificante il singolo individuo come l’attore principale della storia, in grado di determinare i miglioramenti o i peggioramenti della vita sociale. Ma persino le classi dominanti, benché confuse e frastornate dai loro stessi imbrogli ideologici, sanno che la società è divisa da conflitti e antagonismi frontali di classe, che si rivolteranno inesorabilmente contro di esse.
La pesante recessione economica che sta investendo la società capitalistica presenta in qualche modo il merito storico di evidenziare come sul piano europeo non esista alcuna differenza tra Berlusconi, Zapatero, Sarkozy, Merkel o altri leaders politici, e che i vari governi europei, siano essi di destra, centrodestra o centrosinistra, sono in realtà accomunati dalla volontà di scaricare i drammatici effetti della crisi sui ceti popolari ad esclusivo vantaggio delle banche e delle grandi imprese capitalistiche. Inoltre, occorre smascherare e denunciare la nuda e cruda verità, ossia che il parlamento europeo costituisce una casta per eccellenza di parassiti e fannulloni a spese dei lavoratori e dei popoli: infatti, i parlamentari europei guadagnano molto senza fare nulla, in larghissima parte sono super-assenteisti anche perché non decidono assolutamente nulla.
In Italia, Berlusconi e Franceschini, e le loro coalizioni politico-elettorali, rappresentano sostanzialmente i due principali poli economico-finanziari contrapposti, ma sono due facce della medesima medaglia. Col falso e sciocco pretesto di combattere la "destra reazionaria", si tenta di mobilitare e radunare tutti i "sinceri democratici" del paese e convincerli a recarsi alle urne per votare una "sinistra" truffaldina e rinnegata. Si pensi a un partito sedicente "comunista" come Rifondazione, storicamente combattuto tra un’anima elettoralista e una vocazione governista, da un lato, e spinte movimentiste ed operaiste dall’altro. Un partito la cui direzione (non solo i quadri dirigenti, ma persino la base militante) punta da sempre alla creazione di un blocco elettorale di sinistra, il più ampio ed aperto possibile, per sconfiggere la destra berlusconiana.
Mai che qualcuno, nel PRC o in altri partiti e partitini della “sinistra borghese”, avesse solamente sospettato che l’epicentro della lotta per il potere reale fosse situato al di fuori dell’agone elettorale e parlamentare borghese, e richiedesse la formazione di un blocco di classe, non di votanti e di relative schede elettorali. Non si tratta di due opzioni praticabili simultaneamente, ma di due percorsi nettamente divergenti. Infatti, le forze politiche della “sinistra” istituzionale e riformista, che trovano nel parlamentarismo il loro ossigeno, non riescono ad uscire da quello stato "ambientale" per muoversi nell’habitat naturale della lotta di classe. Finora non si sono mai visti esempi di partiti comunisti di genere "anfibio".
Per riscattarsi da decenni di cretinismo elettorale e parlamentare (pseudo)democratico, il proletariato italiano ed europeo dovrà con ogni probabilità essere scosso da terremoti economici e sociali di eccezionali dimensioni e di grande intensità e portata. Solo allora i proletari sfruttati ed oppressi nel mondo rivaluteranno l’unica risposta di classe che la storia riserva e concede loro. E manderanno finalmente in malora i parlamenti liberal-borghesi, le urne vuote e le inutili schede elettorali.
Lucio Garofalo
Messaggi
1. A proposito di... (nuove) elezioni europee, 2 giugno 2009, 20:50, di Red Web Master
Esistono sia il "cretinismo parlamentare" come anche il "cretinismo antiparlamentare". Purtroppo non mi è ancora ben chiaro quale dei due sia più dannoso.
1. A proposito di... (nuove) elezioni europee, 2 giugno 2009, 23:24
Non sono un astensionista integralista.
Ed anche stavolta, come quasi sempre, ho deciso di votare ... sia pure a fatica ... per la lista Rifondazione/Comunisti Italiani ....
Ma condivido pienamente quanto dice l’articolo iniziale rispetto al PD ...
Dov’è la seria differenza da Berluskoni ?
In Europa poi .... dove i gruppi popolare, liberale e socialista ( e dentro questi quindi i deputati europei italiani di tutti i partiti rappresentati attualmente nel parlamento italiano) .... votano insieme nove volte su dieci ....
K.
2. A proposito di... (nuove) elezioni europee, 2 giugno 2009, 23:29, di Lucio
Caro Red Web Master, è veramente "geniale" e "strabiliante" la tua battuta!
In realtà, mi sembra fin troppo facile e riduttivo rispondere ad un tentativo di analisi e di riflessione critica a proposito del "cretinismo parlamentare" con una freddura, per quanto ironica e divertente, sul "cretinismo antiparlamentare".
Almeno Antonio Gramsci avanzava argomentazioni meno banali e meno scontate, ma più raffinate, complesse ed efficaci, per battere e contrastare l’astensionismo ideologico che faceva capo alla corrente bordighista.
Tuttavia, ti assicuro che, nell’attuale fase storica, una seria e rigorosa linea astensionista non scaturisce da un’astratta posizione antiparlamentare o da un atteggiamento semplicistico di rifiuto ideologico della politica e della società borghese, né intende creare un terreno fertile e propizio per una deriva qualunquista e antipolitica, bensì esprime ed implica una scelta politica e intellettuale molto seria e concreta, persino pragmatica e direi vitale.
Boicottare le consultazioni europee è un atto di onestà e coraggio, di forza e coerenza, di civiltà e di Politica con la P maiuscola rispetto ad una farsa davvero patetica e grottesca a cui sono state ridotte queste elezioni europee, che il governo Berlusconi ha tentato di trasformare in una recita interna da strumentalizzare per accrescere il consenso plebiscitario su cui si impernia la corsa verso un regime fascista modernizzato.