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AGNOLETTO E DEAMBROGIO: RAFFORZATA L’IPOTESI DI OMISSIONE DI SOCCORSO

Publie le sabato 19 luglio 2008 par Open-Publishing

AGNOLETTO E DEAMBROGIO: RAFFORZATA L’IPOTESI DI OMISSIONE DI SOCCORSO. DUBBI SULLA GESTIONE DEL CPT: COME VENGONO DISTRIBUITI I FARMACI? IL CASO HASSAN NEJL NON E’ CHIUSO: SI FACCIA LUCE SU QUELLA MORTE.

By Alberto Deambrogio

Cpt di Torino, dopo le rivelazioni sulle presunte cause della morte di Hassan Nejl

Torino, 17 luglio 2008 - «Restano ancora tutti attuali gli interrogativi sulla morte di Hassan Nejl e ne sorgono altri non meno drammatici: come è venuto in possesso dei calmanti? Cos’è successo davvero quella notte nella struttura torinese?» - dichiarano Vittorio Agnoletto, eurodeputato di Rifondazione comunista/Sinistra europea, e Alberto Deambrogio, consigliere regionale di Rifondazione comunista, dopo le anticipazioni secondo le quali l’autopsia avrebbe indicato come concausa del decesso l’assunzione di sedativi in contemporanea all’assunzione di metadone.

«Innanzitutto si tratta di scoprire come Hassan sia venuto in possesso dei sedativi: dirigenti della prefettura, responsabili della gestione del Cpt, dichiarano che non sono stati somministrati dai medici del Cpt. Qualcuno ipotizza che i farmaci siano stati fatti entrare nel Cpt illegalmente da alcuni ospiti. Spetterà alla magistratura scoprire la verità, andando oltre le dichiarazioni di chi, essendo responsabile della gestione del Cpt, è parte in causa nell’inchiesta sulla morte del giovane» continuano i due esponenti di Rifondazione, che recentemente sono entrati proprio nel centro torinese, dopo la morte del detenuto.

«Ma esiste anche un’altra possibilità – aggiunge Agnoletto - ; durante le mie visite al Cpt di Torino mi fu spiegato che la sera i detenuti vengono chiamati attorno all’alta rete che circonda il luogo di detenzione e attraverso un buco aperto nella rete vengono distribuiti i farmaci su un vassoio; fui subito colpito di come non vi fosse alcun controllo visibile su chi effettivamente ritirava il singolo farmaco. Feci presente che in tal modo chiunque poteva ritirare una terapia non destinata a lui e ingerirla erroneamente o cederla ad un’altra persona. Ed è risaputo che i sedativi sono distribuiti in gran quantità in tutte le carceri e in tutti i Cpt per mantenere la calma.

Sono molti, nele strutture detentive italiane, i casi accertati di un abuso di sedativi, spesso favorito dalle direzioni con la compiacenza del personale sanitario. La responsabilità nella gestione di tutte queste attività è ovviamente dei responsabili della struttura detentiva. Sarà bene approfondire l’episodio specifico nel quale è stato coinvolto Hassan Nejl.

Inoltre, come medico per anni impegnato nel lavoro coi tossicodipendenti, non ho mai assistito ad un decesso improvviso e immediato per un uso contemporaneo di metadone e sedativi; quindi anche qualora l’assunzione di questi farmaci sia stata concausa della morte vi sarebbe stato un lungo periodo di sofferenza prima del decesso. E i compagni di detenzione di Hassan hanno sempre dichiarato che in diverse occasioni, per ore, avevano inutilmente chiamato i soccorsi, senza che nessuno rispondesse. Quindi l’eventuale assunzione di sedativi come concausa di morte non esclude per nulla l’omissione di soccorso».

«Il caso di Hassan – concludono Agnoletto e Deambrogio - è ancora tutto aperto: a maggior ragione dopo i dubbi sollevati dall’autopsia, è necessario che si cerchi la verità sulla sua morte».