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AL DIRETTORE DI AVVENIRE

Publie le sabato 9 ottobre 2004 par Open-Publishing

Al direttore di Avvenire, quotidiano di ispirazione cattolica, portavoce della CEI
lettere@avvenire.it

Caro direttore

siamo rimasti vivamente sconcertati dalla prolusione del vicepremier su S. Francesco. Farne un paladino della guerra e addirittura ad Assisi, durante le celebrazioni del patrono d’Italia, e’ una chiara bestemmia nei confronti non solo di S. Francesco ma della stessa religione cristiana, di cui e’ stato travisato ogni senso.

Fini ha detto che San Francesco "non condanno’ mai l’uso delle armi per legittima difesa", "che considerava la pace non come mezzo ma come fine" (vuol giustificare cosi’ la guerra preventiva?) e che..."la regola francescana non intende proibire l’uso delle armi, quanto l’aggressione armata, la violenza, la guerra, ma che la regola delle armi deve seguire una ’giusta’ nozione di pace (quante nozioni di pace ci sono?) quanto mai importante in un’epoca come l’attuale, insanguinata da ogni conflitto e da ogni violenza, un’epoca in cui la liberta’ e la sicurezza devono essere difese ogni giorno da soldati in divisa" (e anche contractors e soldati umanitari, si immagina). " S. Francesco- dice Fini- non aizzo’ rivolte sociali, ne’ l’invidia dei deboli contro i potenti, insegnando l’umilta’ dei doveri e non predicando la lotta di classe. Con i potenti si comportava con grande realismo e spirito di equilibrio".

Immagino che questo voglia dire il popolo farebbe bene a non esprimere in alcun modo il suo dissenso e che davanti ai potenti si debba strisciare qualunque cosa essi facciano, e immagino che questo messaggio sia un non tanto larvato invito alle gerarchie ecclesiastiche e agli ordini religiosi per un agile adeguamento alle politiche del governo, qualunque cosa siano.
Non ci basta l’ignominia permanente di Baget Bozzo la cui tonaca disonora il cristianesimo, non ci basta che quotidianamente parlamentari di dichiarata fede cristiana calpestino la pace, la parola del papa, i criteri minimi di decenza e compassione, travisino il senso di ogni valore cristiano, ora dobbiamo vedere S. Francesco usato per giustificare la complicita’ a una guerra di invasione?!

Care eminenze della CEI, S. Francesco vi dovrebbe stare a cuore e per di piu’ e’ il patrono d’Italia, il che vorra’ dire, forse, qualcosa, mettergli in mano una bandiera da crociata contro l’infedele e farne un guerrafondaio convinto ci sembra una dissacrazione inaccettabile. Ora, quando le cose sacre ci vengono aggredite cosi’ turpemente senza che i loro tutori istituzionali facciano una piega, se si ha un minimo di fede, ci si ribella e non solo verso chi le aggredisce. Non si pretende da voi che ripetiate i martirii dei santi del passato, ma per salvare un minimo di credibilita’ occorre almeno che qualcosa venga detto o si dira’ e si fara’ di peggio.

La notizia del grave travisamento di S. Francesco si aggiunge alla reazione di protesta che oggi ci accomuna, sapendo che l’azione dell’FBI contro Indymedia e’ stata precisamente richiesta dal governo italiano, lo stesso che finora ha evitato accuratamente di firmare il mandato di cattura europeo per non mettere in difficolta’ il suo premier e i suoi accoliti per i loro passati trascorsi, lo stesso che oggi non esita a stabilire una censura all’informazione addirittura in venti paesi del mondo.

Vediamo dunque calpestati, allo stesso tempo e dalle stesse persone, i principi cristiani e le liberta’ dell’uomo, due complessi di valori che in una coscienza dovrebbero identificarsi