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AMMAZZATECI TUTTI

Publie le domenica 4 febbraio 2007 par Open-Publishing

VI PREGO DI DIFFONDERE...

" Caro Beppe,
mi chiamo Rosanna, ho 23 anni e sono la figlia di un giudice di Cassazione
calabrese ucciso poco prima di Falcone e Borsellino. Ma non è per parlare di
me che ti scrivo.
E’ trascorso più di un anno dalle grandi manifestazioni di Locri scaturite
dalla rabbia per l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale
Francesco Fortugno, ciliegina sulla torta dopo decine di delitti impuniti
perpetrati nella Locride ed in tutta la Calabria.
Dopo un anno e mezzo in Calabria si continua a morire, a pagare la mazzetta,
a sopravvivere soggiogati dalla ’ndrangheta.
Dopo un anno e mezzo noi ragazzi siamo ancora qui a combattere per
contrastare ogni forma di mafia, da quella di strada a quella dei Palazzi, e
riprenderci la nostra terra.
...
Molto spesso ci si sente immuni al problema ’ndrangheta, finché non ci
troviamo a doverne affrontare la prepotenza. Ce ne accorgiamo al momento di
aprire un’attività, quando ’qualcuno’ bussa alla tua porta chiedendo un
’contributo’ per lasciarti lavorare, poi il ’contributo’ diventerà un
quarto, metà, tre quarti del guadagno dell’attività e sarai costretto o a
scendere a compromessi o a chiudere ed andare via. Tutto normale,
preventivato, anche se completamente assurdo. Tutto consumato in silenzio.
Come quando ammazzano qualcuno a te caro e sai chi è stato, ma quel nome è
troppo pesante da dire, così come diventa troppo rischioso chiedere che sia
fatta giustizia, perché certi nomi sono impronunciabili. E allora si
ingoiano bocconi amari e si continua la solita vita.
Oppure può succedere che un giorno un ragazzo si senta umiliare dai compagni
perché non ha la maglia firmata e non l’avrà mai perché in famiglia si fanno
i salti mortali per arrivare a fine mese e allora, per dare una mano, per
sentirsi qualcuno e farsi rispettare eccolo rivolgersi al ’capetto’ di
turno, eccolo ipotecare la sua vita, vendere la sua dignità per diventare
’qualcuno’. Che importa se poi rischia di finire in carcere per spaccio o
per aver ucciso un uomo? Che importa se avrà buttato nel fango la sua
coscienza?
Perché, sia chiaro, alla fine chi ci rimette è la povera gente, non
’lorsignori’.
No, quelli guardano dall’alto delle loro ville al Nord, sicuri ed al
calduccio! C’è chi paga per loro.
In Calabria è rimasta solo la spietata manovalanza, quella che si occupa di
tenere sotto controllo il territorio e soggiogare, sostituendosi allo Stato,
i calabresi. E’ quella a cui ci si rivolge per comprare i propri diritti,
quella che alimentiamo con l’ignoranza e la paura.
...
Ed è proprio questo il senso della manifestazione che noi ragazzi del
Movimento Ammazzateci tutti stiamo promuovendo per il prossimo 17 febbraio a
Reggio Calabria.
Noi vogliamo mettere in pratica le parole del Giudice Borsellino: "Se la
gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia
svanirà come un incubo."
Perché se continueremo a rivolgerci al ’capobastone’ per ottenere i nostri
diritti, se lasceremo che la ’ndrangheta continui ad interferire nelle
nostre vite con arroganza e prepotenza, se ci faremo ingannare dai suoi
diabolici sorrisi, non riusciremo mai a liberarci dal suo giogo.
...
E’ la prima manifestazione auto-convocata che organizziamo a Reggio
Calabria, la prima completamente auto-finanziata, anche se non nascondo che
vorremmo fare appello a tutti i calabresi, commercianti, imprenditori, mamme
e papà, perché ci aiutino anche economicamente nell’organizzazione della
manifestazione, vorremmo infatti chiedere una sorta di ’pizzo legalizzato’,
ovvero un contributo economico con tanto di certificato di acquisizione da
parte loro di una ’azione antimafia’ dal nostro virtuale pacchetto
azionario.
...
Le mafie non sono un problema solo del Sud, ma sono il cancro dell’Italia
intera e, finchè si continuerà a fare il loro gioco ignorando e girandosi
dall’altra parte, non potremo mai estirpare questa malattia. Per questo il
nostro appello non vuole fermarsi solo ai calabresi, ma vuole essere un
richiamo per TUTTI gli italiani onesti, perché c’è sempre, in ogni regione,
qualcosa che prende il nome di ’mafiosità di comportamento’. E’ il pensare
di poter essere diversi rispetto agli altri, il pretendere di poter comprare
e vendere dei diritti, il curarsi esclusivamente del proprio bene anche a
scapito degli altri.

Abbiamo attivato un blog per la manifestazione, lì potrete trovare tutte le
informazioni utili "work-in-progress" fino al 17 febbraio. L’indirizzo è
http://17febbraio.ammazzatecitutti.org
Un mio, seppur virtuale, abbraccio."

Rosanna Scopelliti
figlia del giudice Antonino, ucciso da Cosa Nostra a Campo Calabro (RC) il 9 agosto 1991.

Movimento "E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI"
giovani uniti contro tutte le mafie
www.ammazzatecitutti.org