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AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA: PRESENZA TEMPORANEA, DIRITTI PERMANENTI

Publie le venerdì 24 giugno 2005 par Open-Publishing

AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA

Presentazione del primo rapporto sui CPTA in Italia

ITALIA: PRESENZA TEMPORANEA, DIRITTI PERMANENTI
Il trattamento dei cittadini stranieri trattenuti nei centri di
permenenza temporanea e assistenza (Cpta)

L’Italia sottopone a detenzione un numero sempre crescente di
richiedenti asilo, in violazione degli standard del diritto
internazionale dei rifugiati. Nel suo ultimo rapporto, Presenza
temporanea, diritti permanenti, presentato oggi a Roma, Amnesty
International rivela una serie di violazioni dei diritti umani cui i
cittadini stranieri vengono sottoposti durante la detenzione nei
Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), ed esprime
preoccupazione circa la possibilità che problemi simili possano
verificarsi anche nei centri di identificazione.

"La detenzione è una sanzione estrema per le persone che non hanno
commesso alcun illecito penale. I richiedenti asilo possono essere
detenuti soltanto in circostanze eccezionali, come prescritto dagli
standard internazionali", si legge nel rapporto. "Similmente, la
detenzione dei migranti entrati o presenti in Italia senza
autorizzazione andrebbe applicata soltanto nelle circostanze previste
dalla legge, e conformemente ai principi internazionali dei diritti
umani".

Ogni anno l’Italia espelle o rifiuta l’ingresso a migliaia di
cittadini stranieri, alcuni dei quali richiedenti asilo, sulla base
del loro tentato o effettivo ingresso illegale o soggiorno
irregolare. Nell’attesa dell’espulsione, molte di queste persone sono
detenute nei Cpta, a volte anche fino a 60 giorni.

La legislazione entrata in vigore due mesi fa consente la detenzione
della maggior parte dei richiedenti asilo in "centri di
identificazione" mentre le loro richieste di asilo vengono esaminate
con una procedura accelerata.

Il rapporto contiene dettagliate denunce secondo cui persone detenute
nei Cpta sono state sottoposte ad aggressioni fisiche da parte di
agenti delle forze dell’ordine e del personale di sorveglianza e alla
somministrazione eccessiva e abusiva di sedativi e tranquillanti.
Molte persone incontrano difficoltà nell’accedere alla consulenza di
esperti, necessaria a contestare la legalità della loro detenzione e
del relativo ordine di espulsione. La tensione nei centri è alta, con
frequenti proteste, inclusi tentativi di fuga e alti livelli di
autolesionismo. I centri sono spesso sovraffollati, con strutture
inadeguate, condizioni di vita contrarie alle norme dell’igiene e
cure mediche non soddisfacenti.

Gli Stati detengono la potestà di controllare l’ingresso, il
soggiorno e l’espulsione dei cittadini stranieri dal proprio
territorio. Essa, tuttavia, deve essere esercitata nel rispetto delle
leggi e degli standard internazionali in materia di diritti umani e
di diritti dei rifugiati. L’esercizio della sovranità statale non può
avvenire a scapito dei diritti umani fondamentali dei richiedenti
asilo e dei migranti, qualunque sia il loro status giuridico.

Vi è una crescente restrizione dell’accesso ai Cpta e le richieste
avanzate da Amnesty International sono state sinora rifiutate. Per
quanto non sia possibile confermare la totale veridicità di tutte le
denunce concernenti i centri, queste sono rese credibili dal loro
numero, coerenza e regolarità, e dalle conclusioni degli organismi
intergovernativi e di serie organizzazioni non governative nazionali
e internazionali.

Molte persone nei Cpta incontrano difficoltà nell’accedere alla
procedura di asilo, con il conseguente rinvio in paesi dove sono a
rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Durante l’ultimo anno,
più volte l’Italia ha espulso interi gruppi di persone detenute dopo
essere giunte via mare, senza un’adeguata considerazione di ogni
situazione individuale, in violazione degli standard internazionali
dei diritti umani e del diritto dei rifugiati. Il modo in cui il
governo affronta gli arrivi via mare sta seriamente compromettendo il
diritto fondamentale di chiedere asilo e il principio di
non-respingimento, che proibisce il rinvio forzato di chiunque verso
un territorio in cui possa esservi un rischio di violazioni gravi dei
diritti umani. Amnesty International ha elaborato una serie di
raccomandazioni, che chiede alle autorità italiane di considerare in
via prioritaria. In tali raccomandazioni vengono sottolineati i
principali standard internazionali già applicabili alle persone
trattenute nei Cpta e nei centri di identificazione e sono evidenziate
linee guida sulle procedure di "rinvio forzato" di cittadini
stranieri, adottate dal Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa
nel maggio 2005 e nelle quali si richiamano i diritti esistenti sulla
base delle norme internazionali.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani, "è giunto il momento che
le autorità italiane riconsiderino profondamente la loro attuale
politica, legislazione e prassi circa la detenzione, le condizioni ed
il trattamento dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo,
assicurandone un adeguamento agli standard internazionali dei diritti
umani e del diritto dei rifugiati".

Per ulteriori informazioni:

Ruggiero Caputo
Referente Azioni
Amnesty International
Circoscrizione Puglia
r.caputo@amnesty.it