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ARMI: UNA BUONA PRATICA PER TUTTI I CONSIGLIERI COMUNALI
Publie le sabato 24 luglio 2004 par Open-PublishingSeguendo l’esempio di quanto sta avvenendo al Consiglio Comunale di
Firenze, propongo ai consiglieri comunali di altre città e alle
segreterie di partito di farsi promotori di una mozione nei
rispettivi consigli per un regolamento comunale relativo alle
banche con le quali avere rapporti finanziari, favorendo gli
istituti di credito che non abbiano effettuato transazioni bancarie
in materia di esportazione, importazione e transito di materiale di
armamento, e penalizzando quindi quelle banche che offrono i propri
servizi e servono come appoggio al commercio delle armi verso quei
paesi a cui non dovrebbero essere esportate, in base ai principi e
al dettato della legge 185 del 1990, cioè in particolare paesi
dittatoriali o in guerra.
I dati che riguardano le operazioni di commercio di armamenti, in
base alla legge 185/10 del ’90 che le regolamenta sono pubblici ed è
possibile verificare conseguentemente che molte banche italiane sono
impegnate nel finanziamento di imprese la cui attività è rivolta al
commercio di armi; tali dati sono liberamente a disposizione in
quanto estratti dalla Relazione del Presidente del Consiglio dei
Ministri sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo
dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di
armamento nonché dell’esportazione e del transito dei prodotti ad
alta tecnologia.
Tale normativa stabilisce che l’esportazione ed il transito di
armamento sono vietati verso paesi in stato di conflitto armato, in
contrasto con i principi dell’articolo 51 della carta delle Nazioni
Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali
dell’Italia, le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da
adottare previo parere delle Camere; verso paesi la cui politica
contrasti con i principi dell’art. 11 della Costituzione; verso
paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o
parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite;
verso paesi i cui governi sono responsabili di accettare violazioni
delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo.
Domenico Ciardulli