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ASL Trieste censura Youtube e blog padre vittima

Publie le martedì 29 luglio 2008 par Open-Publishing

L’ASL DI TRIESTE DENUNCIA IL PADRE DI GIULIO COMUZZI, IL PIANISTA MORTO
SUICIDA, E CHIEDE CENSURA DEL SUO BLOG

L’Asl e alcuni medici del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste hanno
denunciato il padre del pianista Giulio Comuzzi, suicidatosi a 24 anni,
perchè ha diffuso su Youtube e alcuni siti internet dei video ritenuti
diffamatori.

Il 24 luglio 2008, si è svolto il procedimento presso il Tribunale di
Trieste contro Mario Comuzzi, padre settantenne, con la chiamata in causa
anche di YouTube e dell’AipsiMed.

Al processo erano presenti il sig. Mario Comuzzi, il suo avvocato, i legali
dell’Asl, e, in rappresentanza dell’AipsiMed, l’avvocato Giovanni Di Lullo,
l’avvocato che difende anche la famiglia di Riccardo Rasman (il ragazzo di
Trieste in cura presso un centro di salute mentale e morto in seguito a un
intervento delle Forze dell’Ordine in casa propria).

I ricorrenti, invece, erano assenti, come la stessa YouTube che non si è
presentata al processo.

I ricorrenti hanno chiesto l’oscuramento di quasi tutte le sezioni del sito
web di Mario Comuzzi www.giuliocomuzzi.it la cancellazione dei video su
YouTube e di un link a un video presente su Youtube, pubblicato sul sito
dell’AipsiMed.

I ricorrenti ritengono che i video siano diffamatori e ne hanno chiesto la
censura perchè, come si legge testualmente nel ricorso, "le affermazioni di
Giulio Comuzzi (nel ricorso si legge questo lapsus: Giulio è infatti il
pianista morto e non suo padre) rappresentano, per le migliaia di persone
che guardano su internet i suoi video, la "verità" di un fatto perchè,
partendo dalla premessa emotivamente molto forte della morte del figlio,
conformano le sue parole con la realtà".

In verità i commenti dei lettori apparsi sui vari Blog sono maggiormente
incentrati sul dolore del padre: infatti la maggiorparte dei lettori non si
è mai espressa sulla veridicità dei fatti, lasciando tale compito ai
Giudici, a conferma del fatto che Internet è democratica.

I ricorrenti affermano, inoltre, che "la verità del signor Mario Comuzzi non
è la verità, ma il suo esatto contrario perchè dietro alla tragedia di un
fatto ed alle sue denunce copre, anche a se stesso, la sua genesi e
"denunciando" le responsabilità dei medici e di una struttura pubblica
allontana sempre di più ogni riflessione critica dei suoi rapporti con il
figlio. Il travisamento e la manipolazione servono anche alla rimozione dei
suoi comportamenti nei confronti del figlio durante i 24 anni della sua
vita".

Dunque i ricorrenti hanno individuato altrove le responsabilità della morte
di Giulio Comuzzi.

La censura è stata richiesta anche perchè "l’Asl ha un evidente diritto alla
tutela della propria sfera di credibilità d’immagine". I ricorrenti,
inoltre, non escludono che la diffamazione possa costituire fonte di un
pregiudizio extrapatrimoniale, non escludendo il risarcimento del danno.

Data pubblicazione 28/07/2008 triesteoggi

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