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Abolire le Province? La Casta ha risposto: no grazie
Publie le giovedì 15 ottobre 2009 par Open-Publishing1 commento
La Camera ha votato quasi compatta ‘contro’ l’abolizione delle Province, anche la Lega, anche il Pd, anche B che lo aveva promesso in campagna elettorale. Un bello schifo! Ma le Province sono uno dei poteri elettorali ed economici della Casta e la Casta promette quel che il cittadino chiede, ma mantiene quel che i suoi interessi vogliono.
Nell’esaminare l’utilità di un ente pubblico si deve guardare non tanto alle funzioni che lo Stato precostituisce per esso ma a quelle che riesce o sa effettivamente svolgere e anche a quelle con cui si trova in conflitto di competenza con altri organismi.
Le Province italiane sono 110.
Per quanto il territorio italiano non sia cambiato e la popolazione in molte zone sia addirittura diminuita, le Province non hanno fatto che aumentare senza che, nel contempo si eliminassero enti inutili o doppioni.
Per quanto le forze di maggioranza dicano di voler passare al federalismo, nessuno, neanche Calderoli o Bossi, ha fatto alcun accenno di abolire le Province o di accorpare le loro funzioni non espletate in altri organi. Eppure il federalismo sposterebbe molte competenze alle Regioni e ai Comuni, riformulando l’intero assetto dello Stato. Sulle Province silenzio. La Lega non apre bocca, e addirittura ha votato appena ora contro la loro abolizione, bene appoggiata dal Pdl e dal Pd.
Dell’abolizione delle Province si parla dai tempi della Costituente, cioè si era incerti se metterle o no nella Costituzione.
In teoria avrebbero varie funzioni relative al territorio, alla viabilità, alle scuole, all’ambiente, ai fiumi, alla pesca, alla caccia, ai rifiuti, alle discariche.. in pratica, non avendo risorse altro che per pagare i loro impiegati, non possono svolgerle. Lo Stato ha dato loro competenze ma non ha dato fondi.
Malgrado questa inutilità manifesta,le Province continuano ad aumentare, vedi Castrovillari, Rossano Calabro, Lamezia Terme, Monza...
Uno si immagina che ci sia una gerarchia di competenze: Regione, Provincia, Comune.. invece spesso le competenze vanno deserte o si accumulano in conflitti per cui essendoci troppi soggetti adibiti allo stesso settore, non se ne occupa nessuno e i problemi restano insoluti. Per es. di strade si occupa la Regione, se ne occupa la Provincia, se ne occupa il Comune, le competenze si sovrappongono e alla fine il cittadino che ha un problema si trova in un gioco di rimandi e di scaricabarili con dispersione di energie, tempo e fondi e la strada rotta resta rotta.
Due cose risultano chiare: le Province sono un mezzo per creare occupazione (ma abolirle sposterebbe solo gli impiegati su altri enti pubblici o potrebbe far parlare finalmente di merito sgombrando gli impiegati lavativi), ma sono soprattutto un bacino elettorale che serve ai politici nei due sensi: di promettere posti di lavoro per avere voti e di allocare persone del loro schieramento per avere fondi.
Ma in questo giochetto gli interessi collettivi vengono calpestati.
Questo giochino di interessi è stato complicato da una perversa legge della Lega che permette ai Comuni di passare a una regione diversa anche se non confinante, per cui un Comune può avere interesse a passare a una Regione che riesce a ottenere più fondi pubblici.
Questo interessarsi a sottrarre fondi pubblici con utilità collettiva zero è così avido che per es. Cagliari ha 3 Province, questo vuol dire altri uffici, altri presidenti, altri coniglieri, altri impiegati.. una moltiplicazione senza senso, soprattutto una moltiplicazione di poltrone a base politica.
Sempre in Sardegna abbiamo la più piccola Provincia d’Italia: Ogliastra, 58.000 abitanti, che corrisponde a due capoluoghi, piccoli anch’essi: Tortolì e Lanusei.
Ogni volta che le Province crescono, cresce naturalmente il costo del personale, ma non è che migliorano le funzioni. Per es. se in una scuola crolla il tetto, quello continua a crollare. Abbiamo solo una deviazione della spese in attività inutili. E siccome la spesa è di 16 miliardi l’anno, è chiaro che di tetti di scuole o di strade provinciali ne uscirebbero parecchi. Per questo tutti i partiti in campagna elettorale hanno promesso che avrebbero abolito le Province. Poi si è vista la vergogna della votazione in Parlamento.
In Sardegna Soru ha cercato di fermare scempio del territorio e sprechi inutili, prima ha avuto contro la sua stessa giunta di sx, poi alle elezioni è stato trombato.
L’Italia è il paese delle cose inutili, che costano molto, che si danno per clientelismo, e che tolgono allo Stato funzioni utili. Lo Stato ristagna, la manomorta cresce.
Così si creano nuovi palazzi, nuovi uffici, nuovi arredamenti.. cito gli arredamenti perché, è noto, ogni volta che c’è un nuovo arrivato al vertice, la prima cosa che fa è cambiare l’arredamento. Ho visto dai rottamai arredamenti da ufficio sontuosi, nuovissimi, con pezzi ancora imballati. Ma il potere si manifesta anche così, soprattutto così: nel fasto privo di senso.
Poi c’è il problema delle assunzioni, che in Italia hanno sempre costituito la leva del potere politico. Più potere hai, più assunzioni puoi fare; e più assunzioni fai, più hai elettori che aumentano il tuo potere politico. Indipendentemente dal tuo merito. Anzi questo è proprio escluso, perché chi ha meno merito e più corruzione acquista più elettori e più potere.
Il cittadino paga le tasse per avere dei servizi, ma più gli enti si moltiplicano, meno arrivano i servizi. Ci sono solo aumenti di poltrone e di costi. Questi costi spesso vengono ridivisi in forma di finanziamenti a collaterali che organizzano feste, spettacoli, sagre.. è tutto un gioco di interessi parentali in circolo.
E’ chiaro che poi mancano i fondi, per es., per la manutenzione delle scuole o delle strade. Di strade si occupa anche l’ Anas, i Comuni, i consorzi e i privati. E spesso si chiudono strade perché tutti questi soggetti non sono d’accordo su chi deve fare la mantenzione.
La Provincia di Napoli gestisce 700 km di strade. Gestisce è una parola grossa, e infatti non lo fa. Manca la segnaletica, le strade sono in cattive condizioni, gli incidenti aumentano, se piove ci sono tratti che si allagano, sotto le rampe ci sono mercatini e parcheggi abusivi, ci sono cumuli di munnezza..E la Provincia cha fa? La Madame Butterfly.
Siamo messi così. Nessuno controlla nessuno.
Diceva la Gabanelli in Report "le competenze fra enti sullo stesso territorio si sovrappongono, e questi enti hanno un costo, sono spesso in concorrenza fra loro a seconda del colore, e non sempre collaborano. Succede che Provincia, Comuni e Regioni si occupano contemporaneamente di protezione Civile, di servizi sociali, di sport, di cultura, di agricoltura, di turismo. E poi fra i Comuni e le Province ci sono anche le Comunità Montane. Sono 356, costano allo Stato 190 milioni di euro all’anno, e sono nate negli anni ‘70 per portare sviluppo e servizi nei paesi di montagna, diciamo montagna. Ma le troviamo anche Orbetello che è sul mare, o in Riviera di Gallura, che è in Costa Smeralda.Ogni comunità ha uffici, personale, un presidente, assessori e consiglieri tutti retribuiti, insomma spendono troppo per mantenere se stesse, e poco sul territorio. Poi ci sono gli esperti: geologhi, architetti ecc. Ognuno ha i suoi. Ogni ente ha il suo cast di spezialisti, pagati ovviamente da noi(poi abbiamo la sciagura di Messina o di S. Giuliano).
Come se gli enti inutili non bastassero, si sono inventati le Circoscrizioni Comunali, ognuna col suo parlamentino, presidenti, assessori e consiglieri, tutti retribuiti. A Napoli le circoscrizioni sono diventate municipi, come a Roma e Milano. Non contano nulla ma creano un’altra manomorta a spese dello stato. Le Circoscrizioni si pagano con un gettone di presenza a seduta, 40 euro, a Napoli 80. A Napoli il presidente, che, ripetiamo, non fa niente e non serve a niente, prende 3000 euro e ha l’auto blu."
Il cittadino soffre, fa le sue petizioni, queste si sperdono in una miriade di uffici inutili in modo kafkiano. La manomorta cresce. Poi si arriva a votare l’abolizone delle Province e tutti i partiti, meno di Pietro, votano contro.
Gabanelli: "Ad ascoltare il cittadino ci sono anche le 280 unioni dei Comuni con il loro parlamentino e poi gli ato, le società partecipate, 10.000 commissari straordinari, i circondari, le agenzie: per il lavoro, per lo sviluppo,per il turismo, per rifiuti, per l’ambiente, per la cultura. Un esercito che è lì a fornire servizi, prevenire problemi e se è il caso risolverli. Non è così. Qualcuno se ne è accorto e adesso si cambia musica. Il governo Prodi ha varato il nuovo codice per le autonomie che ridefinisce le funzioni degli enti locali e quindi, sta scritto, “la riduzione degli enti e mai l’aumento. Ognuno deve avere compiti precisi e non ci saranno più 2 enti che fanno la stessa cosa”.
Era una proposta di Prodi. Credete che si sia sgombata questa selva di enti inutili? Levatevelo dalla testa. Lo stesso governo Prodi ha smentito se stesso
Certo ci sono anche Province che funzionano. La provincia di Bologna di km di strade ne gestisce 1300, il doppio di Napoli. Ogni giorno 180 cantonieri controllano a coppia un tronco di 10 km. La manutenzione è ordinaria amministrazione e non una stranezza come a Napoli, si investe sulla sicurezza, si fanno decine e decine di rotonde (tra l’altro le paga l’UE, sono anche convenienti) che hanno eliminato gli incidenti negli incroci. A Bologna e intorno ci sono rotonde dappertutto. A Napoli?
L’80% del bilancio della Provincia se ne va in spese correnti, e solo qualche briciola in scuole e strade, ma gli amministratori crescono in modo elefantiaco, e vogliono anche l’auto blu. Alla Provincia di Napoli hanno 15 auto blu. A Bologna una.
Le risorse della Provincia arrivano da Stato e Regione, ma anche da tributi, tasse su auto, assicurazione, bolletta Enel, e rifiuti. Quando paghiamo l’assicurazione auto, diamo un 12,5% alla Provincia. E’ giusto?
Io credo che tutti questi soldi potrebbero essere spesi meglio
masadaweb.org
Messaggi
1. Abolire le Province? La Casta ha risposto: no grazie, 15 ottobre 2009, 21:22, di Nando
Le province sono solo SPESE INUTILI PER I CITTADINI!!!!!!!!