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Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete
Publie le lunedì 24 ottobre 2005 par Open-Publishing7 commenti
Abete boccia l’opa Unipol
Il presidente di Bnl spiega al manifesto i motivi per cui il cda dell’istituto di credito ha demolito l’impianto dell’offerta Unipol. Su Fazio: «Non è stato imparziale»
BRUNO PERINI da "Il Manifesto" 22.10.05
Il terremoto bancario italiano non ha tregua. Mentre i sinistri rumori della battaglia Antonveneta si sono trasferiti nelle aule di tribunale con l’incriminazione di Antonio Fazio, sul fronte Bnl arriva la sonora bocciatura da parte del consiglio d’amministrazione dell’opa Unipol. Il vade retro dei vertici dell’istituto di credito mette a nudo i punti dolenti dell’offerta Unipol sia nel metodo che nel merito. Come si legge in una nota «Il consiglio d’amministrazione pur rilevando - anche sulla base delle fairness opinion rilasciate dagli advisor finanziari - la congruità del corrispettivo di euro 2,70, ritiene che lo stesso non sia equo in quanto la struttura dell’operazione e l’articolazione dei contratti di acquisto e delle opzioni non assicura la parità di trattamento per tutti gli azionisti. Le logiche industriali dell’offerta non siano condivisibili e siano altresì significativi i livelli di patrimonializzazione addizionali necessari per la stabilità del conglomerato, nonché i rischi di sostenibilità finanziaria dell’operazione».
Ne abbiamo parlato con il presidente di Bnl Luigi Abete, in una conversazione che va dalle valutazioni della giornata di ieri ai comportamenti di Banca d’Italia: «L’ho già detto altre volte e non ho difficoltà a ripeterlo: il governatore della Banca d’Italia non ha tenuto un comportamento imparziale nei confronti della vicenda Bnl. I motivi? Non spetta a me stabilirlo. Simpatie e antipatie? La questione dell’italianità? Non saprei rispondere. La cosa certa è che io non ho aspettato agosto per denunciare quel comportamento. Non perché immaginassi i singoli fatti avvenuti in seguito ma perché avevo sotto gli occhi la vischiosità con cui veniva gestita tutta l’operazione»
Sul comportamento di Banca d’Italia ci torniamo. Ora vorrei da lei una valutazione a caldo di quello che è successo ieri
Mi pare che i nostri comunicati siano chiari. Riteniamo che il prezzo offerto da Unipol sia congruo rispetto al valore della banca ma iniquo. Il consiglio d’amministrazione è convinto che l’intera struttura dell’operazione condotta da Unipol crei una situazione che confligge con il principio dell’eguale trattamento di tutti gli azionisti. Stiamo parlando di una differenza di circa 20 centesimi per azione tra il prezzo pagato da Unipol o dai suoi alleati ad alcuni azionisti e quello contenuto nell’offerta
Secondo una consuetudine della Banca d’Italia se un’offerta viene considerata ostile dal cda deve essere bocciata. Sarà così?
Questo lo decideranno le autorità competenti. Io penso che il nostro sia un caso diverso, perché non si tratta di opa volontaria ma obbligatoria. Voglio tuttavia ricordare che è stata Unipol a dichiarare che la sua offerta non è stata condivisa con Bnl. Noi ne abbiamo preso atto e oggi diciamo a chiare lettere quali sono le nostre principali perplessità nel merito dell’offerta
Oltre alla questione della parità di trattamento c’è dell’altro?
Certo che c’è dell’altro. Noi critichiamo le logiche industriali dell’offerta Unipol, sostenendo altresì che ai fini della stabilità occorrono livelli addizionali significativi di patrimonializzazione. Sia chiaro: questa questione viene posta non per gli azionisti ma per la banca nel suo complesso e per l’intera stabilità dell’istituto
Cosa succederà ora? O meglio cosa vorrebbe che succedesse?
Sarebbero auspicabili due cose: l’Unipol dovrebbe fare una riflessione con se stessa sui nostri rilievi e decidere se li ritiene ragionevoli. Le autorità competenti poi, ovvero l’Isvap e la Banca d’Italia, dovrebbero invece pronunciarsi contestualmente sulla sostenibilità della struttura dell’operazione in modo da evitare il rischio di tempi diversi e dunque di dannose sfasature nella valutazione
A chi vi accusa di avere un atteggiamento conservatore che cosa rispondete?
Se noi facessimo un discorso di breve termine, di pura difesa degli interessi degli azionisti ci fermeremmo alla congruità. Al massimo chiederemmo di estendere il maggior prezzo a tutti gli azionisti. Ma abbiamo chiesto garanzie sulla struttura finanziaria e patrimoniale dell’offerta perché abbiamo a cuore gli azionisti di oggi e di domani e soprattutto il destino dei dipendenti della banca. Per quanto riguarda me, poi, posso essere ancora più chiaro: ho detto più volte e lo ripeto che comunque finisca io non sarò più il presidente di Bnl. Quello che mi stava a cuore l’ho realizzato: un feeling morale con tutti i dipendenti della banca e una politica trasparente per il suo sviluppo
Torniamo al ruolo di Banca d’Italia. Da dove nasce secondo lei l’atteggiamento non imparziale del governatore Antonio Fazio?
Io posso rispondere soltanto per ciò che riguarda i miei rapporti con Banca d’Italia in veste di presidente di Bnl. Ci sono state tre fasi: la prima risale al periodo 2003-2004 quando la Banca d’Italia aveva come prima preoccupazione la stabilità della Bnl. A quell’epoca i cosiddetti "nuovi imprenditori" per il governatore erano un problema non una soluzione. Nel periodo che va fino all’aumento di capitale del 14 novembre 2004 qualcosa tuttavia è cambiato. Che cosa intendo? Semplice: per ottenere il consenso di bankitalia all’aumento di capitale, che tra l’altro sia per la banca che per tutti gli azionisti è stato un affare, ho dovuto scrivere una lettera nella quale chiedevo all’istituto centrale di decidere per un sì o per un no. Non credo che un episodio simile sia mai capitato. La terza fase è quella della conflittualità. Nello scrivere quella lettera sapevo che i rapporti con Banca d’Italia si sarebbero guastati ma ho insistito perché ritenevo quell’operazione sul capitale decisiva per il bene dell’istituto. D’altronde resto convinto del fatto che concedere a tanti immobiliaristi, d’accordo tra di loro, di superare il 15% di una banca equivalga a eludere la regola che impedisce alle aziende di superare quella soglia nel settore bancario.Ora siamo nella quarta fase: vediamo come evolverà sapendo che il futuro di Bnl deve essere per tutti un obiettivo ineludibile.
Messaggi
1. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 24 ottobre 2005, 19:23
“Un feeling morale con tutti i dipendenti della Bnl …..”
Insomma ...
Oggettivamente bisogna riconoscere che Abete, nei rapporti “esterni” ed ufficiali, si e’ comportato con una sostanziale coerenza.
E sicuramente una certa oggettiva convergenza tra i suoi comportamenti di questi mesi e il sentimento giustamente ostile dei lavoratori Bnl rispetto alla “scalata” di Unipol c’e in qualche modo stata.
Pero’, francamente, non si puo’ dire che la Bnl sia l’isola felice che verrebbe descritta in questa intervista. Anzi.
Gia’ se scendiamo appena sotto Abete nella scala gerarchica Bnl le cose sono meno chiare.
C’e’ stata la squallida vicenda relativa ai 23 top managers Bnl, compreso il Direttore Generale Girotti, pizzicati a lucrare un pacco di soldi, di fatto scommettendo in borsa contro se’ stessi e chi li ha nominati nei loro incarichi.
Ci sono stati in estate due – tre scaldaletti niente male, dalla banca clandestina cinese che utilizzava strutture romane della Bnl per gestire i propri affari mafiosi al mega-furto perpetrato dal capo dell’ Ufficio Portafogli, l’ormai mitico Vincenzo Pesce e poi altre storiacce di truffe sui mutui, con innegabili complicita’ interne alla banca, su varie piazze italiane.
E soprattutto ci sono stati comportamenti nei confronti dei lavoratori tutt’altro che tipici di un presunto “feeling morale”.
Provvedimenti disciplinari, molti dei quali ancora in essere, nei confronti di lavoratrici e lavoratori a vario titolo “non allineati” ai potentati interni.
Comportamenti antisindacali, riconosciuti come tali spesso anche dalla magistratura, contro delegati sindacali , in buona parte appartenenti al sindacato “movimentista” Falcri e comunque anche questi, piu’ in generale, “non allineati” e “fuori dal coro”.
La stessa vicenda della mancata corresponsione del premio aziendale (Vap), poi risolta con un mese di ritardo, non puo’ essere completamente addebitata alla protervia degli “assalitori” dell’ Unipol, ma ha visto comportamenti ambigui e strumentali dello stesso vertice aziendale, compreso il buon Abete.
E poi appalti a go-go, esternalizzazioni al limite della follia e sicuramente del lecito, “strette” sulle malattie, sui permessi, in generale sulle liberta’ e i diritti dei lavoratori.
Insomma, tutt’altro che una “isola felice”.
A meno che Abete ed anche i giornalisti del “Manifesto” non intendano per “isola felice” il fatto che i sindacati confederali stiano sostanzialmente zitti e fermi da mesi, sicuramente preoccupati per la “scalata” della cosiddetta “finanza rossa”, ma anche legati mani e piedi consociativamente all’ attuale dirigenza, della quale non criticano nemmeno le scelte piu’ assurde e discutibili.
Ma la agognata “armonia”, il presunto feeling non si costruiscono con sindacati acquiescenti e subalterni, bensi’ con un rapporto realmente corretto con lavoratrici e lavoratori “in carne ed ossa”.
Rafaniello by Naples’ Bnl
2. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 26 ottobre 2005, 19:27
BNL: TAR DISCUTERA’ 9 NOVEMBRE RICORSO BBVA CONTRO UNIPOL
(AGI) - Roma, 26 ott. - Il Tar del Lazio discutera’ il 9 novembre prossimo il ricorso presentato dal Bbva contro il via libera della all’Opa lanciata da Unipol su Bnl. Secondo gli spagnoli, l’Opa presenta discriminazioni nei confronti di alcuni azionisti. La compagnia bolognese offre 2,7 euro per azione, ma il Bbva sostiene che il prezzo e’ inferiore ai 2,9 euro pagati da Unipol ad alcuni azionisti durante il rastrellamento che ha preceduto il lancio ufficiale dell’offerta.
26/10/2005 - 17:50
1. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 26 ottobre 2005, 19:37
Affiorano elementi di collegamento tra affare BNL/UNIPOL e vicenda ANTONVENETA.
La compagnia guidata da Giovanni Consorte ha completato l’iter per il lancio di un bond fino a 1,4 miliardi di euro per avere tutti i mezzi patrimoniali necessari all’Opa. L’emissione del prestito obbligazionario è l’ultimo tassello del mosaico, dopo l’avvio dell’aumento di capitale da 2,6 miliardi che si concluderà il 28 ottobre e la conclusione degli accordi per la cessione del 35% in Aurora Assicurazioni per 751 milioni.
Resta però ancora da sciogliere il nodo delle autorizzazioni: a breve, Unipol consegnerà le ultime carte a Isvap e Bankitalia che dovranno esprimere un parere sull’operazione Bnl. Il verdetto dell’Autorità guidata da Giancarlo Giannini è atteso intorno a metà novembre.
Tutto ciò non basta però per far tirare a Consorte un sospiro di sollievo. La settimana scorsa il cda di Bnl ha bocciato l’offerta di Unipol giudicandola non equa nè condivisibile, quindi ostile. Sulla mossa dell’istituto romano la Procura di Roma ha acceso un faro e ha acquisito il verbale della riunione.
Secondo fonti di stampa una nuova tegola si sarebbe abbattuta sulla compagnia bolognese con l’apertura di un fronte Unipol da parte della Procura di Milano nell’ambito dell’indagine sulla scalata ad Antonveneta. Nel mirino sarebbero finiti alcuni documenti sulle operazioni di Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol) e la compravendita di titoli Antonveneta.
3. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 26 ottobre 2005, 23:07
Stupefacente!! non pensavo che il Presidente della BNL Abete, industriale Poligrafico, ex presedente della Confindustria, presidente della Confindustria Romana fosse diventato l’avenguardia del popolo oppresso, il primo difensore degli sfruttati, il paladino di tutti i lavoratori bancari.
Secondo me qualcuno dà i numeri.
1. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 27 ottobre 2005, 10:15
E infatti qui nessuno ha detto questo, anzi ....
Che poi lo credano qualche giornalista del Manifesto ( piu’ Galapagos che Perini) e i leaderini del sindacato/istituzione aziendale e non, e’ un altro discorso.
La realta’ e’ sostanzialmente quella descritta da Rafaniello.
Da un lato c’e’ un assalto da parte di un soggetto come l’ Unipol, super indebitata e con piani tutt’ altro che chiari, dove stanno peraltro emergendo i collegamenti con le vicende Antonveneta e RCS, dimostrando il fatto che il risiko bancario altro non era che un megainciucio bipartisan. complice l’ arbitro parziale Fazio e con prestanomi ben remunerati in tutti e tre i casi personaggi come Ricucci, Caltagirone ecc.
Dall’ altro una dirigenza attuale Bnl del tutto impresentabile, tutt’ altro che "amica" dei lavoratori, ma che ha goduto in passato e ancora di piu’ oggi - di fronte all’attacco esterno - della "copertura" consociativa e subalterna dei citati sindacati/istituzione.
In tutto questo e’ vero che Abete si e’ mosso con intelligenza, "smarcandosi" dalle figure barbine di altri sedicenti "managers" della banca e accreditandosi quindi di un’ immagine piu’ presentabile.
Il problema di fondo, pero’, rimane a mio giudizio l’ allucinante ruolo dei presunti "rappresentanti dei lavoratori".
Keoma
4. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 28 ottobre 2005, 12:17
Milano indaga
Sgoccioli di strategia giudiziaria contro Unipol sul caso Antonveneta
I baschi del Banco di Bilbao valutano se aderire all’Opa di Consorte su Bnl o andare dai giudici come gli olandesi
Milano. L’interesse della procura di Milano ai movimenti dell’Unipol, la società guidata da Giovanni Consorte nell’ambito della scalata a banca Antonveneta non contribuisce a tranquillizzare i mercati, preoccupati all’ipotesi che dopo i segnali di generale riappacificazione dei giorni scorsi possa tornare a surriscaldarsi il clima giudiziario. Non è la prima volta che il nome della compagnia assicurativa bolognese compare nell’ambito dell’affaire Antonveneta. Unipol, oltre a essere socia della Hopa del concertista Emilio Gnutti, partecipa al capitale di Earchimede, una delle società coinvolte nella vicenda delle cessioni delle partecipazioni minoritarie di società del gruppo Popolare italiana, decise all’epoca per consentire all’istituto lodigiano di incassare liquidi che consentissero di riportare i coefficienti patrimoniali entro i limiti di legge e su cui da tempo stanno indagando i pm milanesi. Il problema di Unipol è che la sua offerta sulla Bnl, in questo momento, è ancora in una fase di sospensione visto che non ha ancora ricevuto alcune delle autorizzazioni richieste per legge. Gli spagnoli del Bbva non hanno deciso per il momento quale atteggiamento tenere. La strategia sembra essere quella di attendere l’esito dell’iter dell’offerta del gruppo assicurativo. Per ora, secondo fonti ufficiose, fra i manager baschi sembra prevalere la linea della consegna delle azioni in Opa. Ma si fa moderatamente largo la tesi – sostenuta da una parte del management meno disposta a deporre le armi, supportata dai pareri dei legali della banca – per cui sarebbe preferibile tentare di imprimere alla vicenda una svolta giudiziaria, seguendo l’esempio degli olandesi di AbnAmro. Difficile dire se questo accadrà nel futuro immediato. C’è chi, a palazzo di giustizia di Milano, ha interpretato il pezzo scritto ieri dal Giornale, come un primo squillo di tromba. Il quotidiano ha dato, in un articolo a firma Gianluigi Nuzzi, la notizia dell’apertura della pista Unipol da parte della procura milanese nell’ambito della scalata Antonveneta. Alcuni osservatori hanno notato come sempre Nuzzi dalle colonne del Giornale avesse dato il via, quest’estate, alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche. Gli avvocati di AbnAmro e Popolare italiana, oltre ai pubblici ministeri Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, con Antonveneta hanno creato un filone giurisprudenziale che molti potrebbero avere la tentazione di seguire.
(27/10/2005) da "Il Foglio" 27/10/2005
1. > Affare BNL/UNIPOL - Intervista ad Abete, 30 ottobre 2005, 13:54
Bnl, prezzo offerta Unipol sia alzato a 2,88 euro-Abete a stampa
domenica ottobre 30, 2005 11.50
MILANO (Reuters) - Unipol dovrebbe aumentare il prezzo della sua offerta su Banca Nazionale del Lavoro a 2,88 euro per azione, ha detto il presidente di Bnl Luigi Abete in un’intervista a La Repubblica oggi.
"Riteniamo che il prezzo vada alzato a 2,88 euro", ha dichiarato Abete citato dal quotidiano.
Bnl si è già pronunciata a favore di un aumento del prezzo di 2,7 euro per azione offerto da Unipol, valutando un massimo di 2,88 euro, considerando i maggiori prezzi pagati per alcune operazioni di opzioni put legate all’offerta.
Unipol ha difeso la sua offerta sul 59,27% di azioni in Bnl non controllate, dicendo che il prezzo garantisce piena parità di trattamento a tutti gli azionisti ordinari della banca romana.
Abete ha aggiunto che Bnl confermerà a fine anno il target del Roe (return on equity targets) al 10%, dopo i livelli di metà anno al 12%.
Unipol attende l’approvazione di Isvap e Banca d’Italia per la sua offerta di acquisto da 5 miliardi di euro. Abete ha detto che attende le risposte dalle autorità sulle questioni che ha sollevato.
Abete ha anche criticato il modo in cui Banca d’Italia ha argomentato che non era facile opporsi a una opa obbligatoria nel caso dell’offerta di Bpi su Antonveneta, poi fallita.
"Quella è stata una risposta ipocrita per spiegare la propria condotta. Se fosse così chiunque superasse il 30% di una banca potrebbe lanciare l’Opa e controllarla senza le dovute autorizzazioni", ha detto Abete.
© Reuters 2005.