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Afghanistan, Parisi tira dritto. Il Prc: "Urge un chiarimento"
Publie le venerdì 7 luglio 2006 par Open-PublishingIl governo propone al parlamento di varare il decreto così com’è. Rifondazione e Verdi: "Siamo fermamente contrari a un potenziamento di “Enduring freedom”"
di Castalda Musacchio
"Non siamo assolutamente d’accordo con la decisione di potenziare gli aspetti militari della missione in Afghanistan aumentando i finanziamenti per Enduring Freedom, il versante sotto comando Usa della missione e fuori dal mandato Onu". Lo dichiarano i presidenti dei Gruppi di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e dei Verdi, Gennaro Migliore e Angelo Bonelli, aggiungendo la richiesta di un immediato chiarimento da parte del governo e annunciando la volontà di modificare il testo del provvedimento nel corso dell’iter parlamentare.
Nessun segnale di discontinuità. Né tantomeno di disgelo. Ascoltato Parisi, a prevalere è lo scetticiscmo, di più, una vera insoddisfazione. E dire che sulla missione Isaf, al centro del dibattito politico, quella che si cercava, all’interno della maggioranza, era la ricerca di una convergenza, un «punto d’equilibrio» come del resto aveva auspicato lo stesso Giovanni Russo Spena (Prc). E invece? Invece pare proprio che il ministro - prima di vedere sospesa la sua audizione per mancanza del numero legale a palazzo Madama - abbia scelto la “linea dura”. Nessuna apertura alle richieste della sinistra radicale, nessun segno di cedimento e proprio su quella “exit strategy” che i più, la gran parte degli esponenti della sinistra radicale oltre a chi ha già annunciato il suo netto “No”, avevano formulato come un obiettivo da raggiungere e proprio nella mozione che dovrà accompagnare il Ddl e il decreto di rifinanziamento delle missioni italiane all’estero. L’occhio è a Kabul, ma anche al Mediterraneo - come ha denunciato il deputato Cannavò (Prc) - dove il governo si appresterebbe a far passare il potenziamento di “Enduring freedom” sotto “voci” di bilancio. La nostra presenza in Afghanistan?
«E’ opportuna e necessaria e sostanzia - ha espressamente dichiarato Parisi - la continuità di un impegno pienamente condiviso con tutti i nostri alleati. Nel teatro afghano - ha rilevato - la Nato sta mettendo alla prova la sua stessa identità e la sua capacità di operare su uno scacchiere remoto e con una visione globale, ponendo a disposizione strutture e forze per la costruzione di un disegno di ordine e di pace gestito dall’Onu». Pertanto il governo propone al parlamento di continuare in quell’impegno, assicurando una presenza di forze «analoga per entità a quella del passato». Il primo a commentare le parole di Parisi è il Verde Bulgarelli: «Certo, queste dichiarazioni non aiutano a trovare una quadratura del cerchio».
A Parisi la stessa vicepresidente della commissione Deiana (Prc) aveva esplicitato la richiesta urgente di «paletti chiari» e proprio su “Enduring freedom”. Rifondazione era ed è per il mantenimento della missione congelata. Il che vuol dire «un tot di soldati, un tot di finanziamenti a Isaf e un tot a “Enduring freedom”. L’accordo era stato raggiunto ma - precisa Deiana - «votiamo sì a condizione che ci sia una discussione seria ma anche a patto che ci siano appunti “paletti chiari” di contenimento del carattere operativo della missione».
Paletti che a quanto pare il ministro non intende porre. A tal punto che, passano pochi minuti dall’audizione del ministro, che a firma Prc-Verdi è la sinistra radicale ad alzare i toni. «Non siamo assolutamente d’accordo con la decisione di potenziare gli aspetti militari della missione in Afghanistan aumentando i finanziamenti per “Enduring freedom”, il versante sotto comando Usa della missione e fuori dal mandato Onu» replicano Gennaro Migliore e Angelo Bonelli: «Sarebbe inoltre di particolare gravità - denunciano - che qualsiasi mutamento di ruolo e di responsabilità dell’Italia in “Enduring Freedom” avvenisse senza alcuna discussione in Parlamento». La richiesta di chiarimenti a questo punto si fa esplicita. E comunque - sottolineano i due presidenti dei gruppi Prc-Verdi alla camera - in ogni caso ci impegneremo per modificare nel corso dell’iter parlamentare questi aspetti negativi del disegno di legge».
Stesso discorso che acquista certamente un peso sostanziale diverso e ben più fermo proviene da Palazzo Madama. Dove, è noto, il rischio - del resto aleggiato dallo stesso Mastella che dopo un chiarimento ha ricucito proprio ieri lo strappo con Prodi - è proprio quello di una “camera” che non tiene.
«Il rafforzamento della nostra presenza
navale nel Golfo Persico - scrive a Parisi l’ufficio di presidenza di Rifondazione al Senato - è sbagliato e non condivisibile. L’aumento dei fondi per la missione “Enduring freedom” contrasta con lo spirito e con la lettera dell’accordo sulle missioni all’estero raggiunto dalla maggioranza e costituisce un serio ostacolo per la compattezza dell’Unione». La richiesta è analoga, e non poteva essere diversamente, da quella già formulata dagli esponenti della Camera. Parisi chiarisca e senza ambiguità la situazione prima del voto del parlamento. Gli stessi senatori di Rifondazione si dicono inoltre nettamente contrari al passaggio del settore civile dell’aeroporto “Dal Molin” di Vicenza sotto il controllo delle forze militari armate statunitensi. E proprio ieri lo stesso Russo Spena, Lidia Menapace e Tiziana Valpiana anche su questo hanno presentato un’interrogazione urgente all’Esecutivo.
Il dibattito è aperto. E, al momento, dopo il blocco dichiarato della Cdl contro il decreto dell’Unione, gli esiti sono del tutto incerti e piuttosto imprevedibili. Da oggi nelle commissioni congiunte Difesa ed Esteri della Camera comincia l’esame del provvedimento di proroga varato dal governo. Domani si avvieranno le audizioni richieste da Rifondazione: fra gli altri verrà ascoltata l’ambasciatrice Brunetti. Ma anche “Emergency” e i “Beati costruttori di pace”. Il voto è previsto per giovedì 13 luglio. Il ministro, al termine dell’ennesima giornata convulsa, fa sapere che è pronto al dialogo con gli esponenti del Prc e dei Verdi; ma la strada per l’Unione - per ora - è tutta in salita.
c. musacchio@liberazione. it