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Afghanistan: l’intervento dell’on. Zanella sull’Afghanistan

Publie le mercoledì 19 luglio 2006 par Open-Publishing

Ed ecco la parte dell’intervento dell’on. Luana Zanella dei Verdi,
relativa all’Afghanistan (sempre dal resoconto stenografico in corso di
seduta):

"...Venendo all’Afghanistan, dove la situazione - come sottolineato da più
parti - resta drammaticamente irrisolta, lo stato in cui versa attualmente
il paese dà ragione a chi, come noi Verdi, aveva a suo tempo denunciato la
problematicità di un intervento militare, cosiddetto umanitario, in quella
regione del mondo, senza una strategia di ampio respiro o, peggio, per
assecondare una strategia militare dai tratti oscuri. Noi Verdi - ricordo
 votammo contro ripetutamente, argomentando puntualmente il nostro
dissenso.

La collega Tana De Zulueta, nel suo intervento in Commissione
affari esteri, chiarisce bene, ancora una volta, come la missione ISAF,
nata per garantire la sicurezza della popolazione civile e il processo di
democratizzazione dell’Afghanistan, si sia confusa sempre di più con
l’operazione bellica Enduring freedom. Truppe ISAF vengono coinvolte in
questi giorni in azioni belliche, come quella definita «salto alla
montagna» tuttora in corso nel sud-est del paese. Non possiamo certo
tacere il numero impressionante di morti tra i civili, le continue lesioni
dei diritti umani, le prigioni segrete, le condizioni di vita drammatiche,
l’insicurezza e il terrore.

Noi ascoltiamo non solo le ragioni del
dissenso pacifista, ma la voce, purtroppo flebile, delle donne afgane di
Irawa, impegnate da decenni - sottolineo: decenni - contro il
fondamentalismo islamico, che ora denunciano con forza la presenza nel
Governo e nel Parlamento afghani dei «signori della guerra» e dell’oppio.
Con questo non dobbiamo forse fare i conti, colleghe e colleghi? Se è vero
 come afferma anche il viceministro Ugo Intini - che per ogni area
d’intervento militare deve esserci la relativa exit strategy e se è vero
che in Afghanistan, l’Italia è meno libera rispetto all’Iraq - va detto -
poiché maggiormente implicata nell’accordo NATO?
È anche vero, però, che la strategia di uscita dall’Afghanistan, al
presente, è tutt’altro che chiara.

Da qui, la necessità di impegnare con
la nostra mozione il Governo in questo senso. Non si tratta - badate bene
 di difendere posizioni ideologiche senza «se» e senza «ma», ma di saper
guardare in faccia la realtà, calcolare il rischio, evocato qui più volte,
dell’ «iraqizzazione» dell’Afghanistan. L’Italia - e concludo Presidente -
ha il compito storico di adoperarsi per spegnere l’incendio che rischia di
bruciare il mondo. È compito nostro, di noi parlamentari, porre le basi
come faticosamente stiamo facendo in questi giorni, per impostare un
cammino differente rispetto a quello fin qui percorso, in sintonia con il
dettato costituzionale del ripudio della guerra e in armonia con il
bisogno globale di pace e giustizia, sempre più pressante e ineludibile
(Applausi dei deputati dei gruppi dei Verdi e di Rifondazione
Comunista-Sinistra Europea).