Home > Aggiornamenti su Avni Er e sulla repressione
1) Comunicato del CAP(n)PCI-Parigi, dal Comitato di Solidarietà con il popolo Basco(Parigi), e dal Comitato Anti-Repressione (CAR - corsica)
IN TUTTI I PAESI LA REPRESSIONE SI RAFFORZA. USCIAMO DALL’ISOLAMENTO!
MANIFESTIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETA’
CONTRO LA REPRESSIONE E I PROCESSI POLITICI
UNITI CONTRO LA REPRESSIONE!
All’avvicinarsi delle elezioni legislative in Spagna, di fronte all’accresciuta determinazione del popolo basco riguardo al diritto di decisione, e dopo negoziati nei quali il Governo spagnolo ha cercato soltanto l’annientamento della Sinistra Basca; nel paese basco si è proceduto ultimamente al fermo di numerosi militanti di movimenti sociali e politici , culminati, con il pretesto della lotta contro il terrorismo, nell’arresto di una parte della direzione di Batasuna.
In Francia tre militanti del (nuovo)PCI sono oggetto di una "caccia alle streghe" condotta dal "Gruppo franco-italiano sulle minacce gravi", organismo creato nel 2004 per coordinare l’attività repressiva tra Italia e Francia contro il (nuovo)PCI. Il 21 ed il 22 novembre i tre militanti (Giuseppe Maj, Giuseppe Czeppel e Angelo D’Arcangeli) saranno convocati dinanzi alla X camera della Corte d’Appello di Parigi, dopo essere stati l’anno scorso oggetto di un processo ingiusto.
Da molti anni, il militante corso, Yvan Colonna è pubblicamente additato come l’assassino del prefetto Erignac, nonostante egli abbia sempre proclamato la sua innocenza e nonostante la produzione di molte prove a sua discolpa . Dall’ex ministro dell’interno, l’attuale Presidente Nicolas Sarkozy è stato fatto quanto possibile perché egli sia condannato prima ancora di esser giudicato. Il suo processo si svolgerà dal 12 novembre al 12 dicembre 2007, alla presenza di osservatori della Lega dei Diritti dell’Uomo e di una delegazione internazionale del FIDH.
Noi pensiamo che occorra uscire dall’isolamento. È per questo motivo che mercoledì 21 novembre organizziamo, presso la Borsa del Lavoro di St Denis (metropolitana St. Denis Porte de Paris), un dibattito sulla repressione condotta contro Batasuna, contro il (nuovo)PCI e contro Ivan Colonna, con l’obiettivo di costruire un fronte comune contro la repressione.
Noi organizzazioni firmatarie ribadiamo il nostro attaccamento alle libertà democratiche fondamentali quali la libertà di riunione, di espressione, di organizzazione e d’opinione, ed in questo senso:
– Condanniamo il divieto l’illegalizzazione del partito di Batasuna nello Stato spagnolo
– Chiediamo che i 23 militanti incarcerati siano rimessi in libertà e che si metta fine alle leggi eccezionali create con il pretesto della lotta al terrorismo poiché esse costituiscono una minaccia grave alle libertà collettive e individuali.
– Chiediamo il riavvicinamento dei prigionieri politici baschi e corsi .
– Chiediamo un processo equo per i tre militanti del (n)PCI e la dissoluzione del "Gruppo franco-italiano sulle minacce gravi"
Invitiamo altresì :
– a partecipare al processo di Ivan Colonna che si svolgerà dal 12 novembre al 12 dicembre.
– a partecipare al processo contro i tre militanti del (nuovo)PCI, il 21 e il 22 novembre presso la X camera, sezione B della Corte d’Appello di Parigi (il 21 novembre l’udienza si terrà alle h. 9 e il 22 novembre alle h.13.30)
– a partecipare prossimamente ad un presidio dinanzi all’ambasciata di Spagna
Invitiamo tutte le organizzazioni impegnate nella lotta alla repressione a firmare questo appello inviando una e-mail a:
unis_contre_la_repression@no-log.org
Nota: traduzione dell’ASP
2)COMUNICATO STAMPA
Il consigliere regionale del PRC-SE, Ciriaco Davoli, si è recato, lo scorso lunedì 12 novembre, al carcere di Badu è Carros per incontrare il detenuto turco Avni Er, militante dell’organizzazione della sinistra turca DHKPC, per verificarne le condizioni di salute e conoscere nei dettagli gli elementi più importanti del caso di cui è oggettivamente protagonista. Avni è stato condannato dal tribunale di Perugia in quanto avrebbe costituito, nella regione Umbra, una cellula del DHKPC, inserita nella "lista nera" delle organizzazioni terroristiche dell’Unione Europea. Condannato a sette anni dal tribunale di Perugia, venne trasferito dal carcere romano di Rebibbia a quello nuorese di Badu è Carros, creandogli, in questo modo, grossi problemi di comunicazione con il suo legale nella ricerca della linea difensiva. Avni, agendo nella sua attività politica alla luce del sole, ha sempre svolto un lavoro di diffusione e controinformazione sulla tragica situazione in cui si trovano, ancora oggi, i dissidenti turchi e ogni tipo di repressione e di persecuzione fisica che subiscono sistematicamente. Già la condanna sulla sola base di prove indiziarie al processo di primo grado del tribunale di Perugia è di per se gravissimo, sarebbe inaccettabile se venisse concessa l’estradizione di Avni, come richiesto dalle autorità turche, con la semplice giustificazione della lotta al terrorismo internazionale, mascherando quelli che realmente sono gli interessi economici tra i due Stati.
Tutti conoscono la situazione delle carceri turche e le modalità di repressione del dissenso. La Turchia occupa i primi posti nella classifica mondiale della violazione dei diritti umani, denunciati ripetutamente non solo da Amnesty International, ma anche dalla commissione ONU e da tante altre diverse organizzazioni mondiali, e non, che operano a sostegno del rispetto della persona. Ancora oggi, nonostante le numerose richieste di abolizione della pena di morte da parte della Comunità Europea, il Governo turco non ha minimamente preso in considerazione la proposta.
Si può facilmente immaginare il trattamento che sarà riservato ad Avni Er, considerato terrorista e nemico dello Stato turco. E’ necessario, allora, che tutti i democratici si mobilitino e chiedano al Ministro Mastella di rifiutare l’estradizione proprio perché sussiste, concretamente, per il detenuto di essere sottoposto a torture o a trattamenti disumani.