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Aggiornamento da Fossa (AQ) sulle attività nell’ambito di Epicentro Solidale

Publie le domenica 19 aprile 2009 par Open-Publishing
3 commenti

Report delle attività svolte a Fossa dallo Spazio Libero 51 dal 16 al 18 aprile

16/4/09:

 Acquisito per la municipalità di Fossa di un forno elettrico da pizzeria tramite Vincenzo, pizzaiolo aquilano, sostenitore dello Spazio Libero 51;

 Distribuzione di beni di prima necessità da parte di Epicentro solidale a Lucoli, Collefracido, Casamaina, Bazzano, Barisciano, Bagno, Monticchio.

17/4/09:

 La scuola media inizia a funzionare regolarmente tutti i lunedì, mercoledì, venerdì dalle 15:00 alle 17:00;

 Avviata campagna raccolta firme da sostenitori Spazio Libero 51 di Teramo per l’acquisto di casette in legno;

 Distribuzione di beni di prima necessità da parte di Epicentro solidale a L’Aquila, Bagno, Barisciano, Sassa, Colle di Sassa, Pozzo Santa Maria, Contrada Aquilio;

 Interviste rilasciate a: La7, Carta, Liberazione, Radio Onda d’urto (BS);

 Diffusione a tappeto nei vari campi del volantino Cobas Abruzzo – Spazio Libero 51

 Avviata la regolare diffusione del “Manifesto” a Fossa

 Partecipazione all’assemblea aquilana del Parco del Sole

 Svolta un’assemblea con Francesco Aucone (Fdca) sulle tematiche: territorio, edilizia e sistemi produttivi.

18/4/09:

 Pervenute stufe da tenda da portuali di Genova a Epicentro Solidale;

 Pervenuti Gazebo per scuola e materiale didattico da Associazione Gi.Ro. di Solidarietà;

 Pervenuti beni di prima necessità dalla FAI di Rimini;

 Continua l’inventario del magazzino gestito da Epicentro Solidale.

Spazio Libero 51

Messaggi

  • Ammetto che avrei voluto inserirmi anche io nelle giuste critiche che seguono i due post dopo quello di spazio libero 51. ma poi mi sono detto che per oggi,non valeva proprio il mio tempo di scrivere ciò che penso su De Vita, Diliberto, Vendola et similia. Credo invece valga la pena il ringraziare i compagni e le compagne che a nome della sinistra di classe,si danno da fare con la concreta solidarietà alle popolazioni vittime del terremoto. Credo che la differenza di etica politica risalti in pieno , e sia la giusta risposta a chi dovrebbe come minimo ritirarsi a vita privata, per non provocare altri guai e fallimenti. L’azione concreta,di questi compagni e compagne di epicentro solidale è foriero di un altro modo di intendere e fare la politica e l’intervento sociale, e, a chi vuole prenderla in giusta considerazione,suggerisce cosa fare e come farlo,autorganizzandosi dal basso. La sinistra anticapitalista degna di questo nome non è domani, ma oggi, basta saperla riconoscere, sostenerla. Un grazie quindi a epicentro solidale, sapete suggerirci come svicolare dal nulla. Appoggiarvi è il minimo che si possa fare, la giusta risposta da dare. Un mio caro saluto a tutti voi, Hasta Siempre.

    • Gli autorganizzati di Fossa

      di Marco Boccitto - INVIATO A FOSSA - Il Manifesto 19.4.09

      Hanno allestito una tendopoli e un campo autogestito, e grazie a loro l’attività didattica non si è mai interrotta. Un giorno nel campo autogestito dagli attivisti dello spazio sociale 51, centro sociale aquilano. Che rispondono alla «militarizzazione dell’emergenza» cercando di ricomporre il tessuto sociale

      Chi annuncia in queste ore la prossima riapertura delle scuole nell’aquilano probabilmente neanche sa che a Fossa, poco oltre Onna, sulla strada che da L’Aquila va verso Popoli, l’attività didattica praticamente non è mai stata sospesa. Nella tendopoli sorta ai piedi del paese, infatti, a sole 48 ore dalla scossa che il 6 aprile ha sconvolto e insultato la vita in tutta la zona, già trillava metaforicamente la campanella per 8 bambini della scuola materna e 14 delle elementari. Che non devono certo ringraziare il ministro Gelmini, indaffaratissima in quel momento a ficcarsi sulla testa il caschetto giallo per il suo primo sopralluogo, ma gli attivisti del centro sociale Spazio Libero 51, rimasto ostinatamente illeso mentre intorno, nel pieno centro storico del capoluogo abruzzese, crollava tutto o quasi.

      Quei bimbi ora ascoltano con profitto, gli occhi sgranati e attenti, quanto ha da dirgli Edoardo Paglielli, «maestro unico per necessità». Militante della Fai (Federazione anarchica italiana) e dei Cobas, precario due volte (nella scuola elementare e presso la facoltà di Scienze della formazione all’università dell’Aquila), racconta così questa idea in crescendo che parte dalla scuola e chissà dove porterà. «All’Aquila nelle prime ore dell’emergenza ci siamo resi conto che era impossibile fare qualsiasi cosa, così ci siamo attivati nei dintorni della città. Volevamo un posto nel quale ritrovarci per cominciare subito a lavorare. A Fossa siamo arrivati quasi per caso, e con il parere positivo dello psicologo del campo, il giorno dopo la scuola era già realtà. Ora contiamo di stabilizzare entro un paio di giorni le medie (11 iscritti) e al più presto ripartiamo anche con le superiori. Il materiale necessario in parte è arrivato dalle organizzazioni umanitarie, ma il più lo dobbiamo all’impegno di tanti compagni».

      Nel campo sembrano apprezzare un po’ tutti, soprattutto i genitori che non sapevano come ridare un senso all’esistenza dei propri figli. «E’ stato determinante rendersi conto che certe cose ricominciavano a funzionare, che ci si poteva confrontare in assemblea e decidere insieme il da farsi - spiega Paglielli -. Insomma, abbiamo puntato su una dimensione collettiva. Ora vogliamo andare oltre, coinvolgere i giovani e gli adulti nella ricomposizione del tessuto sociale, che vuol dire anche creare una piazza, qui nella tendopoli, dove la gente possa incontrarsi. Ci daremo una carta dei valori, svilupperemo i temi del salario sociale, della casa come diritto e non come bene... Ora stiamo organizzando incontri con degli esperti per aiutare la gente a non farsi fregare quando andranno a ispezionare le loro case. La prima cosa è evitare che si spopoli il territorio. Per la scuola cercheremo di creare una struttura solida, una casetta di legno, e per questo abbiamo già aperto un conto corrente (info: 320 8226325, ndr)».

      C’è da dire che altrove l’argento vivo di chi non è rimasto a guardare ha finito per essere mortificato. Persino quei giovani che fino a poco prima si erano dati da fare per salvare dalle macerie i vecchi del loro paesi, con l’arrivo dei soccorsi sono stati gentilmente messi da parte, perché a tutto avrebbero pensato loro, gli uomini della Protezione civile. «Contrasti non ne abbiamo avuti - spiega Edoardo - ma ci siamo sottratti alla logica della militarizzazione dell’emergenza, del territorio e delle cocce, puntando su concretezza e solidarietà. Vogliamo far capire a chiunque si trovi nelle tende che queste cose si possono e si devono fare. La vita deve per forza ricominciare da qui».
      Anche Don Gaetano, parroco nigeriano di Fossa, t-shirt gialla catarifrangente, sembra voler declinare dal suo punto di vista la medesima soluzione: «Bisogna ripartire da qui - dice indicando le tende - per costruire insieme un nuovo umanesimo, non abbiamo altra scelta. Certo ora in molti si aggrappano alla fede, prima nei giorni feriali venivano 4 gatti in chiesa, mentre nella tenda c’è il pienone. Anche chi aveva una visione mondana della realtà e contava ciecamente nel proprio sapere, ora vede che tutto è stato messo in discussione».

      Intorno al tavolo che fa da aula e da cattedra, sotto il gazebo, finita la scuola è tutto un fibrillare di idee e telefonini, e voci che si sommano. C’è Marco d’Antonio con la sua macchina fotografica, che denuncia: «Non lontano da Piazza d’Armi a L’Aquila le ruspe hanno già cominciato a rimuovere e a triturare i detriti. Lì in mezzo, come del resto a Onna, c’è un sacco di eternit nelle strutture. Non vorremmo che tra un po’ si verificasse un aumento dei tumori. Per questo abbiamo chiesto dei dati a un’oncologa e ora monitoreremo la situazione. Per lo sgombero e lo smaltimento, inoltre, anziché coinvolgere le imprese locali, che pure sono dotate degli stessi macchinari, è stata incaricata la Impregilo... Capisci cosa vuol dire?». Arriva Angelo Venti, editore, impaginatore, redattore di Site.it, che è stato il secondo giornale on-line registrato in Italia e dopo un periodo di pubblicazioni free-press ora viene ciclostilato in diverse edizioni locali.

      L’idea è quella di piazzare un ciclostile qui nel campo per produrre un giornale da far circolare nelle varie tendopoli, diffondendo dal basso notizie e inchieste. La trovata piace anche a Luigi Calvisi, presidente della pro-loco di Fassa, che poco prima ci ha fatto da guida nel centro di un paese inesorabilmente blindato e spopolato in seguito all’aggressione sismica. I massi venuti giù dal soprastante Monte Circolo hanno graziato le case, ma per il resto le apparenze ingannano. L’80% del paese è lesionato.

      Ci sono case sventrate dalle quali sono usciti tutti vivi, ce ne sono altre apparentemente intatte ma se apri la porta capisci che il collasso di scale e solai non hanno dato scampo alle quattro vittime fatte registrare dal terremoto in paese. «Fortuna ha voluto - racconta Calvisi, omonimo del sindaco - che quella notte ci fosse ancora gente in piazza. Si festeggiava la matematica vittoria della squadra locale di calcio nel campionato di seconda categoria. Così anche se un po’ brilli i ragazzi si sono precipitati a salvare gli amici, le persone in difficoltà». Rieccoli, i ragazzi di qui, a mani nude contro il disastro.

      «La Protezione civile è intervenuta quasi subito, ma sono stati i ragazzi del paese ad attivare la cucina da campo e le strutture della sagra. All’inizio loro hanno fatto da mangiare per i soccorritori e non viceversa». Racconta di quanti estimatori abbia Fossa nel mondo, a cominciare da quelli che hanno lanciato la «Famiglia Fossa» su Facebook.

      E di come il silenzio affliggerà solo temporaneamente lo spazio della Sala Fragolina, sotto il comune, consacrata alla registrazione di importanti colonne sonore. Descrive, infine, la secolare diffusione di una forte «cultura del vicinato» tra i suoi compaesani. E il lavoro avviato per ricostruire, attraverso le vecchie foto raccolte negli album delle varie famiglie, il carattere del paese. Una memoria da restaurare, come e più delle case.

    • A SOSTEGNO DEI COMPAGNI ABRUZZESI

      Dal 6 aprile 2009, giorno in cui l’Abruzzo è stato sconvolto dagli effetti devastanti del terremoto, i militanti dello Spazio Libero 51 dell’Aquila si sono immediatamente attivati per offrire alla comunità abruzzese il massimo sostegno attraverso azioni di concreta solidarietà. Grazie al prezioso aiuto di tante compagne e compagni di altre regioni d’Italia, è stato possibile reperire beni di prima necessità per distribuirli alle popolazioni stremate dal terremoto. Inoltre, uno dei molti elementi qualificanti di questa azione solidale improntata ai principi dell’autogestione, è la volontà di garantire il fondamentale diritto dei più piccoli all’istruzione e alla socializzazione, riattivando le iniziative educative e scolastiche.

      I militanti dello Spazio Libero 51, tra i quali sono attivi e presenti diversi compagni anarchici e libertari, stanno vivendo questa esperienza insieme alla comunità abruzzese - di cui sono parte integrante - in condizioni di gravissima precarietà. Manca la casa, manca il lavoro, mancano molti punti di riferimento.
      Per questo motivo ci rivolgiamo a tutto il movimento anarchico lanciando una sottoscrizione straordinaria in favore dei compagni abruzzesi per far fronte alle quotidiane e crescenti necessità legate alla loro vita e alla loro iniziativa solidale nella martoriata terra d’Abruzzo.

      Pertanto, invitiamo tutte e tutti a effettuare i propri versamenti sul conto corrente postale n. 96032198 intestato a Edoardo Puglielli specificando la causale "A SOSTEGNO DEI COMPAGNI ABRUZZESI"

      (per bonifici bancari: IT-76-B-07601-03600-000096032198)

      Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

      20/04/2009