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Al Brancaccio ha vinto Rifondazione Comunista

Publie le venerdì 19 settembre 2008 par Open-Publishing
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Al Brancaccio ha vinto Rifondazione Comunista

di Matteo Iannitti, responsabile scuola e università Giovani Comunisti Catania

Una bellissima frase di Majakovskij ha accompagnato gli ultimi mesi di Rifondazione Comunista, un’esortazione, forse un obiettivo: esci, partito, dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada.

Al Brancaccio “ragazzi di strada” ce n’erano tanti. Tanti come le storie raccontate, come le proposte avanzate, come gli impegni presi.

Finalmente. Troppe, infatti, sono state le delusioni negli ultimi due anni, il governo e l’incapacità di “cambiare davvero” il Paese, la sconfitta storica di una sinistra senz’anima e poco radicale, un congresso che ha tentato fino alla fine di svilire chi, indignato per la scomparsa dal parlamento di una forza anticapitalista e comunista, cercava in Rifondazione lo strumento per il riscatto. Troppi i compagni e le compagne di strada perduti, perché con loro non condividevamo la piazza o, ancor più grave, perché li avevamo sostituiti come interlocutori.

Ma adesso siamo tornati. Quella anomalia della politica italiana che è stata il nostro partito si è rimessa in marcia ed ha scelto di ricominciare proprio da dove era nata nel 1991, da un teatro Brancaccio gremito nel quale nuovamente hanno vissuto entusiasmo, speranza e voglia di cambiare il mondo.

Una nuova Rifondazione si è manifestata di fronte a mille e cinquecento compagne e compagni. Una Rifondazione pronta all’ascolto, pronta a dare battaglia, una Rifondazione pronta a contaminarsi. Perchè quella parola d’ordine imparata nelle strade di Genova, negli anni di protagonismo politico dei Giovani Comunisti, nessuno l’ha scordata.

Nessuno la vuole rimuovere. Una contaminazione non con altro ceto politico, non con l’autoreferenzialità di sigle col nome affascinante, ma una contaminazione con quei movimenti che nonostante l’offensiva neoliberista continuano a resistere e a crescere, con quei lavoratori che hanno ancora il coraggio di lottare e non si fermano neanche davanti ai licenziamenti politici, con chi si oppone alle basi americane e chi crea i comitati per la difesa della scuola pubblica, con chi, sulle strade, combatte il nuovo fascismo.

Contaminazione soprattutto col dolore, il disagio, la rabbia della gente. Con chi non arriva alla fine del mese. Con chi al supermercato, arrivando alla cassa con un carrello mezzo vuoto, chiede alla cassiera di fermarsi a venti euro, e lascia il resto lì, perchè ormai anche la spesa è diventata un lusso.

Contaminazione con chi non percepisce lo stipendio da mesi perchè il comune, l’azienda, il padrone è in crisi, o dice di esserlo. Contaminazione con chi non è libero di amare chi vuole, e da un lato lotta con le istituzioni e dall’altro con un’omofobia odiosa e violenta. Contaminazione con chi subisce la mafia opprimente e violenta, con chi ha il coraggio di resistergli e, ancor di più, con chi, non potendosi permettere l’eroismo, è costretto a soccombere perdendo in un sol colpo libertà e dignità.

L’assemblea del Brancaccio è stata una boccata di ossigeno, un urlo di rabbia, una proposta chiara su ciò che sarà da oggi Rifondazione Comunista. Si è respirato entusiamo, voglia di lottare, voglia di ripartire, di ricominciare.

Per una volta, dopo tanto tempo, ci siamo incontrati, abbiamo discusso, ci siamo emozionati, ci siamo fatti forza l’uno con l’altro, ci siamo chiamati compagni ed abbiamo dato a questa parola il suo significato autentico, non burocratico.

Per una volta non è uscito sconfitto nessuno. Al Brancaccio ha vinto Rifondazione Comunista.

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