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Al via ’’Control arms’’, campagna per un trattato internazionale sul commercio delle armi
Publie le martedì 29 marzo 2005 par Open-Publishing1 commento
Al via ’’Control arms’’, campagna per un trattato internazionale sul
commercio delle armi entro il 2006, promossa a livello internazionale da
Amnesty International, Oxfam e Iansa
ROMA - Al via "Control arms", campagna per un trattato internazionale sul
commercio delle armi entro il 2006, promossa a livello internazionale da
Amnesty International, Oxfam e Iansa (International action network on
small arms), e in Italia dalla Rete italiana per il disarmo. La campagna è
stata presentata alla stampa questa mattina, presso la Sala Igea
dell’Istituto della Enciclopedia Treccani. La sensibilizzazione vuole
contribuire alla grande mobilitazione internazionale sul commercio di armi
e migliorare allo stesso tempo gli strumenti legislativi e di trasparenza
esistenti in Italia. Il nostro Paese, infatti, è il quarto produttore ed
il secondo esportatore mondiali di armi leggere. "Nel mondo in cui
viviamo, sono in circolazione quasi 700 milioni di armi e altri otto
milioni vengono prodotte ogni anno. Ci sono aziende che le fabbricano,
intermediari che le mettono in commercio, governi e privati che le
acquistano e le vendono, persone che le utilizzano. E, in fondo a questa
catena, le persone che ne muoiono, una al minuto", ha dichiarato questa
mattina Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty
International.
"In questo stesso mondo, con queste stesse armi, ogni anno almeno 500.000
esseri umani vengono ammazzati, 300.000 bambini soldato sono costretti a
imbracciarle e usarle in guerra come se fossero giocattoli, decine di
conflitti vengono sostenuti e alimentati dal traffico incontrollato dei
prodotti dell’industria militare ? ha denunciato Bertotto -. Milioni di
persone pagano a caro prezzo le scelte sbagliate dei rispettivi governi,
che preferiscono investire risorse e ingigantire il loro debito estero
nella corsa agli armamenti piuttosto che sostenere programmi virtuosi, e
spesso meno costosi, di sviluppo economico e lotta alla povertà". Secondo
Amnesty International, uscire da questo cortocircuito non è impossibile,
ma richiede una mobilitazione costante e coordinata; le soluzioni concrete
sono da tempo alla portata dei governi e della comunità internazionale:
rafforzare i meccanismi di controllo nazionali, regionali e a livello
globale sui trasferimenti irresponsabili di armi ed attrezzature militari,
di sicurezza e di polizia; impedirne in ogni caso il commercio verso paesi
in stato di conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti
umani; adottare quanto prima un sistema globale di identificazione e
tracciatura che consenta di risalire ai paesi che gestiscono la produzione
e l’intermediazione illecita di armi.
Alla Rete italiana per il disarmo aderiscono Acli, Amnesty International,
Archivio Disarmo, Arci, Arci Servizio Civile, Ass. Obiettori Nonviolenti,
Ass. Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Attac, Beati i
Costruttori di Pace, Campagna Italiana contro le Mine, Campagna di
Obiezione alle Spese Militari, Centro Studi Difesa Civile, Conferenza
degli istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace,
Fim Cisl, Fiom Cgil, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gruppo
Abele, Ics, Libera, Movimento Internazionale della Riconciliazione,
Movimento Nonviolento, Oscar, Pax Cristi, Peacelink, Rete di Lilliput,
Rete Radiè Resch, Traduttori per la Pace, Un ponte per?
A livello europeo la campagna agirà di concerto con la rete europea sul
disarmo, per una revisione del Codice di Condotta Europeo sull’export di
armamenti, che attualmente non è vincolante e risulta piuttosto debole
sotto molti aspetti, come ha ricordato Riccardo Troisi, della Rete
italiana per il disarmo. Maurizio Simoncelli, ricercatore di "Archivio
disarmo" e docente di "Mediazione dei conflitti" al Master in Educazione
alla pace presso l’Università Roma Tre, ha rilevato che nel mondo esistono
"50 aree di conflitto e di crisi" e che tra il 1999 e il 2003 l’Italia ha
esportato circa un miliardo e mezzo di euro in armi leggere ad uso civile,
di cui il 39% negli Usa, il 38% nei Paesi dell’Unione europea, il 6,5% in
Africa e Medio Oriente, il 5% in Asia. "Ma la fuoriuscita incontrollata di
armi va a finanziare guerre senza confini", ha concluso Simoncelli. (lab)





Messaggi
1. > Al via ’’Control arms’’, campagna per un trattato internazionale sul commercio delle armi, 30 marzo 2005, 12:34
Brescia. No a Exa e alle basi Usa
29 marzo 2005
Il Brescia social forum ha lanciato un appello, attraverso un comunicato diffuso sabato scorso, per fare dell’annuale mobilitazione contro la fiera delle armi leggere Exa una mobilitazione contro le basi Usa presenti in italia.
Questo perché, si legge nel comunicato, "gli Stati uniti mantengono in Europa un numero di bombe nucleari tre volte superiore a quello che finora si conosceva. Delle 90 bombe
nucleari schierate in Italia, 50 si trovano ad Aviano (Pordenone) in base
militare USA e 40 a Ghedi (Brescia) in base militare italiana.
In questo modo l’Italia, che fa parte con gli USA del ’Gruppo di
pianificazione nucleare della NATO ’, viola il Trattato di
non-proliferazione delle armi nucleari, firmato dal nostro paese".
Il Brescia Social forum dà quindi appuntamento a sabato 16 aprile alle ore15 in piazza della Loggia.
http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/articles/art_2931.html
NO alla GUERRA
NO a EXA
per adesioni: info at lda-zavidovici.it
bs.socialforum at libero.it
Il programma completo delle iniziative sarà disponibile a giorni
su www.bresciasocialforum.org
ExPa
Esposizione di Pace
Brescia p.zza della Loggia 15/16/17 aprile 2005
ExPa: una "fiera" della Pace di tre giorni (15-16-17 aprile) a Brescia, provincia simbolo della produzione armiera leggera italiana - 80% di tutta la produzione nazionale.
Sul territorio bresciano inoltre vi è l’inquietante presenza, presso la base aerea militare di Ghedi, di testate nucleari. Tali ordigni, di "proprietà" statunitense incostituzionalmente custodite dal comando italiano, oltre a renderci pericolosi bersagli possono essere usate da entrambi gli eserciti contro stati e popoli in virtù della nuova e devastante dottrina della guerra preventiva.
Ad ExPa mostreremo, dimostreremo, esporremo le nostre istanze di pace, indicheremo quale mondo vogliamo. Un mondo già in costruzione fatto di scelte, di relazioni tra uomini e donne basate sull’equità , la giustizia, la solidarietà, possibili già oggi per ognuno/a di noi.
Ad ExPa esporremo e illustreremo a tutta la cittadinanza le proposte nel campo della produzione, del consumo, della finanza etica, nell’uso delle risorse energetiche, nel rapporto con l’ambiente. In particolare mostreremo l’impegno degli autentici operatori di Pace: persone disarmate che lavorano per la costruzione del dialogo e allo scambio fecondo tra popoli e culture differenti. Persone che hanno diretta esperienza degli effetti devastanti che le armi producono sulle popolazioni e sulle società.
Ad ExPa vogliamo rilanciare con forza la prospettiva della costruzione di un mondo di Pace e la scelta del Disarmo.
ExPa si svolgerà negli stessi giorni di "Exa", l’esposizione internazionale di armi leggere, terza per importanza nel mondo. Questa mostra non può essere il fiore all’occhiello della nostra città, che si proclama "di pace". Una mostra che espone non solo armi sportive, ma anche armi per corpi speciali, che vengono usate - anche se non sono dichiarate "belliche" - nelle guerre in corso in gran parte del mondo, armi da difesa personale, armi e strumenti antisommossa, usate per la repressione del dissenso. Una mostra che non può essere il modello per un’economia di giustizia , non può essere un esempio di civiltà.
Numerosi gruppi, associazioni e cittadini da anni chiedono la modifica del Regolamento di Exa per escludere dalla mostra le armi usate nelle guerre senza avere risposta. La stessa delibera adottata del Consiglio Comunale di Brescia, che chiedeva di esporre separatamente le armi sportive dalle armi civili, non ha avuto seguito..
Exa è la vetrina delle armi leggere, che Kofi Annan - Segretario Generale dell’ONU- ha definito armi di distruzione di massa. Exa è una mostra in cui è palese il tentativo di proporre alla società una "cultura" precisa: quella delle armi quale strumento per la risoluzione delle controversie internazionali e di repressione del conflitto sociale.
Exa è di fatto un salotto buono per favorire l’idea che è giusto drenare risorse economiche dall’intervento sociale (sanitario, previdenziale, solidale) per spostarle sul riarmo civile e militare, in nome della sicurezza , della difesa dal terrorismo e dell’ideologia "dell’esportazione della democrazia"
Per questo proponiamo a tutte le persone , a tutte le realtà "in movimento" verso la pace e un mondo migliore, una tre giorni alternativa al modello della globalizzazione economica neoliberista. Un modello che dove non arriva con le lusinghe - sempre più distruttive e disastrose - dell’arricchimento facile e alla portata di tutti/e, ha scelto la guerra come "strumento" privilegiato per imporre le proprie scelte.
"Da se stesse le armi tentano gli uomini" (Omero, Odissea, XIX, 13)
Brescia Social Forum, Movimento Nonviolento, Giovani Comunisti Brescia, PRC Brescia
Sincobas, Missionari Comboniani Brescia, Attac Brescia, Verdi per la Pace di Brescia
Social Forum della Franciacorta, Centro Sociale 28 Maggio Rovato, Circolo PRC di Quinzano d’Oglio,
Centro Sociale Magazzino 47, Convenzione Contro la Guerra - Lodi,
Gruppo Pace e per la Solidarietà di Villa Carcina-Valletrompia ,Como Social Forum
Radio Onda d’Urto, Apasci - Brescia, Cooperativa Solidarietà - Botteghe nel mondo
Pax Christi, Lac- Lega per l’abolizione della caccia, Beati Costruttori di Pace
Emergency - Brescia, A.D.L. Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici
Associazione "Il Cerchio" di Desenzano del Garda, Associazione Tapioca Darfo Boario Terme,
Mir D.S.A. Brescia, Circolo Prc Ghedi, Amici della Terra, GAIA Animali & Ambiente, Pro Africa
http://lists.unimondo.org/pipermail/gan/2005-March/000425.html
www.edoneo.org