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Alimentaristi e metalmeccanici

Publie le mercoledì 23 settembre 2009 par Open-Publishing

Care/i compagne/i,

la stagione contrattuale comincia a movimentarsi.

Mentre Federmeccanica respinge qualunque ipotesi di negoziato sulle proposte della Fiom e il sindacato di Rinaldini è costretto a proclamare una giornata di sciopero e di manifestazioni per il 9 ottobre, nel settore degli alimentaristi è stato ieri rinnovato il Contratto nazionale del settore degli alimentaristi.

Qui trovate il link al verbale di accordo :

http://www.cgil.it/Archivio/PRIMOPIANO/materiali/VerbaleAccordoCCNLIndustriaAlimentare22settembre09.pdf

Le dichiarazioni trionfalistiche di Bonanni, al di là della scontata enfasi con cui vengono fatte, sono pesanti come pietre:

"La firma del contratto degli alimentaristi è la strada per recuperare l’unità sindacale. Quello che è successo è la dimostrazione che l’accordo interconfederale del 22 gennaio è stato recepito nella sua totalità".

Le dichiarazioni del segretario generale della UIL Alimentaristi Mantegazza sono altrettanto improntate all’entusiasmo:
"L’aumento salariale di 142 euro a regime è più alto di quanto si potesse prevedere sulla base dell’accordo del 22 gennaio. Gli alimentaristi peraltro hanno sempre avuto aumenti salariali più alti".

Probabilmente, finora i lavoratori e le lavoratrici del settore, guardando nelle loro tasche, non si erano accorti di essere oggetto di tale privilegio.

E continua, Mantegazza: "E’ la stella cometa da seguire: insieme ai lavoratori lungo la via del riformismo".

Anche Stefania Crogi, segretaria generale della FLAI CGIL, definisce "straordinario" il risultato raggiunto, che viene definito, più sobriamente, "positivo" dalla segreteria nazionale della CGIL, che lo ritiene "coerente con l’impostazione da sempre sostenuta dalla CGIL".

Come faccia l’accordo ad essere al contempo coerente con l’accordo separato e con l’impostazione della CGIL nessuno ce lo spiega.

In realtà, l’accordo di ieri adotta punti fondamentali dell’accordo separato:

 sulla vigenza, non solo accetta il passaggio alla triennalità, ma, per ottenere il tanto decantato aumento "più alto" di quanto previsto dalle nuove regole contrattuali allunga da 36 a 40 mesi la durata della validità dell’accordo.

 subordina totalmente il salario aziendale dovuto alla contrattazione di secondo livello agli "incrementi di produttività, qualità, redditività, efficacia, innovazione, competitività" e all’ "andamento economico dell’impresa", arrivando a sancire che: "tali erogazioni hanno la caratteristica di variabilità e non determinabilità a priori". In una parola di non "esigibilità". Si sottolinea inoltre l’importanza e la positività della defiscalizzazione degli aumenti del secondo livello prevista in base all’accordo separato.

 l’osservatorio bilaterale di settore si trasforma in Ente bilaterale del settore, che prende in carico, come appunto previsto dall’accordo separato, non solo l’assistenza sanitaria integrativa e dunque privata (alla faccia della difesa della Sanità universale), ma anche gli strumenti di sostegno al reddito, nella direzione già intrapresa dal governo di settorializzazione (e regionalizzazione) degli ammortizzatori sociali.

 si sostiene che tali strumenti di welfare integrativo sarebbero a carico dell’azienda ma è del tutto evidente che essi vanno comunque ascritti al "costo del contratto" e che dunque le parti datoriali hanno destinato queste risorse a questo fine sottraendole all’aumento tabellare.

Queste sono solo alcune considerazioni sommarie e basate solo su una prima lettura del verbale di accordo.

Mi sembra però che confermino il pesantissimo rischio di scivolamento della CGIL (come è già accaduto subito prima dell’estate per la Ficams sul contratto del commercio) verso una sostanziale, se non addirittura formale accettazione dell’accordo di gennaio.

La sordina (quando non l’ostilità) che si fa attorno alla posizione della FIOM e al suo sciopero dell’ormai prossimo 9 ottobre mi sembra andare nella stessa direzione.

Chi, al contrario, pensa che il rifiuto dell’accordo di gennaio e la lotta contro di esso debbano essere i punti di riferimento della linea della CGIL nei prossimio tempi deve esprimere in modo netto e forte il suo giudizio e la propria solidarietà verso la lotta dei metalmeccanici e delle metalmeccaniche.

Cari saluti.

Fabrizio Burattini

cell. +39.348.8101712

email burattini oTa lazio.cgil.it