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Alitalia. A Roma e Fiumicino la protesta dei lavoratori

Publie le venerdì 12 settembre 2008 par Open-Publishing

di Alessandro Cardulli

Assemblea dei lavoratori di Alitalia Airport ed Eas a Fiumicino, cortei dentro l’aeroporto, manifestazione sulla Roma –Fiumicino, bloccata l’aerostazione, centinaia a presidiare e manifestare davanti alla sede del ministero del Lavoro, voli cancellati, ritardi nella partenza degli aerei: è una giornata di grande mobilitazione, di lotta. A Roma sono arrivati anche i napoletani di Atitech che da giorni tengono il campo, seguono di persona l’andamento delle trattative. Si espongono cartelli, si gridano parole d’ordine. Ai dirigenti delle nove sigle sindacali che si confrontano con la Cai, Fantozzi, il governo in una confusione di ruoli che non giova certo al buon sito di una vertenza, si mostra in tutta la sua gravità. I lavoratori gridano “ non firmate”.

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, è stato accolto da fischi. “ Vergogna non devi firmare” gli è stato gridato.
Violenta la reazione della Cisl che ha parlato di “piccoli gruppi di provocatori”. E’ un dato di fatto che fra i dipendenti di Alitalia vi sia rabbia, preoccupazione insieme alla determinazione di lottare per i difendere l’occupazione, i contratti. Le proposte che proprio sui contratti ha avanzato la Cai sono da brivido. Abbiamo “ sentito” questa atmosfera parlando con i piloti, con gli assistenti di volo, con i lavoratori di terra, con il gruppo giunto da Napoli. Abbiamo avvertito anche la diffidenza nei confronti di sindacati molto incerti sul da farsi. Ma non ci è sembrato che ci fossero provocatori.

Ci sono lavoratori che hanno bisogno, cercano solidarietà. Fino ad oggi fra le forze politiche solo Rifondazione Comunista, con Paolo Ferrero, ogni giorno ha preso una posizione di netta contrarietà su un piano come quello chiamato “ fenice” definendolo indecente. E Ferrero nel primo pomeriggio è andato ad incontrare il folto presidio dei lavoratori a Via Flavia. “ Voi ha detto-rischiate di pagare un disastro fatto prima dai manager e poi da questo governo. Il piano presentato da Cai non funziona per due elementi fondamentali: sul piano industriale escludere la manutenzione vuol dire distruggere Alitalia ed aprire la strada ad una perdita di sicurezza. Sul piano dei contratti è inaccettabile perché riduce drasticamente gli stipendi e abolisce di fatto il contratto nazionale”.

[Foto di Giorgio Comel] Di questo parlano i lavoratori i quali avvertono, forse più dei sindacati confederali che la posta in gioco non riguarda solo i loro contratti ma l’intera partita della contrattazione nazionale che Confindustria, proprio venerdì presenterà le sue proposte, intende mandare in soffitta. “ Si tratta-dice a questo proposito Ferrero- di un preludio pericoloso”. I presidenti di Regione e Provincia di Roma, Marrazzo e Zingaretti hanno partecipato all’assemblea a Fiumicino, mentre il Consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno di solidarietà. In questo frangente con il rischio di precipitare dall’attuale situazione, il commissario Fantozzi getta benzina sul fuoco e ripropone il ricatto: o firmate entro stasera o parte la disdetta dei contratti e la procedura di mobilità. Il ministro Sacconi vede il risultato “a portata di mano a condizione che tutti gli attori coinvolti si muovano con responsabilità e onestà intellettuale” lasciando intendere che c’è qualcuno che soffia sul fuoco quando proprio al senso di responsabilità andrebbe richiamato chi ricatta sindacati e lavoratori. [I dipendenti Alitalia durante il presidio di oggi davanti al Ministero del Lavoro. Foto di Giorgio Comel]

In qualche ora non è possibile chiudere la partita, ma Sacconi ha già avvertito le organizzazioni sindacali: “O stanotte o mai più, questa è l’ultima possibilità” E’ emerso anche negli incontri separati che si sono svolti con la consultazione delle nove sigle sindacali. C’è ancora in piedi la questione posta dalla Cgil, dai sindacati dei piloti, dal Sdl, sulla flotta, il perimetro aziendale, c è la questione degli esuberi e quella dei contratti. Forse sarebbe opportuno prima cercare un compromesso, come chiede il segretario generale della Cgil, Epifani, sul piano industriale e sugli esuberi visto che ancora non c’è un numero certo. I 3250 esuberi di cui parla il ministro Sacconi, rappresentano una delle tante bugie raccontate. L’assessore al Lavoro della Regione Lazio parla di possibili diecimila esuberi oltre ai 3000 precari cui non è stato rinnovato il contratto. E se si guarda all’indotto le perdite di posti di lavoro a Roma e nel Lazio possono arrivare a 30.000. Numeri sui quali si attesta anche la Cub trasporti. Dopo gli incontri separati e informali la trattativa è ripresa su quattro tavoli che riguardano i piloti, gli assistenti di volo,il personale d terra e i meccanismi relativi agli ammortizzatori sociali e mobilità.