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Alitalia. I francesi ringraziano, i milanesi s’infuriano

Publie le mercoledì 14 gennaio 2009 par Open-Publishing

Alitalia. I francesi ringraziano, i milanesi s’infuriano

di Alessandro Ambrosin

ROMA - La nuova Alitalia è "decollata" tra disagi, ritardi e problemi irrisolti sul piano occupazionale. Berlusconi ha esultato, ha detto che la compagnia di bandiera e Air France assieme faranno grandi cose. Les Echos il quotidiano finanziario francese titolava oggi "Merci Silvio", perchè un grazie se lo merita per davvero, almeno da parte dei francesi, diventati partner con una manciata di euro e soprattutto senza troppi grattacapi. Poi ha rassicurato l’opinione pubblica facendo intendere che tra lui e Letizia Moratti, che ieri aveva annunciato una dura battaglia su Malpensa, corre buon sangue.

Ma i grattacapi della vicenda Alitalia non sono finiti. Adesso è il turno di Linate e questa volta a tuonare contro Cai è Roberto Formigoni che definisce il piano della nuova compagnia inaccettabile. Proprio come l’avevano battezzato i dipendenti già qualche mese fa, con la differenza che loro il posto di lavoro l’hanno perso davvero. L’aeroporto milanese secondo la nuova organizzazione subirà una trasformazione consistente tanto da farlo diventare un city airport con un solo collegamento Milano-Roma, e con una diminuzione anche sulle tratte internazionali che partono e arrivano a Malpensa.

Così il governatore lombardo ha chiesto subito l’intervento del ministro degli Esteri per accellerare le procedure di liberalizzazioni anche dei voli interni. Ma non è tutto. Formigoni chiederà anche una convocazione a breve di tutti i rappresentanti del mondo economico e finanziario e dei sindacati per valutare le mosse da fare, e proprio come avevamo ipotizzato ieri non è detto che salterà fuori un’altra cordatina. Nel frattempo due mozioni sono state presentate proprio oggi per chiedere gli amortizzatori sociali ai dipendenti della Sea, la società che gestisce lo scalo milanese e quello varesino.

Insomma dopo la mattanza dei lavoratori nel Lazio ci sono tutte le condizioni per replicare anche in Lombardia con le identiche drammatiche conseguenze. Oggi a Fiumicino sono continuate le proteste dei lavoratori. Alle 10 si è svolta una manifestazione contro i criteri di assunzioni di Cai, alla quale hanno partecipato circa 600 persone, e fervono i preparativi per lo sciopero indetto dall’Sdl per il prossimo 19 gennaio, dalle 10 alle 14. E adesso si pagano le conseguenze anche delle ristrettezze occupazionali che la Cai ha perseguito tenacemente.

Disagi e ritardi fino a tre ore si sono registrati per tutta la giornata su alcuni voli in partenza e in arrivo nello scalo Leonardo Da Vinci, molti dei quali secondo indiscrezioni sarebbero anche determinate da un organico risotto all’osso. Nella stragrande maggioranza delle compagnie europee un solo aeromobile è operato da 7,5 equipaggi, mentre con la Cai questa media scende a 6,7. Ciò significa che ci potrebbe essere il rischio di non partire per mancanza del personale di volo. D’altra parte la Cai ha ridotto la compagnia all’osso. Ha obbligato il personale neo assunto a trasferimenti da un capo all’altro della penisola, ha discriminato lo status familiare e le richieste legittime di ogni singolo lavoratore, negando di fatto il sacrosanto diritto di lavorare dignitosamente, e ha alimentato le fila dei cassaintegrati e dei disoccupati.