Home > Alitalia, dopo l’accordo scoppia la polemica politica
Alitalia, dopo l’accordo scoppia la polemica politica
Publie le venerdì 26 settembre 2008 par Open-PublishingAlitalia, dopo l’accordo scoppia la polemica politica
di Andrea Scarchilli
Veltroni: "Berlusconi assente, io ho lavorato come il leader dell’opposizione in un paese anglosassone". Botta e risposta con il ministro Sacconi. Critiche da Italia dei Valori e Rifondazione. L’Anpav firma. Ripreso il confronto con i rappresentanti dei piloti
Il dubbio dei piloti
Sulla nuova offerta della Compagnia aerea italiana c’è la firma dei confederali e dell’Ugl. La novità è che la Cgil ha ottenuto l’aggiunta, in un verbale apposito, di modifiche per migliorare lo status degli attuali precari e dei futuri stipendi più bassi. I tre sindacati del "sì" si sono già affrettati a sottolineare che il piano della Cai è rimasto lo stesso della settimana scorsa, per evidenti necessità di immagine. Lo ha fatto subito, ancora una volta, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni in conferenza stampa dopo il vertice con Cai e governo: "E’ stato firmato lo stesso accordo di giorni fa".
Ma le modifiche ci sono e andranno a beneficio dei precari, che verranno iscritti in un apposito elenco da cui l’Alitalia che verrà si impegna ad attingere per future assunzioni e la cosiddetta "invarianza" degli stipendi per i lavoratori di terra che guadagnano meno di 1300 euro. La Cai, quindi, si è riaffacciata. Complice la rinnovata disponibilità del sindacato di Guglielmo Epifani (protagonista, in mattinata di un giallo: le agenzie ufficializzavano la sua firma, lui smentiva, poi il chiarimento sul consenso di massima e la necessità di constatare le modifiche) e, a quanto pare, la mutata strategia industriale che darebbe spazio, da subito e non in un secondo tempo, all’ingresso di un partner internazionale. Sulla circostanza rimane in realtà molta ambiguità. Nel pomeriggio il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha assicurato che il piano di Cai non è cambiato, e che gli stranieri arriveranno dopo, quando la cordata li vorrà.
I favoriti, in ogni caso, sono sempre gli eterni rivali di Air France e Lufthansa, impegnati a contendersi il traffico europeo dell’Europa centro - meridionale. Abbottonatissimi i tedeschi, che continuano a parlare solo di generico interessamento, meno vaghe le notizie che arrivano da Oltralpe. Secondo l’agenzia di stampa "France Press", la compagnia aerea di Jean Cyril Spinetta sarebbe pronta a una partecipazione nella nuova Alitalia, con una quota variabile dal dieci al venticinque per cento.
Il pomeriggio di oggi è stato dedicato al tentativo di "riportare a bordo" i piloti e gli assistenti di volo, in larghissima parte fuori dal perimetro di rappresentanza di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. In caso di spaccatura tra fronti sindacali, Epifani ha alluso alla prospettiva di un referendum tra i lavoratori. Alle 16 si è svolta l’assemblea degli autonomi all’aeroporto di Fiumicino, poi il presidio si è spostato davanti a Montecitorio in attesa delle vive informazioni dei rappresentanti seduti al tavolo. I piloti di Anpac e Up, gli assistenti di volo di Anpav, Avia e Sdl hanno trattato fino a sera inoltrata. Sdl sembra orientato ad affidarsi, in ogni caso, alla consultazione degli iscritti. La trattativa con le sigle sindacali autonome riprenderà domani mattina dalle 10 il confronto. Per quell’ora sono state convocate a Palazzo Chigi, Sdl e Avia, mentre per le 11 le associazioni dei piloti Anpac e Up. Da vedere se piloti e assistenti di volo si accontenteranno delle modifiche emerse oggi. Per quanto riguarda il personale di volo, la Cai garantisce adesso che gli stipendi subiranno tagli non superiori al sette per cento dell’ultima retribuzione. I soldi persi, in ogni caso, potranno essere recuperati attraverso aumenti di produttività.
Teso il confronto politico, con il segretario del Partito democratico che ha accusato Silvio Berlusconi di aver danneggiato la trattativa e Sacconi di aver puntato a farla saltare. Mentre io, ha detto Walter Veltroni, "ho fatto il leader dell’opposizione come si fa in un paese anglosassone: ho cercato di dare una mano alla conclusione positiva della vicenda, tenendo relazioni con Colaninno e i sindacati e informando Gianni Letta, che si è sempre speso perché ha il mio stesso tipo di cultura istituzionale. Il momento chiave è stato 48 ore fa - ha spiegato il segretario del Pd - allora la vicenda era drammaticamente conclusa e poi io ho cercato di fare il mio dovere, ho cercato di far fare un passo avanti alla Cai nel tentativo di costruire le condizioni di una nuova proposta", mentre il presidente del Consiglio "in queste ore cruciali non si sa dove si trovi".
"Veltroni vuol prendersi il merito di aver mantenuto insieme imprenditori e sindacati. Ma fino a due giorni addietro ha fatto esattamente il contrario: li ha divisi", replica il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e portavoce del governo Paolo Bonaiuti. "Quando il gioco della sinistra è stato scoperto -aggiunge- quando ha capito che aveva contro la stragrande maggioranza degli italiani, solo allora Veltroni ha cercato di ribaltare la strategia, ma le sue parole non convincono più nessuno".
Non è da meno il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: "E’ Veltroni che arriva all’ultimo minuto e senza aver partecipato a nessuna manifestazione con gli operai cerca di dire che grazie a lui gli operai ce l’hanno fatta. Ma gli operai - aggiunge l’ex pm - non ce l’hanno fatta, hanno solo subito. E’ la vittoria dei ricattatori sui ricattati. E’ la vittoria del padronato sui lavoratori. E’ un’estorsione legalizzata commessa innanzitutto dal presidente del Consiglio che si è fatto una cordata a suo uso e consumo e ha messo la corda al collo di migliaia di lavoratori che si trovano in giro negli aeroporti e negli aerei. Agli operai e alle maestranze non resta che subire questo ulteriore ricatto nella speranza che possa entrare una compagnia aerea che di mestiere faccia il trasporto aereo e non l’immobiliarista di turno".
"Ho fatto quello che personalmente ho ritenuto fosse mio dovere - insiste Veltroni - cercare di dare una mano per arrivare a una conclusione positiva della vicenda. Se fossimo stati un partito irresponsabile avremmo evitato di intervenire e, lo dico sinceramente, a fronte delle dichiarazioni guerresche e maleducate del capo del governo, avrebbe potuto prevalere la tentazione di chiudersi. Ma noi ci siamo comportati da opposizione anglosassone che persegue il bene del Paese"."Io non mi sono assunto alcun merito, ma di fronte a un’opposizione che cerca di dare una mano, un presidente del Consiglio non insulta l’opposizione ma la rispetta. Io ho lavorato riservatamente per risolvere un problema che ritengo gestito malissimo dal governo e Berlusconi, sapendo di questo lavoro, fa una sparata contro il leader dell’opposizione". "La situazione -spiega Veltroni- si è sbloccata 48 ore fa ma non con i giochini della politica tutto è avvenuto in modo trasparente. Questo è il prodotto del fatto che per fortuna in questo Paese esistono i sindacati. Io ho paura di un Paese in cui non ci sono i sindacati. Certo, bisogna che siano riformisti, ma metterli in un angolo lascia spazio soltanto alle corporazioni che non portano a concludere accordi di interesse generale. Sacconi - dice ancora il leader del Pd - ha operato scientemente per dare un colpo a qualcuno".
Nel Pd non è soltanto il segretario Walter Veltroni a rivendicare i meriti della soluzione raggiunta. ’Siamo sollevati e felici -nota la vicecapogruupo alla Camera Marina Sereni- per il primo e importante passo positivo di questa drammatica vicenda che ha fatto temere per la sorte dei lavoratori e dell’azienda tutta. Il risultato dell’intesa quadro firmata da tutti i sindacati dimostra che il Pd aveva ragione, nel merito e nel metodo. Nel merito, perché bisognava cercare fin dall’inizio un importante partner internazionale, al di là dell’italianità della compagnia. Nel metodo, perché soltanto il dialogo e il confronto poteva portare a una scelta responsabile di tutte i soggetti coinvolti".
"L’accordo raggiunto con tutte le sigle confederali è un passo avanti importante che testimonia, come avevamo sempre sostenuto, la necessità di valorizzare il confronto, la trattativa e l’esame degli argomenti di merito, per dare quelle certezze sul futuro industriale e occupazionale di cui i lavoratori hanno e il Paese hanno bisogno", afferma il viceministro del Lavoro del ’governo ombra’, Cesare Damiano. "Questo risultato, aldilà delle polemiche pretestuose del presidente del Consiglio -aggiunge- è anche il frutto dell’impegno costante e tenace del Pd, teso alla ricerca di una conclusione positiva. Ci auguriamo adesso che l’intesa trovi il consenso di tutte le rappresentanze sindacali".
Per Emma Bonino l’accordo sul salvataggio di Alitalia "è una buona notizia ma rimangono ancora aperte questioni fondamentali come il ruolo chiave di un partner straniero". Perciò "la corsa a rivendicare il merito sembra prematura, oltre che fuori luogo. Posto che si chiuda definitivamente, occorre ricordare che per mantenere l’italianità dell’Alitalia, l’Italia e gli italiani dovranno sobbarcarsi non meno di mille esuberi in più di quanto si andava profilando con l’accordo con Air France-Klm di marzo". In secondo luogo ci saranno "minimo 3 miliardi di euro di debiti di cui Air France-Klm si sarebbero invece fatti carico. A questo si aggiunge che della sorte di Air One non è dato sapere. Al solo fine di far passare Berlusconi come salvatore della patria si sono persi 6 mesi per giungere ad un accordo molto più oneroso per gli italiani di quello precedentemente silurato per ragioni meramente elettorali. Mentre sono ancora in corso importanti riunioni per chiudere la partita pare che il premier si sia ritirato per qualche giorno in un centro relax".
Infine la posizione del segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero. "La dura lotta dei lavoratori, dopo settimane di ignobili ricatti da parte del governo, ha imposto alcune modifiche contrattuali. Il piano industriale però non è stato per nulla modificato e l’accordo resta un pessimo accordo che non risolve i problemi di fondo della vicenda. In ogni caso noi riteniamo che debbano essere i lavoratori ad esprimersi nel merito attraverso un referendum e che l’esito di questo debba essere vincolante".
aprileonline