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Alitalia, il dolore delle hostess
di Roberto Farneti
Con il sì, soffertissimo, degli assistenti di volo, si è chiuso ieri nei fatti il confronto tra le nove sigle dell’Alitalia e i vertici di Compagnia Aerea Italiana, la società guidata da Roberto Colaninno. Ora l’ultima parola spetta ai lavoratori, se verrà consentito loro di esprimersi, come è nella logica democratica, tramite referendum. Difficile, tuttavia, ipotizzare un pronunciamento che possa ribaltare l’accordo, specie in mancanza di alternative concrete. La Nuova Alitalia si prepara quindi al decollo, per essere operativa agli inizi di novembre.
Dopo sessant’anni la compagnia di bandiera si appresta quindi a voltare pagina. Il passaggio in mani private sancisce la fine dell’Alitalia per come l’avevamo conosciuta: un vettore nazionale in grado di esportare il marchio italiano in Europa e nel mondo, prima di essere affossato dalle incursioni clientelari della cattiva politica. Al suo posto nasce l’"Alitalietta", fortissimamente voluta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con il beneplacito finale del leader del Pd Walter Veltroni, anche se quest’ultimo, si sa, avrebbe preferito l’annessione ad Air France.
Berlusconi gonfia il petto per avere difeso l’orgoglio nazionale, ma non ne ha motivo. L’Alitalia infatti rimarrà italiana solo per poco, fino a quando cioè un partner straniero ne assumerà le redini almeno da un punto di vista industriale, se non a livello proprietario. La scelta spetta a Cai ma il governo ha già le idee chiare: «Il partner ideale della nostra compagnia aerea è oggi Lufthansa», sentenzia la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, probabilmente dopo avere ascoltato il parere di qualcuno che ne sa più di lei. «Per due sostanziali motivi.
Il primo - spiega Brambilla - è che Lufthansa dispone di un volume di tratte soprattutto di carattere intercontinentale che consentirebbero alla nostra compagnia di intercettare soprattutto i flussi turistici provenienti da paesi a crescente domanda turistica quali oggi sono Cina, Corea e India. E il secondo motivo - aggiunge la sottosegretaria - è che la Germania, a differenza della Francia con la sua Air France, non è un nostro diretto competitor sotto il profilo turistico. Insomma tra Alitalia e Lufthansa possono essere raggiunti accordi di assai maggiore valenza strategica. Se, infatti, l’Italia ne ricaverebbe una grossa utilità turistica, la Germania ne ricaverebbe altrettanta sotto il profilo commerciale».
Il prezzo della vendita a Cai sarà pagato dai contribuenti italiani e dai lavoratori. Ai primi vengono accollati i debiti accumulati in anni di malagestione. Ai secondi toccheranno pesanti sacrifici, in termini di esuberi e di perdita di diritti contrattuali, malgrado la resistenza di alcun sindacati sia riuscita "in extremis" a limitare i danni al termine di un negoziato difficilissimo, condotto con la pistola del fallimento puntata alla tempia e con il governo e Cai attestati sul ricatto del "prendere o lasciare".
Gli ultimi a capitolare sono stati SdL e Avia, le sigle più rappresentative di steward e hostess. Dopo il Sì della Cgil e quello dei piloti, i due sindacati si sono ritrovati con le spalle al muro. «Chi non firma subito, dopo potrà farlo solo "per adesione"», aveva minacciato nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. In pratica, non firmare avrebbe significato la perdita del diritto di sedersi ai tavoli che preciseranno il contenuto dei contratti e le modalità di individuazione degli esuberi. «I lavoratori questo ci stanno chiedendo, di non farci tagliare fuori», riferisce il coordinatore nazionale di SdL, Fabrizio Tomaselli. La minestra è amara: sono, infatti, 1.500 gli esuberi calcolati tra gli assistenti di volo. Degli attuali 4.600 in organico - tra Alitalia, AirOne, Alitalia Express e Volare - i nuovi assunti in Cai saranno 3.300, con un saldo negativo di 1300 unità alle quali vanno ad aggiungersi parte dei precari.
Malgrado le difficoltà, nell’incontro di ieri Sdl e Avia sono lo stesso riuscite a ottenere delle garanzie che danno, secondo quanto afferma il leader di Avia, Antonio Divietri, «stabilità, dignità e decoro a questa categoria». Ad esempio l’impegno a concordare i criteri attraverso i quali dovranno essere scelte le persone da richiamare dalla cassa integrazione. «E’ stato stabilito - spiega Tomaselli - che anche l’anzianità è elemento fondamentale per l’assunzione. Saranno inoltre concordati i criteri per l’avvio alle basi di steward e hostess». Come avevano già detto i piloti, c’è poco da festeggiare. Tomaselli allarga le braccia: «La nostra è stata una firma tecnica - precisa il coordinatore nazionale di SdL - e sarà sottoposta a referendum tra i nostri iscritti, anche se riteniamo sia necessario un referendum tra tutti i lavoratori del gruppo Alitalia».