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Alitalia, la commedia dei bugiardi

Publie le lunedì 29 settembre 2008 par Open-Publishing

Alitalia, la commedia dei bugiardi

di Alessandro Cardulli

Bugiardi. Bugiardi tutti. Non solo Berlusconi e i suoi ministri, il commissario Fantozzi, ma anche dirigenti sindacali come Bonanni, Angeletti, Polverina. Bugiardi o creduloni. E´stato grazie alla Cgil, ai sindacati dei piloti, degli assistenti di volo, dei lavoratori di terra anche, che questa sporca operazione del governo portata avanti sulla pelle dei lavoratori e di tutti i contribuenti italiani evenuta alla luce. Si  elasciato credere fino all´ultimo che quella di Cai fosse l´unica offerta.

Da qui ultimatum in serie, accuse brucianti alla Cgil e al suo segretario, Guglielmo Epifani, piloti alla gogna mediatica, sindacati con l´Sdl che contano una forza non secondaria tenuti fuori dalla porta delle stanze ministeriali dove Sacconi e Matteoli, in particolare, operavano per dividere i sindacati “buoni” da quelli “cattivi” con i quali non era neppure il caso di trattare. Sacconi aveva addirittura detto “ andiamo avanti senza i piloti” quasi che gli aerei volassero da soli, come gli uccelli. Lo ho ha detto e ripetuto fino a poche ore prima dell´apertura di un tavolo di vera trattativa. Se si pensa che Bonanni, il segretario generale della Cisl pensava si potesse fare a meno della Cgil che rappresenta il sindacato più forte, che poi, acquisita la firma di Epifani, avrebbe fatto a meno di Anpac, Sdl, Up, Avia, cui sono iscritti la stragrande maggioranza di comandanti, piloti, assistenti di volo e anche personale di terra. Ci si rende conto dell’indecenza di unoperazione come quella di Alitalia che non trova riscontro negli annali della storia industriale e delle relazioni sindacali. Allora ricapitoliamo: o i sindacati firmano a scatola chiusa, come piaceva a Bonanni o era il disastro. Ci si trovava sull´orlo del precipizio, era la previsione di un altro ministro come Scajola, al quale per incarico sarebbe spettato di condurre la trattativa ma aveva preferito lasciare l'onore a Sacconi. Berlusconi ogni giorno gridava: c´è solo Colaninno, devo convincerli a restare. Fantozzi aveva perfino dimenticato di seguire le direttive della legge e far presente che Alitalia non era “cosa” riservata agli amici di Berlusconi, quelli che Di Pietro chiama i “furbetti del quartierino”, ognuno dei quali è portatore di conflitto di interessi. Hanno seguito le mosse del capo del governo, niente più. Poi ci si messo anche il presidente dell´Enac  il quale aveva annunciato il ritiro della licenza di volo. Sempre Fantozzi, ogni giorno poteva essere l´ultimo in cui gli aerei scendevano in pista perchenon c´erano piu´soldi. Poi arriva un giorno molto lungo: Epifani strappa a Cai miglioramenti al piano Fenice. Prende un tè con Colaninno a casa di Veltroni e si convince che qualcosa della proposta avanzata puo´essere cambiata. Di fatto è´la prima volta che si svolgeva una vera trattativa sindacale, anche se la sede, la casa del segretario del Pd non e´la più adatta. E, pignolo com´è quella firma la mette ma e´pronto a ritirarla se qualcuna delle sigle sindacali resta fuori. Dopo questa firma la situazione cambia di punto in bianco. Si scopre che la licenza di volo non verrà revocata, che i soldi per andare avanti ci sono. Sopratutto si scopre che sia Lufthansa che Air France sono interessate e lo sono da molto tempo. La sede in cui avviene la scoperta, ovviamente, non e´ una di quelle ufficiali, un ministero o Palazzo Chigi.

Berlusconi si sente male al solo parlare di altre compagnie straniere. L´incontro fra il capo della compagnia tedesca con Epifani, Bonanni, Angeletti, Polverini avviene in una villa dove abita l´ambasciatore tedescoWolfgang Maxjrhuber, chairman di Lufthansa, che espone un dettagliato piano e fa sapere di essere interessato alla maggioranza delle azioni o quanto meno al 49%. Solo un cretino può pensare che un piano per una grande compagnia aerea si improvvisa in cinque minuti. Del resto i giornali tedeschi ne avevano parlato piu´volte da qualche tempo e noi stessi, nella nostre modeste dimensioni, ne abbiamo accennato piu´volte. Anche per quanto riguarda Air France l´offerta era nota. Bastava chiamare. Possono accettare anche un pacchetto azionatrio del 15%, come gli altri protagonisti della cordata anche se la lo loro preferenza è quella di essere maggioranza. Sanno bene che il piano Fenice fa acqua da tutte le parti e che dovrà essere profondamente mutato. Ma sono pronti a entrare fin da subito, dicono.

L´ultimo atto della farsa riguarda i piloti, categoria da fucilare seduta stante. Si e´trovata una intesa. La Cai ha accettato di mutare ancora il piano e dopo 14 ore di trattativa i miglioramenti reali sono stati ottenuti. Di fatto è stata la prima vera trattativa. Ora restano gli assistenti di volo, anche loro tenuti lontano dai tavoli di confronto. Ora trattano. Si è dimostrato che per quanto riguarda condizioni di lavoro, salari e stipendi, il piano non era intoccabile, con buona pace di Bonanni e Angeletti che segnano una pagina non bella nella storia sindacale italiana di sudditanza ai poteri forti con una secca perdita di autonomia. Meno male che c`erano anche altri.