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Alla sua "attenzione"...verso il 9 aprile

Publie le lunedì 2 gennaio 2006 par Open-Publishing

Assessore Mauro Mazzola <assessore.mazzola@provincia.vt.it> :

Gentile Sig.ra ad onor di cronaca che io sappia il Carcere di Mammagialla non ospita detenuti di sesso femminile.
Cordiali saluti.

Da: doriana----
A: Assessore Mauro Mazzola <assessore.mazzola@provincia.vt.it>

Oggetto: alla sua "attenzione"

Gentile assessore, credo che Lei non abbia letto la mia lettera con attenzione: la
signora Fatma Gulmez è una cittadina turca-curda residente a Capranica e per sua fortuna ha una decorosa abitazione insieme ai suoi figli trovata grazie all’ impegno di alcun* cittadin* dello stesso comune.Ben altri sono i suoi affanni...

Il sig. Sisto Rossi, abita invece a Mammagialla da più di due anni.Il lavoro giornaliero spero che lo troverà, ma già a San Vittore si è ampiamente prodigato per diffondere le testimonianze all’interno del carcere e fare da ponte con chi ha a cuore il vivere dignitoso.

Credo di conoscere abbastanza la situazione del territorio dove vivo, per il mio radicato convincimento che essere cittadina è aprire la porta di casa senza paura di trovare qualcosa che non piace, che è difficile da condividere.
La mia lettera era una richiesta di sensibilizzazione a disagi diffusi e che emergono a fatica, con molta fatica, perchè il muro dell’indifferenza, le gabbie reali o mentali
resistono ed esistono, eccome.
La ringrazio comunque per non aver *cancellato* ma *risposto*.
La sfida per me è sempre aperta come la porta e la posta.
I miei più distinti saluti.

Sent: Friday, December 30, 2005 3:02 PM
Subject: LA SFIDA

Altri più di me hanno dei buoni motivi per chiudere con un sospiro di
soddisfazione l’anno 2005, rivestono cariche ambite
nell’amministrazione del Paese, hanno ricevuto premi e riconoscimenti,
sono riusciti a fare ottimi affari, possono brindare a caviale e
champagne,possono riposare tra la neve che addormenta qualunque
piccola ansia , tirano un bilancio con un sospiro di soddisfazione, ce
l’hanno fatta a guadare questo simbolico ponte di Kronos e si avviano
ad espugnare nuovi confini. Ho anch’io molti, molti buoni motivi per
sentirmi ricca e viva e respirare con avidità l’aria gelata di questi
giorni , intanto scrivo e comunico i miei pensieri, le mie emozioni e
allora, in un contesto politico che per me non può dividersi dalla
visione che ho del Paese dalla finestra e porta di casa mia, ho
necessità di trasmettervi le speranze e il coraggio di due persone che
mi sono molto care.

Fatma: una giovane donna curda con i suoi quattro figli che vive a
Capranica da un anno, una che ha conosciuto la lotta politica e la
passione, che combatte veramente la solitudine e l’abbandono, che ha
questi meravigliosi occhi che incontro ogni giorno sempre più duri
disperati alla ricerca di un buon motivo per andare avanti, ora parla
l’italiano, non mi racconta più il suo passato, mi racconta brevemente
solo il suo presente pieno di emergenze da toglierle il respiro.
Sisto: abbiamo brindato ieri a Viterbo al 2006, ho con me i suoi
scritti, le sue foto, i suoi progetti. Dalle 7 di stamattina il
cancello di Mammagialla, il carcere di Viterbo si è richiuso alle sue
spalle. Deve scontare altri 3 anni, ne ha fatti già 12. Ha 49 anni, ha
lavorato quest’anno sempre, ma ora la ditta è fallita, solo un lavoro
regolare può rimetterlo fuori dal cancello.
Non so quale strana combinazione mi ha portata a vivere in questa
provincia, a me cittadina romana da una vita, forse mi piacciono le
sfide, quelle reali, quelle imprevedibili: Viterbo è una città
difficile come il mio paese Capranica, capace di slanci impensabili,
indifferenza e diffidenza infinita.Come tante città dove siete tutti voi.
Nel 2003 da San Vittore, Sisto scriveva: *Ulisse è un classico che mi
ha affascinato fin da ragazzo: perché è una sfida. La sua è una sfida=

omerica, che mi ha fatto entrare nel sangue l’idea dell’avventura,
dell’affrontare gli dei, il destino, le scelte, le cose, la fortuna, la
sfortuna, l’ira, l’idea di essere superiori e di non seguire la linea
che fanno le marionette.Mi piacciono i perdenti perché li trovo più
affini a me, forse i perdenti hanno una marcia in più, perché si devono=

rialzare e correre...Le qualità bisogna che te le trovino gli altri. I
miei difetti li conosco meglio perché cerco di eliminarli uno alla
volta...una volta c’erano i cantastorie; oggi bisognerebbe tornare a
parlare con le persone, sedersi e parlare. Si dà e si riceve*

Detesto chi innesca con parole od azioni il meccanismo del senso di
colpa o della misericordia, amo anch’io la sfida, che butta giù le
barriere e i muri, che mi porta a scrivere e pensare che è possibile un
nuovo modo di fare politica, d’inventare possibilità di vita con amore
e allegria , perché i perdenti, gli acrobati, gli onesti, i diversi ne
hanno tanta da dare e sicuramente vi riconoscerete in una di queste
categorie. Senza se e ma, l’abbiamo gridato tante volte, un’ altro
mondo è possibile, da subito. Vorremmo aprire i cancelli dei carceri,
buttare giù i muri che dividono.
Io da sola non vado lontano, ho aperto la porta già da molto tempo e lo
farò anche il 31 brindando con tutti voi, vicini e lontani, la sfida è
aperta: a partire dal tasto che non *cancella* ma *inoltra e rispondi*.
Davvero il meglio per tutti noi, insieme.

Doriana Goracci


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