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Allarme diossina. La carne irlandese un caso isolato
Publie le giovedì 11 dicembre 2008 par Open-PublishingAllarme diossina. La carne irlandese un caso isolato
di Alessandro Ambrosin
ROMA - L’allarme diossina è scattata in tutta Europa e interessa esclusivamente la carne suina di provenienza irlandese. Nas e Polizia veterinaria stanno rintracciando nei depositi sparsi su tutto il territorio nazionale le tonnellate di carne sospetta già introdotte nel nostro mercato per bloccare le fasi di lavorazione, mentre per quelle già commercializzate si sta procedendo al ritiro. Tutte le partite di carne irlandese saranno comunque distrutte a scopo cautelativo.
Secondo le prime indagini questo avvelenamento da diossina sarebbe stato causato da un olio industriale finito in un macchinario usato per asciugare il mangime. Nel mirino delle indagini irlandesi sarebbe comparsa una ditta, la Millstream Power Recycling, che avrebbe venduto il prodotto a 47 allevamenti in Irlanda, Gran Bretagna, ma anche in Bulgaria. La stessa Commissione Europea ha confermato che la contaminazione sarebbe stata causata da un mangime utilizzato dagli allevamenti irlandesi. Ma le indagini continuano. E’ stato Paddy Rogan, capo veterinaio di Dublino, uno dei primi ad aver lanciato l’allarme, dopo aver rilevato nelle carni suine quantità di diossina fino a 200 volte superiori rispetto ai limiti imposti dall’Unione Europea. Silvio Borriello, direttore della sicurezza alimentare del Ministero del Welfare, ha assicurato che sono da escludersi pericoli per i nostri consumatori di carne, anche perchè la percentuale importata è molto bassa e i sistemi di controllo italiani funzionano alla perfezione. Tuttavia questa situazione non tranquillizza tutti i consumatori. Le associazioni sconsigliano l’acquisto di carne irlandese, almeno fino a quando non si avrà la certezza assoluta che tutti i prodotti saranno stati ritirati, e la poca conoscenza sulla composizione dei mangimi per animali alimenta le preoccupazioni. D’altra parte la legge europea è ancora carente sotto quest’aspetto. L’etichettatura per la carne suina non è obbligatoria, come succede per la carne bovina, per cui il consumatore non può avere informazioni sul paese dov’è stato allevato l’animale e dove è stato macellato. Inoltre c’è da considerare che nell’ambiente in cui viviamo l’inquinamento rappresenta uno dei maggiori pericoli per la catena alimentare. Ma la contaminazione della carne irlandese potrebbe essere anche il risultato di una frode. Non sarebbe la prima volta.
Rassicurazioni arrivano, invece , da Stefano Bona, professore alla Facoltà di Agraria di Padova: "Questo possiamo definirlo un caso isolato, non possiamo infondere un allarmismo immotivato tra la gente. Tra l’altro la nostra importazione di carne suina dall’Irlanda è veramente esigua, visto che sul territorio nazionale l’allevamento di maiali è diffusissimo. Sono altresì sicuro che in seguito a questo episodio, anche l’etichettatura per le carni suine a breve sarà introdotta obbligatoriamente.
E’ risaputo, invece, che i controlli approfonditi sui mangimi presentino delle difficoltà oggettive. Uno screening completo genera costi altissimi, non solo per le aziende produttrici ma anche per tutti gli organi deputati al controllo. I mangimi in commercio attualmente sono milioni, e ogni lotto prodotto per la dieta animale è il risultato contingente delle disponibilità alimentari presenti sul mercato. Non dimentichiamo che i margini di utile per un allevatore sono bassissimi, e quindi spesso e volentieri si opta per un risparmio contenuto al fine di garantire la sopravvivenza dell’allevamento. Non c’è da meravigliarsi, questo processo avviene per tutte le produzioni industriali e alimentari."