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Amnesty denuncia Roma: grave violazione dei diritti

Publie le venerdì 8 ottobre 2004 par Open-Publishing

di Laura Genga

Un scarto «grave e ingiustificabile» tra le promesse e il modo in cui l’Italia tratta concretamente i rifugiati. Lo scrive Amnesty International in un nuovo dossier. Nonostante l’articolo 10 della Costituzione garantisca il diritto d’asilo, il nostro paese non si è ancora dotato di una legge organica. Con la Bossi-Fini, si legge poi nel documento, la situazione è peggiorata ulteriormente. Tra i punti più criticati della legge ci sono: il trattenimento nei centri di identificazione e la procedura semplificata per i migranti irregolari; la composizione delle commissioni territoriali, che non è ispirata da criteri di competenza indipendenza e trasparenza; e un diritto di ricorso garantito a metà.

Passando dalla teoria alla pratica, l’associazione denuncia il ponte aereo in corso in questi giorni tra Lampedusa e la Libia perché «rappresenta una grave violazione dei diritti umani che l’Italia, avendo ratificato appositi trattati internazionali, ha l’obbligo di garantire». Il decreto anti sbarchi del ministro Pisanu costituisce «una deroga, nero su bianco, al diritto internazionale, che invece garantisce a tutti l’accesso alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato». Ancora più esplicito Marco Bertotto, presidente della sezione italiana dell’associazione: «L’assenza di una legge sull’asilo spiega nel caso dei rimpatri collettivi non è un’attenuante: sia la Costituzione, sia la Bossi-Fini, per citare solo il diritto nazionale, sono esplicite nel garantire a tutti i migranti il diritto a presentare la domanda di asilo». E poi cosa succede ai migranti dopo il rimpatrio? Due casi documentati da Amnesty ci parlano di cittadini eritrei respinti in Libia da Malta. Poi dalla Libia sono stati rimpatriati nel loro paese d’origine, dove sono stati incarcerati e torturati. E’ già successo e potrebbe accadere di nuovo.

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art24.html