Home > Amnesty: immigrati maltrattati in centri italiani

Amnesty: immigrati maltrattati in centri italiani

Publie le lunedì 20 giugno 2005 par Open-Publishing

Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto secondo il quale immigrati illegali in Italia hanno denunciato di esser stati picchiati, sedati e imbavagliati dalle autorità italiane durante le pratiche di espulsione.

Il rapporto ha suscitato la seccata replica del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, che in una nota ha parlato di "provocazioni".

"L’Italia sottopone a detenzione un numero sempre crescente di richiedenti asilo, in violazione degli standard del diritto internazionale dei rifugiati", dice il rapporto dal titolo "Presenza temporanea, diritti permanenti" presentato oggi a Roma dall’associazione per i diritti umani.

Il documento denuncia una serie di violazioni dei diritti umani cui i cittadini stranieri vengono sottoposti durante la detenzione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), esprimendo preoccupazione circa la possibilità che problemi simili possano verificarsi anche nei centri di identificazione.

Nel rapporto, il gruppo smentisce le affermazioni del governo italiano secondo il quale il numero di reclami nei centri di detenzione temporanea sono in calo, segnalando invece "consistenti" prove di abusi.

Pisanu ha ribadito nella sua nota "l’esigenza di un dibattito parlamentare sereno, approfondito e costruttivo sui diversi aspetti del problema immigrazione", questioni "differenti e complesse che non si possono affastellare sulla base di un pregiudizio ideologico", ma si debbono affrontare con equilibrio e responsabilità politica per evitare "il rischio di alimentare la confusione" sul nostro Paese.

Molti episodi segnalati da Amnesty riguardano casi di detenzioni non necessarie, l’impossibilità di presentare domanda d’asilo e la mancanza di accesso a consulenza legale nei centri, che si occupano della possibile espulsione degli immigrati, ha detto il gruppo.

Ma alcune accuse sono anche più serie.

’GRAVI ABUSI’

Il ricercatore di Amnesty Nerys Lee ha citato un caso giudiziario nell’Italia meridionale in cui i detenuti hanno accusato le autorità di gravi abusi dopo un tentativo di fuga da un centro nel novembre 2002.

"Un uomo, dopo aver subito sputi, schiaffi, manganellate ed esser stato costretto a mangiare carne di maiale cruda, è stato denudato e costretto per diverse ore a stare in un cortile esterno d’inverno", ha detto Amnesty nel rapporto.

Poiché vi è una crescente restrizione dell’accesso ai Centri di permanenza, e le richieste avanzate da Amnesty International sono state sinora rifiutate, per quanto non sia possibile confermare la totale veridicità di tutte le denunce concernenti i centri, queste sono rese credibili dal loro numero, coerenza e regolarità, e dalle conclusioni degli organismi intergovernativi e di serie organizzazioni non governative nazionali e internazionali, dice l’associazione.

"Gli Stati detengono la potestà di controllare l’ingresso, il soggiorno e l’espulsione dei cittadini stranieri dal proprio territorio. Essa, tuttavia, deve essere esercitata nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali in materia di diritti umani e di diritti dei rifugiati. L’esercizio della sovranità statale non può avvenire a scapito dei diritti umani fondamentali dei richiedenti asilo e dei migranti, qualunque sia il loro status giuridico", dice Amnesty.

Dopo recenti gravi episodi di violenza e stupro commessi da immigrati illegali, Pisanu aveva accusato nei giorni scorsi gli immigrati di esser autori di oltre la metà di tutti i reati in alcune regioni, negando vi siano stati abusi nei centri.

In precedenza l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati aveva accusato Roma di violazioni delle leggi internazionali, avendo impedito a suoi funzionari di incontrare gli immigrati prima della loro deportazione.

Amnesty ha detto anche che ci sono immigrati che hanno denunciato di aver subito somministrazioni eccessive di sedativi da parte delle autorità, mentre alcuni hanno denunciato di esser stati imbavagliati durante l’imbarco sugli aerei, col rischio di morire soffocati. Una pratica questa che ha giù causato decessi in Austria, Belgio, Germania e Svizzera, e che è stata vietata dal Consiglio Europeo. (Reuters)