Home > Amnistia, Russo Spena: "Urge tavolo tecnico"
di Castalda Musacchio
Il capogruppo al Senato del Prc: «Bene Prodi, è necessario al più presto aprire a un provvedimento di clemenza». L’Unione pronta, nella Cdl nonostante i veti di An e Lega, Fi ed Udc aprono al dialogo.
«Sì, è un discorso politico che mi ha convinto». Giovanni Russo Spena, capogruppo del Senato del Prc «concorda» con il discorso di Prodi. E soprattutto su alcune questioni che lo stesso premier ha rilanciato e ha posto senza mezzi termini all’attenzione del parlamento. Prima di ogni altra: l’amnistia. C’è la necessità, annunciata dal premier, sottolinea Russo Spena, di definire provvedimenti per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario.
«Certo - evidenzia - Prodi non è potuto entrare nel merito perché occorre studiare tecnicamente come realizzare questo evento, valutare gli anni di prigione da prendere in riferimento, i reati amnistiabili o meno». Ma è proprio su questo che è pronto a rilanciare la sua proposta:
«A questo punto - dice - i tempi stringono ed è urgente un tavolo tecnico tra i partiti per decidere al più presto i termini per la concessione dei provvedimenti di amnistia e indulto». E con tutta probabilità i tempi sono davvero maturi se persino il neo ministro di Grazia e giustizia Clemente Mastella non si è “defilato” dall’argomento. Anzi al contrario è pronto a compiere la sua prima scelta da Guardasigilli e proprio sull’amnistia. «La farò - ha lui stesso ammesso - senza svuotare le celle». I nodi restano ma parte proprio da qui la necessità di avviare quel tavolo tecnico per discutere delle modalità per onorare un impegno che l’Unione ha formalmente preso e ben prima della campagna elettorale, e verso una parte della popolazione italiana - ricordava ieri “Europa” - «che i miracoli non sa neanche dove stanno di casa». Vale a dire?
I carcerati. «I detenuti ormai - ricorda ancora Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone - sono 19mila in più rispetto ai posti letto regolamentari». In definitiva la situazione si può definire di urgenza umanitaria. E non si può tacere del fatto che l’auspicio di un provvedimento di clemenza che sia il più ampio possibile sia stato fatto proprio, dopo l’appello del cardinal Martino, dallo stesso presidente della Camera. E Prodi lo ha rilanciato. Ora restano da definire - come sottolinea ancora Russo Spena - le modalità. La stessa Finocchiaro (Ulivo) sollecita a che si riparta da qui. «Lo ritengo - dichiara - un discorso molto serio.
Soprattutto sulla politica estera, sull’amnistia e sulla sobrietà dell’agire politico».
Il primo ad accogliere senza reticenze la proposta del capogruppo al Senato del Prc è il verde Bulgarelli: «L’amnistia? - replica il senatore - E’ il primo passaggio per rifondare una politica della giustizia, fatta di pene alternative alla carcerazione e che sappia lavorare sul recupero e non sulle discariche umane». Dunque «bene ha detto Russo Spena. Accogliamo la sua proposta per aprire finalmente quel tavolo tecnico tra tutti i partiti che affronti i termini per la concessione dell’amnistia e dell’indulto». La Rosa nel pugno è pronta. E Marco Cappato, capolista dei radicalsocialisti alle amministrative di Milano, sottolinea ancora che la Rosa ha già depositato un progetto di legge sul tema, ma il primo passo indispensabile per una vera riforma della giustizia passa proprio dalla concessione dell’amnistia. L’unico reticente all’interno dell’Unione resta Di Pietro.
«Da soldato mi adeguo ma da leader dell’Italia dei valori no». «L’Italia dei Valori - sostiene Di Pietro - ha sempre sostenuto che i provvedimenti di clemenza che non siano preceduti da soluzioni delle cause per cui oggi si richiede l’anmistia rischiano di essere solo atti di impunità e di resa dello Stato». Ed è nella stessa Casa delle libertà, nonostante i veti di An e Lega, che riparte il dialogo. Da parte di Forza Italia e della stessa Udc. Pecorella (Fi) per esempio sostiene: «Ritengo effettivamente che vi sia l’esigenza di migliorare la situazione carceraria». E spiega: «secondo me sarebbe opportuno un indulto di tre anni, con possibilità di revoca, da accompagnare con l’amnistia. Due misure «necessarie». Ancora è Erminia Mazzoni a parlare a nome dell’Udc: «La nostra intenzione è stata sempre verso un atto di clemenza, vale a dire indulto più amnistia ma è necessario che questo si affianchi a un serio impianto di riforma e alleggerimento dei tempi dei processi per rendere più funzionale gli stessi provvedimenti». Il dialogo è in parte ripartito. L’auspicio è che si arrivi sino in fondo.